Baskonia irresistibile, Olympiacos troppo brutto per essere vero: è severa asfaltata alla Fernando Buesa

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Una di quelle notti di Eurolega in cui può succedere di tutto ed in effetti succede perfino di più. Vittoria clamorosa del Baskonia su un Olympiacos presente solo 10 minuti: sia chiaro, clamorosa nella forma, mentre nella sostanza ci sta benissimo, essendo i baschi una squadra potenzialmente di altissimo livello che, dopo un inopinato 0-4 iniziale, figlio del prematuro fallimento della gestione Prigioni, sta viaggiando con un record di 8-5 (8-9 il globale) che varrebbe tranquillamente un piazzamento Playoff tra la quarta e la sesta-settima piazza. Quello che va in scena alla Fernando Buesa è francamente imprevedibile, con l’ex capolista del Pireo che subisce la peggior sconfitta della stagione, nel quadro di una torneo finora pressoché perfetto.

  • Le parole dei coach, innanzitutto. Nessun dramma e tanta consapevolezza in Ioannis Sfairopoulos: «Abbiamo giocato un quarto, poi siamo usciti dal campo. Complimenti a loro, ottima gara. Abbiamo perso concentrazione, ci siamo innervositi, abbiamo sbagliato troppi tiri aperti ed questo ha causato il collasso». Evidenti le certezze, sempre in controllo del suo gruppo e senza banalità di sorta. In casa basca, Pedro Martinez sottolinea «la positività dell’aver condiviso la palla e di una difesa di alto livello. Ottima W contro avversari eccellenti che ci tiene in piena corsa Playoff».
  • I numeri, più che eclatanti. Alcuni rendono l’idea dell’accaduto meglio di altri. Vitoria segna 36 punti nel terzo quarto. Greci che tirano 5/30 dall’arco. 46 a 31 il divario a rimbalzo. 19 assist e sole 6 perse per i padroni di casa. 70-33 il parziale dopo il primo quarto. Solo il CSKA, comunque battuto al Pireo, aveva raggiunto quota 86 contro la miglior difesa del continente (ad 85 arrivò Milano, anch’essa sconfitta). Un seppur discreto 14/26 da due con 15 assist e 13 perse non può essere sufficiente all’Oly per stare in partita in questo contesto.
  • Il duello sotto canestro: Voigtmann e Poirier hanno fatto a pezzi McLean e Milutinov. Fatturato globale di 32 punti e 14 rimbalzi con 12/19 da due (il tedesco ha aggiunto anche 1/2 da tre), contro 11 punti e 6 rimbalzi con soli 4 tentativi dal campo (3 a segno) per i lunghi ospiti.  L’impressione è stata quella di un dominio costante e progressivo, iniziato fin dalle ultime fasi del primo quarto, in cui, se Milutinov ha sofferto la mobilità, McLean è andato sotto di brutto in termini di fisicità e peso. Un reale “no contest” che, se aggiunto all’abituale ferocia agonistica di Toko Shengelia ed al dominio  di Granger e Beaubois su Spanoulis e Strelnieks, dà piena misura del punteggio finale. Ed allora puoi permetterti anche un Timma decisamente sotto gli standard ed un Marcelinho Huertas seduto.
  • Patricio Garino. Il 24enne argentino di Mar del Plata con cittadinanza italiana comincia  a far vedere qualcosa di un potenziale che in tempi recenti ha sfrugugliato persino gli Spurs ed in forma minore i Magic. Campione NIT nel 2016 con i Colonials di George Washington, in finale contro i Crusaders di Valparaiso, è oggi alla prima vera stagione in cui può trovare la dimensione reale del suo valore, che non è e non può essere marginale. Detto degli Spurs, diciamo che Vitoria è un altro posto dove di scommesse sconosciute ai più se ne sono vinte tante. La “garra” vista ieri, a partire dal secondo quarto, è garanzia di voglia di emergere. Le doti tecniche ci sono, seppur ulteriormente sgrezzabili. Il paragone con Alessandro Gentile non è così azzardato. Ha già 24 anni, vero, ma è comunque giocatore in grado di metterne 13,4 con 4,8 rimbalzi  a serata nel recente torneo delle Americhe FIBA, perso dalla sua Argentina in finale contro gli USA (81-76). Dopo un inizio di stagione complicato per guai fisici importanti, ora comincia la sua vera Eurolega ed il buongiorno non è stato dei peggiori. Come si usa dire, #trusttheprocess.
  • Il calendario basco è assai particolare. Se le prossime 6 gare presentano trasferte assai complicate, a partire dalla visita in casa Real di mercoledì prossimo, poi seguita da Malaga, Panathinaikos e CSKA, alternate a turni casalinghi con Milano e Stella Rossa, sulla carta decisamente più agevoli, la faccenda cambia diametralmente nel finale di stagione regolare. 7 partite di cui 5 casalinghe (fuori solo con Valencia e Barça) e per ben due volte si giocherà in casa consecutivamente. In pratica dall’1 marzo al 5 aprile il Baskonia viaggerà solo in Spagna, con relative tempistiche ed incidenza sulla stanchezza. E’ vantaggio inestimabile che vuol dire potersi allenare e riposare di più,  affrontando un percorso che può solidamente garantire un posto nella postseason. Molto più bilanciati gli impegni dei greci, attesi al riscatto al Pireo contro il Maccabi, prima di volare il giorno dopo a casa di Bartzokas, uno che coi “reds” non ha fatto proprio male.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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