Milano crolla nel finale: decima sconfitta in Eurolega ed i Playoff sono solo un miraggio

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Era una gara di bassa classifica europea e le premesse sono state pienamente rispettate. Niente fenomeni nelle due squadre, né in campo, né in panchina, di conseguenza i valori espressi sono stati reali: brutta pallacanestro, accettabile solo per intensità a sprazzi ed assai aiutata dalla negativa performance dell’avversario. Come accadde ad Istanbul tra Efes ed Olimpia, nessuna delle due avrebbe meritato di vincere, poiché tutto quanto fatto di positivo ha avuto il colpevole supporto di un rivale troppo accondiscendente od autodistruttivo.

Malaga ne esce col sogno Playoff a due gare di distanza in classifica, sebbene si tratti di opzione assai improbabile, mentre Milano quel sogno non lo può più nemmeno accarezzare, a dicembre. Come possa, una squadra che  ha perso 10 partite su 14, vincerne 12 delle prossime 16, appartiene all’immaginazione più fervida.

Gli abituali 5 punti per provare  capire cosa sia successo al Martin Carpena.

  • Parziali e qualità. Ancora una volta una gara di Milano vede un serie di parziali clamorosi, da un parte e dall’altra. Detto che è tendenza generale, nel caso biancorosso si evidenzia come, in stato di grazia, ovvero quando si fa canestro, si coprano facilmente le falle di un sistema che è qualitativamente assai basso, mentre quando sale la pressione e ci vorrebbe un’ancora tecnica cui aggrapparsi (leggi organizzazione di gioco), scende la notte e si affronta la difficoltà individualmente, senza via di uscita. Sarà cambiato il gioco, saranno cambiati (purtroppo) i protagonisti, ma leggere che “si è giocato bene per un certo numero di minuti e poi..” è una cosa che si commenta da sola. I minuti da giocare bene sono gli ultimi 5: da sempre è così, per sempre sarà così. Perché nei primi 30′, le gare non le vinci, al limite le puoi perdere. Servissero indicazioni, il riferimento si chiama Vassilis Spanoulis e la sua “ennesima” tripla che ha vinto la gara ieri sera.
  • La difesa milanese, quando sale di tono, ha raggiunto un livello almeno accettabile, cosa che ad inizio stagione non si vedeva. Chiaro che il secondo quarto di Malaga sia anche un suicidio balistico, tuttavia se l’intensità sale e si prova almeno a correre un po’, le cose vanno meglio. Correre e ritmo: viste le difficoltà, sempre uguali da tre mesi, dell’attacco Olimpia, dopo i primi 10-12″ del possesso, è assolutamente necessario che proprio quel ritmo salga di colpi, perché da fermi non ci sono uomini in grado di fare male agli avversari.
  • Jeff Brooks era già di suo un pessimo ricordo per Milano. L’atletismo che fece a pezzi il Banchi 2 era il vero segreto della Sassari scudettatta. A tre anni di distanza, Milano non ha avuto armi da opporre in termini di esplosività ed attività sui 28 metri. Giocatore importante, potrebbe essere arma letale in squadre di primo piano dalla panchina. Intanto 15+11 con un assist ed un recupero, senza perse. MVP.
  • Due semplici annotazioni, che possono essere importanti, tra l’informazione e le domande sospese. Dada Pascolo, secondo fonti #eurodevotion, sta bene da tempo. Il suo utilizzo limitatissimo e le sue esclusioni recenti sono il semplice frutto di scelte tecniche. Il doppio turno europeo porta con sé ovvi problemi di stanchezza ed usura. La domanda che sorge spontaneamente è perché, dopo aver giocato 48h prima, si utilizza una rotazione sostanzialmente a 7, con altri 4 uomini impiegati per un totale di 28’51” (dai 3’34” di Jefferson ai 10’13” di Jerrells)? Semplici questioni su cui far chiarezza aiuterebbe a comprendere meglio, senza giudicare ed essere giudicati. Se mancano quelle famose “energie”, dopo mesi di stagione, è fondamentale capirne il perché. 
  • 15 rimbalzi offensivi concessi su 45 palloni disponibili sotto le proprie plance: così perdi ed è giusto che accada, soprattutto in una gara dai contenuti tecnici limitati. Dal “gol” decisivo di Augustine sul “cross” di Milosavljevic, ai tripli possessi del primo tempo, la lista è lunga, troppo. E la principale colpevole è la mancanza di concentrazione: dovuta alla stanchezza? Per favore, basta con questa storia. Tutti sono stanchi, tutti partono con le stesse problematiche: chi è bravo le gestisce, chi se ne lamenta le subisce. Le parole di Trinchieri di ieri dovrebbero essere stampate sul calendario di Eurolega. La serie di episodi negativi che avrebbe colpito Milano causandone diverse sconfitte è troppo estesa per essere ancora considerabile episodio. Come se ne esce? Si chiama lavoro e ci sono tutte le condizioni per farlo, laddove la “comfort zone” dei giocatori è perfino troppo estesa.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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