Baskonia cade contro l’Efes. Ai playoff affronterà il Fenerbahçe

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Sulla carta, per i Baschi il match contro l’Efes doveva essere piuttosto semplice, con i turchi ormai fuori dai giochi da tempo e la squadra di Martinez che poteva salutare tranquillamente il pubblico amico al termine della regular season e dare appuntamento ai playoff. La bellezza e la carica agonistica intrinseche a questo sport hanno dato vita a una partita molto fisica, giocata con intensità per 40′. Il risultato finale è stato 79-81 in favore dell’Efes, così i baschi danno appuntamento ai propri tifosi a gara 3 dei quarti di finale, dopo aver giocato due gare a Istanbul, nel fortino del Fenerbahçe. D’altra parte la vittoria non avrebbe garantito il sesto posto, dal momento che questa sera si disputerà il match tra Olympiakos e Zalgiris, anche se i favori del pronostico pendono dalla parte dell’Oly.

Analizziamo la partita nei consueti 5 punti:

  • Alta quota. Il mantra della squadra di Martinez è un gioco veloce che esplode improvvisamente in verticale, arrivando a concludere spesso in schiacciata o in alley-hoop. Sono state ben 8 le alley giocate dal Baskonia, sfruttando le doti atletiche di giocatori come Shengelia, Poirier e Voigtman e la creatività di Huertas. Per gioco veloce si intende un gioco sviluppato in velocità e non affrettato o sciatto, anzi. Gli spagnoli hanno concluso molte azioni negli ultimi 4″ dei 24, arrivando a costruire dei buoni tiri. L’Efes non è mai riuscita ad adattarsi a questo modo di attaccare, compensando in fase offensiva.
  • Costruzione del tiro. La costruzione del tiro non è l’esecuzione stellare di Curry con rilascio da 9 metri, non è neanche quella che avviene dopo due passaggi, quando un difensore ci lascia un centimetro di libertà. O meglio, questi due esempi sono costruzioni di tiro, ma di Curry ce n’è uno e dopo due passaggi, nella maggior parte dei casi, il tiro è mal costruito e la squadra sbilanciata. Quindi per costruzione di tiro si intende quella serie di movimenti alimentati da passaggi che creano un vantaggio, ma non sbilanciano la squadra per la fase difensiva (non si prende contropiede). Nella partita tra Baskonia ed Efes è emerso come la costruzione di un tiro sia fondamentale per non crollare tatticamente e mentalmente: quando i turchi hanno ben costruito un tiro, sono riusciti a segnare con facilità o a prendere rimbalzi offensivi contro una squadra atleticamente superiore; quando non l’hanno fatto, i padroni di casa hanno dominato la scena.
  • Il floater di McCollum. Un bene per gli occhi, un mix di velocità, aggressività ed eleganza. Il play dell’Efes ha utilizzato il floater in momenti topici della gara, torturando gli avversari con una goccia cinese: sai che sta per cadere, sai che cadrà proprio lì, ma non vuoi sentirne il rumore. Non ne puoi più. Ciuff!
  • Shengelia. L’ala più forte del campionato. Anche nella partita di ieri ha dimostrato di poter essere letale sia dentro che fuori dall’area, rendendosi veramente difficile da marcare. 17 punti segnati con una facilità (per lui) estrema e una capacità di essere decisivo nei momenti importanti da leader. Passerà per lui e per il coinvolgimento che avrà la serie playoff contro il Fenerbahçe.
  • Il nuovo format Eurolega. Una delle critiche mosse a questo format era la possibilità di arrivare alle ultime giornate con squadre che non avevano niente da ottenere costrette ad affrontare squadre che lottavano per una posizione migliore nelle prime otto o per accedere ai playoff. La giornata di ieri smentisce quanto criticato alla lega, dal momento che Milano ha fatto sudare il Panathinaikos per 45′ e che l’Efes ha sconfitto il Baskonia. Al di là del risultato, a sorprendere in positivo è stata l’aggressività e l’intensità fisica con cui una squadra all’ultima posizione ha giocato la gara. Chapeau!

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Antonio Mariani

Laureando in Lettere presso La Sapienza di Roma e appassionato di Sport Business, viaggio ossessivamente per studiare le culture sportive nel mondo. Amante della narrazione, la studio, la ammiro e la pratico in ogni sua forma.
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