Il Valencia sopravvive agli infortuni e a Shved e batte il Khimki

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Il Valencia Basket non si arrende e batte il Khimki Moscow Region 85-83. Con quattro vittorie nelle ultime sei partite di Turkish Airlines Eurolegue i taronja raggiungono il Barça e il Brose Bamberg a quota 7 vittorie, e mantengono vive le speranze di qualificarsi per i Playoffs, situati a quattro vittorie di distanza con dieci incontri ancora da disputare. E il Valencia ha ritrovato il suo gioco e una striscia di risultati positivi (gli uomini allenati da Txus Vidorreta vanno molto bene anche in campionato, dove sono secondi in solitario, dietro solo al Real Madrid) nonostante l’infermeria continui ad essere affollata.

Analizziamo attraverso i nostri cinque punti quanto successo alla Fonteta di Valencia la notte di venerdì.

  • Alexey Shved non riesce ad essere determinante. La stella del congiunto russo anche contro il Valencia Basket ha ricalcato i suoi numeri abituali in quest’edizione dell’Eurolega, con 22 punti, 5 assist e 20 di valutazione, ma non è risultato decisivo nell’economia del gioco dei suoi. È stato brava la difesa disegnata da Txus Vidorreta a contenerlo: “solo” 6/16 dal campo per lui, con un errore in un tiro libero nelle fasi finali dell’incontro che è costato la sconfitta dei suoi. Anche i migliori sbagliano, e a Valencia Shved ha fatto vedere di essere “umano”.  Ma non è un caso: i valenciani sanno difendere e l’hanno dimostrato.
  • L’infermeria locale continua a riempirsi. Neanche il tempo di godersi il rientro di Joan Sastre, anche se non ancora a pieno ritmo, che il Valencia Basket sta di nuovo facendo a meno di Bojan Dubljevic e, soprattutto, un nuovo infortunio grave ha colpito l’unico playmaker “sano” fino al momento, il belga Sam Van Rossom. Il giocatore è caduto rovinosamente a terra a inizio della ripresa e le sue smorfie di dolore non lasciavano presagire nulla di buono. Trasportato in ospedale per accertamenti, sabato mattina si è conosciuto il verdetto: rottura non esposta di tre vertebre lombari, stagione praticamente finita. Senza Guillem Vives, Antoine Diot e Sergi García, i taronja dovranno intervenire sul mercato in cerca di un play: potrebbero riportare Keith Langford in Eurolega?
  • Il fattore Tibor Pleiss e le pennellate del giovane Tryggvi Hlinason. L’incontro tra Valencia Basket e Khimki Moscow Region è stata una bella partita, emozionante, indecisa fino alla fine, con tanti spunti interessanti e che ha mantenuto tutti col fiato sospeso fino all’ultimo istante. Alla fine hanno vinto i padroni di casa, e una delle chiavi del loro successo va ricercata nel pitturato. E senza Dubljevic! Il tedesco Tibor Pleiss e il giovanissimo islandese Tryggvi Hlinason, che gioca nella categoria inferiore ed è stato chiamato tra i grandi per supplire l’assenza del montenegrino, hanno dominato in fase di rimbalzo. In particolare, i 4 rimbalzi offensivi del ventenne nordico in neanche 11 minuti in campo hanno dato importanti seconde opportunità in attacco ai suoi.
  • Tyler Honeycutt quasi impeccabile, ma gioca poco. Se per punti Shved è stato il migliore del Khimki, questo di certo non si può dire per quanto riguarda le percentuali di realizzazione. In questo caso, l’ala piccola californiana Tyler Honeycutt ha fatto molto più male, con 6/7 dal campo (3/3 in triple) in 18 minuti. Quando in squadra c’è un giocatore come Shved, che accentra il gioco su di sé, ovviamente è un’arma a doppio taglio: quando i canestri entrano, la squadra vince, ma altrimenti fa più fatica. In questo senso il Khimki è stato “meno squadra” rispetto al Valencia.
  • Erick Green, da “heroe-ball” a sesto uomo al servizio del gruppo. Eppure cambiare la mentalità di un giocatore abituato a vivere con la palla in mano è possibile. È la trasformazione che abbiamo visto del ruolo di Erick Green, che a inizio stagione era l’MVP assoluto, con prestazioni stratosferiche e punti e valutazioni straordinarie. Ma quello non era il gioco più consono al Valencia Basket, una squadra capace di vincere un inaspettato campionato senza prime donne e grazie alla forza del gruppo. E infatti, dopo le prime partite, i taronja erano incappati in un periodo buio, una spirale negativa di prestazioni e risultati, dalla quale sono usciti assieme, e con un nuovo Erick Green. L’ex Olympiacos si è messo al servizio dei suoi, e, uscendo dalla panchina, anche contro il Khimki è stato determinante: 11 punti (4/6 dal campo, con un 3+1 decisivo nelle fasi finali dell’incontro), 2 assist e 2 recuperi in 20 minuti. Meno protagonismo in quanto a quantità, ma più effettivo in quanto a qualità. Bravo Txus Vidorreta!

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Antonio Mariani

Laureando in Lettere presso La Sapienza di Roma e appassionato di Sport Business, viaggio ossessivamente per studiare le culture sportive nel mondo. Amante della narrazione, la studio, la ammiro e la pratico in ogni sua forma.
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