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Dalle sorprese ai ribaltoni, con una certezza: Milano non esiste.

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Dopo l’addio di Avellino e Venezia, vittime di due splendide prestazioni di Cremona e Torino, quello che si è visto nella prima gara del venerdì di #postemobilefinaleight  ha rarissimi precedenti, senza esser certi che ne esistano di tale portata,  nella storia dell’Olimpia Milano. Umiliazione colossale da parte di una splendida Cantù, guidata al meglio da coach Sodini cui, a differenza del suo collega Pianigiani, non fanno difetto le idee chiare. Con quelle si vince anche se sei inferiore e nonostante un roster a pezzi causa infortuni, mentre con le ormai stucchevoli, inutili e dannose chiacchiere del titolare della panca meneghina, non si va da nessuna parte, o meglio, ci si garantisce un biglietto per l’inferno del basket, che solo l’imperizia milanese non oblitera.

Una partita chiusa dopo un paio di minuti, qualcosa di impensabile, qualcosa di gravissimo per l’atteggiamento di tutti i membri di squadra e staff meneghino, dal primo all’ultimo, fatta sola eccezione per Cinciarini e Pascolo, anime tuttavia impotenti di un corpo che non ha mai preso forma. E non può essere crollo, perché per crollare un edificio dev’esserci : l’edificio Olimpia è inesistente da inizio anno, salvo qualche sporadica eccezione. La gara di ieri è il logico completamento di un percorso tecnico di valore infimo.

Cantù merita un monumento, Sodini merita gli onori della cronaca, cosa che sarebbe già stata giustificata dalla stagione sinora: questa non è una ciliegina, questa è una torta vera e propria fatta di lavoro e sacrificio. Tutto quello che non esiste per gli avversari di ieri.

I 5 abituali punti delle nostre analisi oggi potrebbero essere… 105! Non vi è nulla di ironico, ma la sola realtà del campo: è parsa una gara tra una squadra ed un’accozzaglia di passanti disinteressati, per ognuno dei punti messi a referto da Jeremy Chappell e compagni.

La Coppa Italia, bellissima per emozioni nonostante un livello tecnico spesso inquietante, continua con le semifinali di oggi.

Cremona e Torino sono le storie di Sacchetti e Galbiati. Le storie del miglior gestore della nostra pallacanestro e di un giovane che vuole e può sognare. Li vorremmo entrambi in finale, non sarà possibile ma sarà splendido in ogni caso. Drake quindi non scherzava con quel “vinciamo noi”? Da oggi avremo maggior chiarezza, soprattutto quando scopriremo che vincerà una gara in cui l’atletismo sarà fondamentale. Tutti da godere i movimenti del suddetto Drake e di Vujacic senza palla: roba finissima anche se un po’ in là con gli anni. Boungou Colo intriga per letture. Kelvin Martin è pronto ad esplodere.

Brescia ha eliminato una Bologna molto più  che dimezzata dagli infortuni. Sempre ben organizzata la Leonessa, ovviamente ingiudicabili le V nere.. Oggi Cantù potrebbe essere a pezzi fisicamente oppure continuare a volare altissimo. Nulla da perdere, solo un gran bel trofeo da provare a vincere. Burns ha attributi da statua di bronzo, l banda Vitali gioca come pochi.

Queste sono le squadre migliori. Lo ha detto il campo, giudice supremo di fronte al quale “chiacchiere e distintivo” non servono a nulla.

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