Milano doveva vincere. E vince

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Non era importante come, contava soltanto portare a casa la vittoria e Milano l’ha fatto da Milano: vince, rischia di perderla e la rivince contro un Baskonia poco incisivo e con troppa poca energia per lunghi tratti della gara. A 8’38” dal termine sembrava finita, quando la tripla di Jerrels valeva il +25, 85-60; poi un corto circuito ha rischiato di vanificare una partita di voglia e determinazione, ma agli spagnoli non è riuscita la rimonta. Al suono dell’ultima sirena il tabellone luminoso recita 92-85 in favore dei padroni di casa.

Analizziamo la partita nei nostri 5 punti:

  1. Intensità. Parola chiave per descrivere questa partita, sia se la vediamo nella sfumatura di energia sia se la vediamo nella sfumatura di frenesia. Milano ha giocato 30′ di altissimo ritmo, correndo e spendendo tante energie, elemento a cui non ha saputo rispondere il Baskonia che invece ha dato la sensazione di eseguire il compito assegnato da coach Martinez. Quando l’intensità dei meneghini è venuta meno è mancata la lucidità che doveva dare il cambio all’intensità. Per fortuna dei ragazzi di Pianigiani gli spagnoli non sono riusciti a completare la rimonta, commettendo errori anche banali.
  2. Controtendenza. Le decisioni sempre più condivise degli allenatori di EL stanno ricadendo sul peso dello scarto nelle sconfitte, progressivamente sempre minore, che portano ad abbandonare la nave quando ci si appresta a vivere l’ultimo periodo in uno svantaggio consistente. La partita tra Milano e Baskonia ha mostrato il contrario, con un rientro quasi eroico dei baschi in partita, recando un ulteriore dispendio di energie per le due squadre in campo considerando anche il doppio turno in questa settimana.
  3. Costruzione. La costruzione del tiro da parte di una squadra è uno dei momenti più belli e coinvolgenti del basket, quello che dimostra come il lavoro tattico durante la settimana viene poi applicato sul campo. Per rendere efficace la costruzione di un tiro ad alti livelli è fondamentale corroborarla con la giusta intensità, velocità e rapidità sinaptica nelle letture di gioco. Nella partita di ieri ciò che è mancato, o meglio, visto a tratti è stata proprio la costruzione di un tiro che non fosse un “mettersi in proprio”. Baskonia ha provato ad applicare i propri schemi, ma è mancata l’energia giusta per non farsi fermare dall’intensità di Milano. D’altra parte Milano è stata più irrazionale e ha costruito di meno, essendo però più cocnreta
  4. Jerrels. Può piacere o non piacere, spesso considerato egoista e un limite allo sviluppo del gioco di Milano. Ieri ha registrato una bella prestazione, con 15 punti e 7 assist in 14′ di gioco, dimostrando di avere il carisma e la freddezza del leader. Il suo ritorno a Milano è più che positivo per i biancorossi.
  5. Identità. Una parola che abbiamo utilizzato molto nel corso della stagione per contraddistinguere squadre da Squadre. Solitamente è il coach a imprimere la sua idea di pallacanestro sulla squadre e, quando manca ciò, la squadra ha un grande handicap in Eurolega. Nel match di ieri Milano non ha mostrato tanto un’identità tattica marcata, quanto piuttosto una frenetica ed energica voglia di vincere. Se si utilizza quanto visto ieri come base per questo gruppo, allora sarà possibile creare con il tempo (che stringe sempre di più) una maggiore qualità tattica. Importante al fine di questo passo in avanti è la serenità, corroborata da voglia e pazienza.

 

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Antonio Mariani

Laureando in Lettere presso La Sapienza di Roma e appassionato di Sport Business, viaggio ossessivamente per studiare le culture sportive nel mondo. Amante della narrazione, la studio, la ammiro e la pratico in ogni sua forma.
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