Il Fenerbahce cade ad Atene: l’Olympiacos fa valere la legge del Pireo

Eurodevotion
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Una partita dominata in lungo e in largo, fin dalla palla a due. Un livello di intensità differente nei primi minuti che ha scavato un break che il Fenerbahce non è mai riuscito davvero a ricucire. L’Olympiacos vince e convince, scacciando una crisi di vittorie che sarebbe diventata grave in caso di mancato successo contro i campioni d’Europa. Una gara che gli uomini di Sfairopoulos hanno interpretato nella maniera giusta, controllando la gara dall’inizio alla fine senza alcun passaggio a vuoto. I veterani Spanoulis e Printezis hanno fatto a fette la difesa di Obradovic, incapace di trovare una soluzione efficace contro il pick’n’roll tra i due, che ha portato incalcolabili vantaggi all’attacco dell’Olympiacos, che aggancia proprio i tuchi in classifica. Ecco l’analisi della gara nei nostri cinque punti:

  • Controllo dei ritmi: una delle chiavi di lettura della gara individuate nella nostra preview è stata decisiva per il successo dei greci, che hanno imposto un ritmo furoreggiante in attacco e in difesa fin dalle prime battute, cogliendo di sorpresa un Fenerbahce che non si aspettava una partenza scattante dei greci. Il cuore e gli occhi della tigre scolpiti sui volti di Spanoulis e Printezis, due abituati alle grandi battaglie, dopo tre sconfitte nelle ultime quattro gare di EuroLega hanno indirizzato la gara fin dalle prime battute. Nel primo quarto l’Oly ha doppiato gli avversari nel punteggio (26-13), e ha chiuso con un rassicurante +16 alla prima sirena. I tentativi di rimonta del Fenerbahce non si sono mai concretizzati e il gap non è mai sceso sotto i tre possessi tra le due squadre nella seconda frazione. Al rientro dagli spogliatoi i greci hanno chiuso definitivamente la pratica;
  • Sfairopoulos, il demiurgo della difesa: spesso sottovalutato, quasi mai sotto la luce dei riflettori, però alla fine il suo Olympiacos è un piccolo gioiello scolpito sulla difesa. Perché è vero che il talento a disposizione è tanto, ma il gioco dell’Olympiacos è basato su un attacco a difesa schierata fatto di pick’n’roll, spaziature, letture, controllo. Per questo la squadra non sembra giocare ad alti ritmi, a meno che non possa correre in contropiede. Nella metà campo difensiva, la struttura costruita da Sfairopoulos funziona come un orologio svizzero, non c’è quasi mai una rotazione sbagliata, un errore, un  difetto. Un collettivo che fa della difesa il suo punto di forza e che ha imbavagliato anche uno degli attacchi più prolifici d’Europa, tenuto a 70 punti segnati;
  • Spanoulis e Strelnieks, la grande bellezza: parafrasando il film di Paolo Sorrentino capace di vincere l’Oscar come miglior film straniero, la coppia di guardie dell’Olympiacos gioca una partita pazzesca per intensità e soluzioni di gioco. Spanoulis e Strelnieks fanno della tecnica il loro punto di forza e trovano, nella serata del Pireo, la loro serata perfetta: 38 punti in due in poco più di 42 minuti complessivi sul parquet, con un fantascientifico 7/7 da tre complessivo, che fa il paio con il clamoroso 13/17 di squadra. Una delle chiavi della larga vittoria di stasera è attribuibile al predominio tecnico e mentale della coppia dell’Olympiacos sui pari ruolo avversari;
  • Obradovic, per una volta, insegue: il più grande allenatore di EuroLega, come lo ha definito Dusan Ivkovic in una recente intervista, per una volta si trova ad inseguire il suo rivale sul piano tattico. Con Sfairopoulos non è la prima volta che accade, anche se nell’occasione più importante – la finale dello scorso anno – Obradovic trionfò. L’allenatore greco è in grado di proporre soluzioni efficaci contro l’attacco del Fenerbahce, togliendo completamente i riferimenti alle fonti di gioco e ai realizzatori della squadra di Obradovic: Wanamaker, Datome, Melli e Thompson non entrano mai in partita, lasciando alle scorribande personali di Bobby Dixon il peso dell’attacco. Troppo poco per impensierire una difesa come quella greca, capace di rispettare il game plan dall’inizio alla fine, senza che Obradovic riuscisse a porre rimedio alla situazione di difficoltà della sua squadra, avvertita già dopo i primi minuti;
  • le parole degli allenatori: da un lato Sfairopoulos si gode un successo scaccia crisi, attribuendo grandi meriti ai suoi giocatori: “Abbiamo iniziato la partita nel modo giusto, giocando con cuore e lottando su ogni pallone. Abbiamo rispettato il piano partita iniziando forte la gara, non avrei saputo chi togliere dei giocatori che sono partiti in quintetto per l’intensità con cui hanno giocato. Sono felice che tutti e 12 i giocatori abbiano dato il loro contributo per portare a casa un successo importante a livello psicologico”. Obradovic invece ritiene di essere il responsabile della sconfitta contro i greci: “Era ovvio che volessero iniziare forte dopo i problemi che hanno avuto recentemente. Hanno meritato di vincere questa partita. Nella stagione ci sono momenti più o meno buoni, ma non riesco a capire perché oggi abbiamo giocato senza lottare, la colpa è mia”. Due grandi allenatori che sanno prendersi i meriti e le colpe per i risultati delle loro squadre e che puntano ad arrivare fino in fondo anche quest’anno.
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