Bamberg ha più fame e batte uno Zalgiris sorprendentemente molle

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Una sola vittoria nelle ultime otto gare non era il biglietto da visita migliore dei tedeschi per sfidare una squadra che dal 9 di novembre, data in cui trionfo’  al Forum, aveva un record di 9 vinte e 3 perse, praticamente l’eccellenza assoluta. Era la sfida tra due delle squadre meglio allenate d’Europa, sicuramente quelle il cui valore globale è ben superiore alla somma di quelli dei singoli. La recente sfida (19 dicembre) alla Zalgirio Arena aveva entusiasmato proprio per la qualità tecnica di squadra espressa da entrambe le protagoniste e la vittoria lituana era stata la classica dimostrazione di quanto W ed L siano facce diverse, spesso, di una stessa medaglia, file di dettagli che non necessariamente assegnato meriti maggiori a chi prevale. La stessa qualità tecnica  è un poco mancata ieri sera rispetto a quella prima gara, soprattutto da parte dei baltici in termini di voglia e conseguente intensità.

Andrea Trinchieri assente per un intervento chirurgico, sulla panchina del Bamberg sedeva Ilias Kantzouris, 44enne greco con lunga esperienza di assistentato in patria, nonché ex di turno per una precedente esperienza allo Zalgiris.

  • Il primo tempo si è un po’ trascinato senza grandi scosse fino ai minuti finali in cui lo Zalgiris ha espresso il suo volto migliore, andando al riposo con un vantaggio di 7 punti (37-44). E questo volto migliore deriva da una caratteristica fondamentale del gioco organizzato di Jasikevicius, ovvero la massima attenzione ai minimi dettagli, che si accompagna ad una esecuzione che avviene a velocità ben superiore a quella delle difese che incontra. E’ fattore non da poco perché permette di limare l’evidente gap con almeno una dozzina di squadre di questa Eurolega. Chiave, in questo senso, il ruolo di Kevin Pangos, metronomo fondamentale.
  • Bamberg vince soprattutto in virtù della superiorità vicino al ferro di Musli e Rubit, autori di un complessivo 14/23 da due condito da 13 rimbalzi. Kavaliauskas e Brandon Davies non tengono botta ed il santone Jankunas non è in grado di incidere. Il solo Aaron White offre una prova di grande energia, nonché multidimensionalità, essendo lungo in grado di attaccare il ferro in modi e tempi assai diversi. E’ lui che tiene a galla i suoi nel finale, ma anche questo non basta in un quadro per una volta troppo “soft”. Giocatore interessante che, tuttavia, alterna giocate di assoluto spessore, tecnico ed atletico, ad errori marchiani. Lavorare con Saras può farne qualcosa di importante a queste latitudini.
  • Arturas Milaknis e Daniel Hackett. Il primo oggi vale i migliori tiratori del continente. Al classico piazzato sugli scarichi ha aggiunto una buona esecuzione anche in situazioni più dinamiche: l’impressione, netta, è quella di un giocatore che ha lavorato moltissimo ed ha raggiunto, in età non più tenera (è un 1986), maturità e consapevolezza. La guardia italiana fa semplicemente tutto ciò che è necessario per vincere la partita, dai liberi ad un “long two” che tanto ricorda una prodezza vincente ai tempi di Milano contro il Bayern. Con Rubit si contende il titolo di MVP.
  • La difesa degli uomini di Jasikevicius passa il colpo e non è notizia da trascurare. Anche in occasione di tante gare vinte, il coach aveva sottolineato come si dovesse ringraziare prove balistiche di un certo livello per quei successi, mentre era necessario alzare l’asticella dietro per avere continuità e rischiare di meno. In una serata in cui l’attacco è stato solo Milaknis e White, con la benedizione  di 10 cioccolatini da Pangos, questo limite ha voluto dire sconfitta. Ed è l’unico dubbio che può separare i lituani dal sogno Playoff, che è lì, a quota 16 W (ne mancano 5), ma quel che ancora serve sappiamo che non viene regalato da nessuno in questa lega. Evidente dimostrazione della pochezza lituana nella propria metà campo è stata l’efficacia assai ridotta dei raddoppi sulle rimesse dal fondo. Marchio di fabbrica a lungo in stagione, è stato superato spesso con facilità a causa di rotazioni molto pigre.
  • Il calendario è fondamentale per entrambe le squadre. Zalgiris che giocherà in casa 4 delle prossime 6 e gli avversari saranno Valencia, Maccabi, Khimki e Barcellona, alternati ad un complicato viaggio ad Oaka ed uno sulla carta più agevole in casa Efes. E’ necessario far cassa in queste gare, poiché dopo arriveranno, nello sforzo finale, le sfide con tutte le big e la trasferta col Baskonia, a parte il turno casalingo con Milano. Bamberg se vuole provarci deve assolutamente portare a casa la gara di Barcellona domani sera, poiché dopo si va a Mosca, prima di ricevere il Pana e volare a casa di Obradovic. Un paio di successi in questa serie darebbero lo spunto per tentare il miracolo negli ultimi 8 turni. Difficile, molto.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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