Shved è commovente, ma il CSKA vola a Belgrado. Episodio dubbio nel finale, il Khimki non ci sta

Eurodevotion
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Il CSKA vola a Belgrado. Questo è il verdetto di gara 4, finita con un solo punto di distanza tra le due squadre e decisa da un episodio che fa e farà discutere, di cui parleremo anche nei nostri punti di analisi. Al Khimki, che gioca una partita commovente, non basta un irreale Alexey Shved per avere ragione della squadra di Itoudis, lucida ad affidarsi ai giocatori più in forma in questo momento di difficoltà tecnica, dovuta alle pesanti assenze di Hines e De Colo. Una partita e una serie di una bellezza rara, tra due squadre molto diverse ma capaci di emozionare allo stesso modo, nel nome del Gioco. Quello vero. Ed ecci allora i nostri cinque punti per descrivere il successo, per 89-88, del CSKA in gara 4:

  • Alexey Shved, il Re Mida: trasforma in oro tutto ciò che tocca. Devastante nella partita più importante della stagione, sfodera una prestazione leggendaria contro una delle difese più organizzate d’Europa. Non solo 36 punti, anche 5 rimbalzi, 6 assist e 7 falli subiti in una prova da ricordare e che meriterebbe miglior fortuna. Un giocatore unico, leader di una squadra incostante ma ricca di talento e che avrebbe meritato di giocarsi tutto in una gara 5, soprattutto per vedere lui provare a trascinare i compagni verso un traguardo insperato e inatteso a inizio stagione. Dopo avere steccato gara 2, davanti al proprio pubblico dimostra di meritare il titolo di MVP della stagione, di essere in primissima fila. L’8/12 da tre punti a questi livelli non si vede nemmeno al cinema;
  • Georgios Bartzokas, il trasformista: la sua squadra gioca una serie di assoluto livello, vicina alla perfezione. Il Khimki per quasi 160 minuti si è dimostrato alla pari del più blasonato CSKA Mosca e tanti meriti vanno dati all’allenatore greco capace di trasformare il Khimki in una squadra che vale le Final Four. Dopo un finale di stagione regolare certamente condizionato dagli infortuni – Honeycutt su tutti – caratterizzato da un calo fisico e mentale successivo alla qualificazione ai playoff, Bartzokas ha avuto il merito di mandare in campo una squadra vogliosa e pronta a combattere alla pari contro i propri avversari. Solo alcuni dettagli, e non del tutto controllabili, lo hanno privato della gara 5 che avrebbe meritato;
  • Cory Higgins, la grande certezza di un CSKA vulnerabile: il giocatore americano è stato, insieme a Sergio Rodriguez, l’assoluto protagonista della serie vinta dal CSKA. Un crescendo rossiniano nelle sue prestazioni, dopo i 10 punti del primo atto, nelle successive tre partite ha segnato rispettivamente 19, 26 e 20 punti, chiudendo la serie a 18.8 di media. Un giocatore pazzesco, diventato imprescindibile per il CSKA soprattutto dopo gli infortuni di alcuni giocatori decisivi del quintetto base. Qualcuno lo ha definito il miglior americano d’Europa: con queste prestazioni, la definizione che gli è stata affibbiata è decisamente calzante;
  • le parole di Itoudis: l’allenatore greco, in conferenza stampa post partita, ha dichiarato che “ha vinto la squadra che è stata migliore”. Pensiero condivisibile, ma a parere di chi scrive solo in parte. Perché è vero che il CSKA ha vinto tre partite su quattro, ma allo stesso tempo per alcuni tratti, a volte anche lunghi, di queste partite si è trovato a inseguire avversari capaci di eseguire il perfetto piano partita. La squadra di Itoudis in alcuni momenti è apparsa spaesata, spenta, assente, quasi come se gli infortuni di Hines e De Colo l’avessero privata di quei chip che l’hanno resa la migliore squadra d’Europa a livello di gioco nella stagione regolare. Due assenze quasi drammatiche per il gioco dei russi, incapaci di trovare soluzioni alternative valide alle iniziative personali di Higgins, Rodriguez e Hunter per larghi tratti della serie. Un campanello d’allarme importante, soprattutto perché De Colo dovrebbe rientrare a ridosso delle Final Four di Belgrado: giocando in questo modo, contro il Real Madrid potrebbe essere molto dura ottenere la qualificazione alla finale. A Itoudis il compito di riportare sui giusti binari una squadra quasi perfetta fino a questo momento della stagione;
  • Il giallo dell’ultima azione: Khimki avanti di 1, Higgins segna un canestro impossibile a 5 secondi dalla sirena che riporta avanti (e quindi a Belgrado) il CSKA Mosca. Rimessa veloce del Khimki, Jenkins in contropiede e in solitaria segna il canestro che vale la vittoria della sua squadra e quindi gara 5, ma poi tutto viene fermato e fatto ripetere. Il Khimki non segna, esce dalla competizione e il CSKA va alle Final Four. Ma cosa è successo di preciso? A spiegarlo è poi Bartzokas in conferenza stampa: “Ci hanno concesso un cambio che non avevamo richiesto. Volevo mettere Honeycutt per l’ultima azione difensiva perché Shved aveva quattro falli, ma non ce n’è stata la possibilità, così ho rinunciato al cambio”. Il Khimki non ha firmato lo scoresheet, così apprendiamo da Eurohoops, che sostiene come la squadra russa abbia intenzione di fare ricorso per provare a ribaltare o quantomeno mettere in discussione il risultato finale, giunto in modo incredibile. Lo stesso Bartzokas stentava a credere a quanto è accaduto in campo: quel che è certo è che il Khimki non ha accettato l’eliminazione per questo episodio e proverà in tutti i modi a farsi le proprie ragioni per provare a giocare una gara 5 che, per quanto visto in questa serie, sarebbe più che meritata.
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