L’Olimpia salva l’onore, ma il Real Madrid è troppo forte

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Il Real Madrid soddisfa le previsioni della vigilia e s’impone senza troppo soffrire al Mediolanum Forum contro un’Olimpia non brutta, ma che comunque non ha mai dato l’impressione di poter far suo l’incontro. Alla fine l’anticipo della 26ª giornata si è chiuso sul 77-88, risultato che permette ai blancos di fare un importante passo avanti verso i Playoffs, mentre Milano resta ancorata alle parti basse della classifica.

Analizziamo quanto accaduto nella capitale lombarda attraverso i nostri consueti cinque punti.

  • Defense, what defense? L’Olimpia Milano ha giocato una buona partita in attacco, con un Curtis Jerrells scatenato, capace di mettere a referto 18 punti (4/7 in triple), conditi da 6 assist e 3 rimbalzi in neanche 25 minuti. Anche Mindaugas Kuzminskas, Andrew Goudelock e Vladimir Micov sono andati in doppia cifra. I problemi la squadra di Simone Pianigiani li ha evidenziati soprattutto dietro, non riuscendo a contenere le sfuriate degli spagnoli, capaci di segnare con percentuali pazzesche, soprattutto l’irreale 59% (13/22) in triple.
  • Facundo Campazzo non fa rimpiangere Luka Doncic. La compagine allenata da Pablo Laso è piena di risorse. Se già si era detto e ripetuto che una delle chiavi dell’esplosione di Doncic era stato il grave infortunio subito da Sergio Llull, playmaker titolare, l’estate scorsa, adesso è  stato l’argentino ad “approfittare” della mancanza del talento sloveno, fermo un paio di settimane per un fastidio ad una coscia. Campazzo ha portato a termine una partita maiuscola, con 14 punti, 11 assist e 6 rimbalzi (27 di valutazione).
  • Presenza italiana impalpabile in campo. Poco, anzi, pochissimo protagonismo per gli italiani nelle file di Milano. Il solo Andrea Cinciarini ha giocato per 22 minuti (con 7 punti, 3 rimbalzi e 2 assist). Per Davide Pascolo 5 minuti in campo con un solo tentativo di canestro (una tripla sbagliata), per Marco Cusin un gettone di presenza per 3 soli secondi e un altro DNP (Did Not Play) per Awudu Abass. A cosa serve cambiare le regole nel campionato italiano per far tesserare più giocatori nazionali dai club se poi in Europa se ne stanno seduti in panchina?
  • Il Real Madrid domina da tutte le distanze. Il 59% in triple messe a segno dai blancos è indubbiamente una delle chiavi del successo della compagine spagnola, ma non il solo. Gli uomini di Pablo Laso non “abusano” del tiro dalla lunga distanza, neanche in serate nelle quali si dimostrano particolarmente in palla. Il gioco messo in campo è sempre vario e anche i lunghi giocano un ruolo fondamentale sia in attacco (basti pensare ai 15 punti realizzati da Gustavo Ayón) che in difesa (3 stoppate per Walter Tavares e 8 rimbalzi per Trey Thompkins).
  • Obiettivi differenti in gioco. La Regular Season dell’Eurolega 2017-18 sta volgendo al termine. Mentre il Real Madrid si avvicina alla qualificazione matematica per i Playoffs ed è immersa in un’intensa lotta per conquistare un posto tra le teste di serie in vista della seconda fase, l’unico obiettivo dell’Olimpia Milano è quello di finire meno in basso possibile ed evitare l’ultimo posto in classifica rimediato l’anno scorso. La differenza di motivazione si è vista in campo. Sì, in fin dei conti il risultato non è stato neanche male, la prestazione offensiva è stata discreta e il pubblico al Forum ha assistito a una partita gradevole. Pero “competere” è un’altra cosa.

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Antonio Mariani

Laureando in Lettere presso La Sapienza di Roma e appassionato di Sport Business, viaggio ossessivamente per studiare le culture sportive nel mondo. Amante della narrazione, la studio, la ammiro e la pratico in ogni sua forma.
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