Unione e coraggio, Milano supera Malaga

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L’Olimpia conquista una vittoria sofferta durante l’arco della gara, ma sostanzialmente in pugno già dopo i primi 10′ di gioco, contro una Malaga che conferma il suo momento negativo. Coach Plaza temeva Milano perché “affamata di vittorie” e il parquet del Forum è stato il teatro delle sue paure. Parte meglio l’Unicaja con uno 0-4, ma subito si sblocca Goudelock dai 6.75 e, con lui, tutta la squadra che realizza 31 punti nel solo primo periodo. Il secondo periodo mantiene un sostanziale equilibrio tra le squadre, ma un errore nella scelta di tiro a pochi secondi dall’intervallo regala agli spagnoli la tripla del -6 (50-44) con cui le squadre vanno negli spogliatoi. L’inizio del terzo periodo vede un parziale di 0-7 firmato Malaga, al quale la squadra di Pianigiani risponde con concretezza e cuore, riprendendo in mano il match e conducendolo fino al suono dell’ultima sirena, quando il tabellone luminoso recita 101-87.

Analizziamo il match nei consueti 5 punti:

  1. Ritmo. Lo stadio finale della composizione di una squadra, ciò a cui ogni allenatore ambisce. Il ritmo difensivo nell’attaccare l’avversario e costringerlo a un determinato tiro, impedendogli di arrivare in un determinato punto da un determinato giocatore, e il ritmo offensivo nel capire quanto spingere velocemente il pallone in avanti, quanto far circolare la palla e quando cogliere impreparata la difesa. Una squadra che sa gestire il ritmo è una squadra piacevole da vedere perché solitamente unita e sincronizzata: contro Malaga l’Olimpia ha avuto ritmo, lo ha imposto agli avversari e ha condotto la partita con l’eleganza di un direttore d’orchestra fino all’applauso finale del Forum.
  2. Pazienza. Può considerarsi una sotto-categoria del ritmo, ma fa tutta la differenza nella fase del gioco. Milano ha raramente avuto pazienza durante il corso della stagione e vedere come ha gestito i possessi nella gara contro gli spagnoli è sicuramente una nota positiva: senza mai rinunciare a un tiro aperto (o quasi) la squadra di Pianigiani ha sfiancato la difesa avversaria con possessi ragionati. Sempre la pazienza ha permesso ai meneghini di comprendere il momento migliore del compagno e cercarlo per arrivare più facilmente sul fondo della retina. Dan Peterson ha sempre sostenuto che ogni passaggio indebolisce la difesa e nel match di ieri questo è stato di sicuro un fattore.
  3. Linguaggio del corpo. C’è poco da fare, si vede quando una squadra vuole vincere e quando una vittoria o una sconfitta non tange più di tanto. La Milano di ieri ha lottato a rimbalzo, avventandosi con una cattiveria agonistica tale da trascinare e coinvolgere il pubblico come gladiatori in un’arena. Il linguaggio del corpo di Tarczewski nel prendere e ricevere botte sotto le plance, il talento e il coraggio di Kuzminskas, la follia (positiva questa volta) spavalda di Goudelock, la sicurezza di Theodore e M’Baye che cade dopo un tiro, il suo corpo non fa in tempo a posarsi sul parquet che è nuovamente in piedi per correre in difesa. Questi atteggiamenti fanno la differenza portando dalla propria parte minimi dettagli che, sommati, sono il conto portato dalla sirena del quarto periodo.
  4. I blocchi. Un tema ricorrente durante le analisi delle partite. Anche nella partita di ieri ha una rilevanza sostanziale. Malaga non è riuscita a giocare una bella pallacanestro per la pessima qualità dei blocchi portati lontano dalla palla: solo Augustine ha garantito dei vantaggi con i suoi blocchi, ma solo nei pick&roll. La fase offensiva della squadra di Plaza è stata esteticamente brutta, difficoltosa nella creazione di vantaggi, portata a 87 punti da prestazioni sopra la media, inaspettate dalla difesa milanese. D’altra parte la qualità dei blocchi dell’Olimpia ha creato notevoli vantaggi e ha permesso una circolazione di palla più fluida rispetto al solito.
  5. Coraggio e serenità. Entrambe le squadre non stanno attraversando un momento positivo in stagione, soprattutto Milano. La partita tra l’Unicaja e l’Olimpia sarebbe stata vinta dal coraggio messo in campo, dalla capacità di trasformare il nervosismo in cattiveria agonistica fino a far trasparire una serenità sui volti dei giocatori in campo. Malaga era spaesata sul parquet, tenuta in gara da un Brooks in giornata di grazia e dal solito Nedovic, senza che ci fosse armonia e confidenza sul campo. D’altra parte ha impressionato come Theodore abbia eseguito una regia pressoché perfetta, con ottime scelte e tanta lucidità. Goudelock ha tirato 6/8 da 3 punti, letteralmente impavido. Così Kuzminskas, un talento impressionante che ha realizzato cifre ottime con una scioltezza imbarazzante.

About Post Author

Antonio Mariani

Laureando in Lettere presso La Sapienza di Roma e appassionato di Sport Business, viaggio ossessivamente per studiare le culture sportive nel mondo. Amante della narrazione, la studio, la ammiro e la pratico in ogni sua forma.
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2 thoughts on “Unione e coraggio, Milano supera Malaga

  1. Mi piace essere positivo, e lo sono riguardo ieri sera. Ma forse la difesa non e’ stata ancora la’ dove dovrebbe, meglio di altre volte ovviamente ma Brooks, Nedovic, e Augustine li ho visti fare un po’ quel che volevano spesso. Comunque bella partita, per via, come dici tu. soprattutto del ritmo. Dai per la prossima !

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