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L’impresa di Laso, il Real che sarebbe nulla senza Llull, e la sensazione che Giannakopoulos non le spari e basta… il dopo Madrid-Panathinaikos

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ll Real Madrid vola a Belgrado, dove troverà il Cska, e il Panathinaikos saluta tutti, probabilmente anche la competizione, rimanendo spettatore di quell’evento in cui si ritroveranno tre ex «verdi» in panchina, Zeljko Obradovic, Sarunas Jasikevicius e Dimitris Itoudis. 89-82 il finale, ecco cinque punti di analisi.

– Luka Doncic. Perché di questa serie tutto si può dire, ma restando su un fatto: a decidere la sfida è una tripla forzata e mal gestita dal fenomeno sloveno, che cozza sul tabellone e finisce nel cesto. Il coraggio deve comunque essere premiato, e Doncic scrive un’altra pagina della sua fresca leggenda;

– Sergio Llull. Un anno da spettatore, poi in 48 ore firma 19’ di meda, con 9.5 punti, 5.5 assist, 3 falli subiti e 7.5 di valutazione. Pablo Laso, in tutto questo, ha una certezza: senza Sergio, il Real Madrid non potrebbe andare da nessuna parte nei momenti chiave, in EuroLeague come in Acb. Bentornato Sergio, fenomeno vero;

– Xavi Pascual. Conferma la sua volontà di restare al Panathinaikos anche senza EuroLeague, ma la grande colpa del coach spagnolo non è «sul campo», ma «nello spogliatoio». I verdi pagano un mercato terrificante (Payne, Denmon, Vougioukas, Lojeski, Antetokounmpo, Lekavicius) dove i talenti (sempre che ci siano) non hanno trovato spazio nell’insieme. Contro un Real senza play, il Pana accetta la sfida del fisico senza trovare alternative, e dopo il dominio di gara-1 è tutto un lungo pianto;

– Dimitris Giannokopoulos. Ci saluta il grande protagonista della stagione. Toni eccessivi, post su instagram a dir poco oltraggiosi al buon senso, strategie di confronto totalmente errate ed incapaci di fare «sistema», squadra coperta di alibi da chi un anno fa li chiudeva su un pullman. Questo è il primo, intoccabile punto. Poi si assiste a gara-2 e gara-3, e si da un occhio a Cska-Khimki, e qualche dubbio sovviene. Visto che questa lega non riesce a garantire equilibrio economico, quanto meno intervenga su quello arbitrale. Chi sbaglia paghi, per favore;

– Pablo Laso. Il coach vitoriano è timoniere ondivago. Nel 2014 fu secondo in tutto, nel 2015 primo in tutto, poi non ha più vissuto una finale di EuroLeague e ha consegnato un titolo Acb a Valencia, finendo anche nel mirino di Milano. Sempre messo in discussione dalla dirigenza del Real Madrid, conquista le final four senza Kuzmic e Llull, con il fantasma di Randolph, e rinunciando alternativamente a Rudy, Reyes, Ayon e Campazzo. Si parla tanto dell’impresa dello Zalgiris, ma è stato tutto così scontato per il Real Madrid? No.

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