Effetto Pesic: il Barça vince la Copa del Rey

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Se qualcuno una decina di giorni fa avesse detto che il FC Barcelona avrebbe vinto la Copa Del Rey probabilmente sarebbe stato sottoposto alla prova del palloncino per valutarne la sobrietà o semplicemente gli si sarebbe riso in faccia. Dopo la sconfitta casalinga contro l’Olimpia Milano in Eurolega dell’1 febbraio ed aver nettamente perso in campionato sulla pista del Baskonia la domenica successiva, infatti, il club catalano aveva toccato fondo e il giorno successivo veniva destituito Sito Alonso.

Dopo la soluzione interina con Alfred Aulbe e una nuova sconfitta europea in quel di Tel Aviv, il Barça annunciava aver raggiunto un accordo con l’esperto tecnico serbo Svetislav Pesic fino a fine stagione. “Vengo per vincere”, aveva chiaramente detto il carismatico coach, e le vittorie non si sono fatte attendere. Dopo il netto successo in campionato contro il Bilbao Basket di domenica scorsa, alla prima occasione un rinato Barça ha alzato al cielo un trofeo importante come l’undicesima Copa del Rey, sorprendendo un po’ tutti.

Che la rosa a disposizione del club catalano valesse di più del penultimo posto in Eurolega e del quarto in campionato era chiaro, ma un cambio così repentino non era previsto neanche dai più ottimisti tifosi del Barça. Pero la Coppa, si sa, è una competizione speciale, e i blaugrana hanno saputo dare una scossa all’ambiente nel momento giusto per presentarsi all’appuntamento di Gran Canaria senza nulla da perdere e con tanta fame di vittorie.

I blaugrana hanno battuto 90-92 il Real Madrid in una finale emozionante. Andiamo ad analizzare la sfida attraverso i classici cinque punti.

  • Ottima partenza dei blancos e recupero dei blaugrana. Il Real Madrid era partito meglio. L’inizio della gran finale di domenica sera sembrava rispettare un copione già scritto e visto in occasione delle ultime quattro edizioni dei trofeo, durante le quali la compagine di Pablo Laso aveva conquistato il titolo di campione. Il primo quarto si era chiuso con il Real Madrid avanti 21-15, poi forse però i campioni in carica si erano rilassati, ed erano stati aggrediti da un rivale sceso in campo lottando su ogni pallone. Il Barça ribaltava la situazione e riusciva ad andare negli spogliatoi in vantaggio per 34-40.
  • Il Barça dilaga e poi contiene il disperato tentativo di rimonta del Real Madrid. Probabilmente scosso da come si era chiuso il secondo periodo, il Real Madrid non riusciva più a buttare dentro un pallone. Il terzo quarto è stato tutto di colore blaugrana, con gli uomini di Pesic capaci di andare all’ultimo riposo dominando 52-67. Il Real Madrid non si voleva dare per vinto e gli uomini di Laso hanno ritrovato l’energia per cercare di riacciuffare i rivali, non brillantissimi nelle ultime convulse azioni di gioco, e avevano avuto nelle proprie mani la palla che sarebbe valsa la vittoria o almeno i supplementari, ma il tiro di Fabien Causeur non aveva toccato neanche il ferro: la coppa era del Barça.
  • Supremazia a rimbalzo. Tra le varie statistiche di una partita di pallacanestro, quella dei rimbalzi offre sempre una chiave di lettura importante. Rimbalzo è molto spesso sinonimo di grinta, di seconde opportunità, di voglia di non arrendersi, di lotta… E nella finale di domenica sera il Barça è stato nettamente superiore al Real Madrid in quest’aspetto: 39-23, con 13 rimbalzi offensivi e 26 difensivi.
  • Thomas Heurtel, MVP della Coppa. Il playmaker francese del FC Barcelona Thomas Heurtel è stato eletto MVP della Copa del Rey. Il giocatore ha disputato tre grandi partite durante il fine settimana, con una media di 13.6 punti, 10 assist, 3.6 rimbalzi e 18.6 di valutazione. Il giocatore, uno dei pochi che si stavano salvando nel disastroso inizio di stagione soprattutto in Europa, con Pesic in panchina ha dato un passo avanti in quanto a livello di gioco ed implicazione, dimostrando di essere quel leader in campo del quale la squadra aveva un disperato bisogno.
  • Luka Doncic, una nuova finale finita tra le lacrime. Come in occasione della scorsa finale scudetto vinta dal Valencia Basket, si è ripetuta l’immagine di Luka Doncic seduto in panchina sconsolato e piangendo per la sconfitta dei suoi. Il giovane talento sloveno, MVP della squadra in tutte le competizioni ed attuale MVP dell’Eurolega, non è stato autore di una gran finale, durante la quale solo ha messo a segno un tiro dal campo. 1/8 l’impietosa statistica (0/4 in triple): i 14 punti finali sono arrivati grazie al 12/16 in tiri liberi. La sua brutta prestazione è probabilmente valsa la sconfitta dei suoi, da lì la disperazione di un ragazzo di 18 anni che non può e non dovrebbe portarsi sulle spalle il peso di uno squadrone come il Real Madrid.

Ironia della sorte: Barça e Real Madrid si troveranno faccia a faccia il prossimo venerdì in occasione della sfida valevole per la 23ª giornata della Turkish Airlines Euroleague. Appuntamento alle 21.00 al Palau Blaugrana per la rivincita.

About Post Author

Antonio Mariani

Laureando in Lettere presso La Sapienza di Roma e appassionato di Sport Business, viaggio ossessivamente per studiare le culture sportive nel mondo. Amante della narrazione, la studio, la ammiro e la pratico in ogni sua forma.
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