Il CSKA non è inaffondabile, Shved e Gill guidano il Khimki al colpaccio

Eurodevotion
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Tanto tuonò che piovve. I segnali arrivati nelle prime due gare in casa del CSKA Mosca non erano casuali, il Khimki – con maggiore attenzione ai dettagli nei momenti decisivi – avrebbe potuto cogliere un successo prestigioso già in trasferta nella serie di playoff. Appuntamento rimandato alla gara senza domani, la prima in casa, preparata in modo magistrale da Bartzokas e gestita in modo esemplare dai suoi giocatori, capaci di leggere e sfruttare a proprio vantaggio tutte le situazioni concesse dal CSKA. Dal canto suo, la squadra di Itoudis deve trovare un nuovo assetto a causa delle assenze importanti in roster e soffre la capacità del Khimki di rimanere a contatto giocando una pallacanestro di sistema. In questa serie, gara 4 sarà ‘pivotal game’, ma ora andiamo a analizzare il successo del Khimki nei nostri consueti cinque punti:

  • Dr. Alexey e Mr. Shved: inevitabile partire con l’analisi della partita giocata dal fuoriclasse del Khimki, autore di 27 punti con 9/20 al tiro e una presenza determinante nel corso dell’intero arco della gara. Shved veniva da una gara 2 giocata in malo modo, come scritto su queste pagine da Toni Cappellari, e davanti al proprio pubblico non ha tradito le attese della vigilia. Un fuoriclasse del suo calibro difficilmente sbaglia due partite consecutive: in questo caso, la sua gestione dei ritmi della gara, consona al gioco del Khimki e in grado di esaltarne le qualità, hanno fatto la differenza contro un CSKA che si è scoperto improvvisamente vulnerabile dopo una regular season dominata e giocata in modo celestiale;
  • Anthony Gill è un perfetto secondo violino: l’ala americana conferma di essere uno dei migliori giocatori del Khimki in questa stagione e, più in generale, una delle sorprese di EuroLega. Alla prima stagione nella massima competizione continentale Gill si è inserito al meglio nel sistema di gioco del Khimki e di Bartzokas, che tende a esaltare le individualità di maggiore spicco, proprio come il numero 13. Nella gara più importante della stagione Gill sfodera una prestazione fatta di 22 punti – con un irreale 8/9 al tiro – e 7 rimbalzi, chiudendo a doppia mandata la vittoria con una serie di canestri pesantissimi nei momenti chiave della gara. Silenzioso ma decisivo, non sbaglia quasi mai una scelta: in una squadra di alto livello è un giocatore dal peso specifico notevole;
  • Il CSKA si scopre vulnerabile: la squadra di Itoudis, dopo avere dominato la regular season, sta pagando gli infortuni di Nando De Colo e Kyle Hines, giocatori chiave nelle rotazioni dell’allenatore greco. La squadra russa, infatti, sta faticando a trovare soluzioni alternative rispetto ai soliti noti, che devono sfoderare prestazioni di assoluto livello per potere competere per il successo nelle varie gare della serie. Nella serata di ieri non è bastata la prova monstre di un Cory Higgins sempre più importante, perché l’americano è stato coadiuvato solo da Sergio Rodriguez e Othello Hunter. I tre hanno combinato per 57 dei 73 punti totali del CSKA e solo altri tre giocatori – Clyburn, Kurbanov e Westermann – hanno messo a referto dei punti nella partita: troppo poco per pensare di vincere una serie di playoff;
  • Quanto pesano gli infortuni: collegato al punto precedente, uno dei fattori che spiegano, almeno in parte, il successo ottenuto ieri dal Khimki è legato alla problematica degli infortuni. Nella serata che avrebbe potuto proiettare il CSKA all’ennesima Final Four, le assenze di De Colo e Hines e il senso di orgoglio del Khimki allungano la serie e tolgono certezze a una squadra che si sta resettando senza due quinti del quintetto base. Compito non semplice in gare così tirate e in cui ogni minimo errore può fare la differenza: di contro, il ritorno di Tyler Honeycutt ha dato a Bartzokas un giocatore indispensabile negli equilibri di squadra, capace di alzare il livello di atletismo e agonismo della propria squadra in modo esponenziale. Una pedina fondamentale nello scacchiere tattico del coach del Khimki, che può diventare un ago della bilancia in questa serie;
  • Controllo dei ritmi: è sempre stata una delle chiavi nei duelli tra Bartzokas e Itoudis, anche nell’anno magico (per il CSKA) 2016, quando De Colo e compagni erano il miglior attacco dell’EuroLega e amavano correre, mentre la Lokomotiv Kuban giocava più a metà campo e a difesa schierata, sfruttando le invenzioni di Delaney per avere dei vantaggi. Un leit motiv non troppo diverso in questa stagione, con Shved che si sostituisce a Delaney come deus ex machina dell’attacco del Khimki, che presenta diversi punti in comune con quella Lokomotiv. Il CSKA, persa la verve di De Colo e l’intimidazione di Hines, spesso e volentieri si ritrova a vivere delle iniziative dei singoli, più che di un gioco di squadra collaudato nel corso di questi anni. Ne è una testimonianza il fatto che nella partita di ieri la squadra di Itoudis abbia prodotto solo 10 assist (8 Rodriguez) sui 24 canestri messi a referto: un segnale preoccupante, che deve essere analizzato e compreso. Perché il CSKA può essere più forte delle assenze, a patto che migliori la qualità del gioco e controlli i ritmi della partita. Altrimenti, le possibilità che si giochi una gara 5 inattesa e decisiva potrebbero crescere notevolmente.
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