Il Barça dura un quarto, poi soccombe allo strapotere del Fenerbahçe

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I campioni in carica del Fenerbahçe visitavano il sempre difficile parquet del FC Barcelona Lassa, un Palau Blaugrana convertito a tratti in una bolgia, che può “spaventare” parecchie squadre rivali, ma di certo non i turchi, abituati a questo ed altro.

La sfida si è chiusa con un’importante vittoria in trasferta per gli uomini allenati da Zeljko Obradovic. Un 68-83 che permette al Fenerbahçe di cogliere l’ottavo successo in quest’edizione della Turkish Airlines Euroleague, raggiungendo il terzo posto in classifica, dietro a CSKA e Olympiacos a quota nove.

Andiamo ad analizzare quando successo in Catalogna attraverso i consueti cinque punti.

  • Le ottime percentuali realizzative del Barça sono durate un quarto. I padroni di casa hanno chiuso il primo parziale mettendo a segno 28 punti (5/5 in triple con Adrien Moereman, Rakim Sanders ed Adam Hanga), per poi realizzare solo 40 punti nei successivi tre quarti della partita. Il Fenerbahçe ha chiuso in difesa facendo sì che, durante i successivi 30 minuti di gioco, i blaugrana potessero mettere a segno solo 2 triple (una di Heurtel e una di Oriola).
  • Luigi Datome e Nicolò Melli re dei rimbalzi. I due italiani in forza al Fenerbahçe sono rimasti parecchi minuti in campo: otre 31 Datome e 29 e mezzo Melli, e tra i due sembrava esserci una “battaglia” per vedere chi prendeva più rimbalzi. Alla fine ha vinto Gigi con 9 (4 in attacco) contro gli 8 di Nicolò (2 in attacco). I due hanno guidato questa classifica, ed entrambi hanno messo a segno 7 punti, giocando molto per la squadra e risultando fondamentali nello scacchiere di Obradovic.
  • Kevin Séraphin fa, Ante Tomic distrugge. Il Barça ha dimostrato di essere una squadra forte e temibile quando il francese Kevin Séraphin è in campo, ma è diventata assolutamente vulnerabile quando l’imponente centro si è seduto in panchina. Ante Tomic, utilizzato come uomo di rotazione, non è riuscito a mantenere lo stesso livello e la squadra ne ha risentito. 12 punti e 9 rimbalzi per Séraphin in 25 minuti; 1 punto e 2 rimbalzi per il croato in 11 minuti e mezzo.
  • Kostas Sloukas è la mina vagante del Fenerbahçe. Il playmaker greco, entrato in campo con la seconda unità e utilizzato spesso in posizione di guardia giocando assieme a Brad Wanamaker, è stato ancora una volta il massimo realizzatore dei suoi con 17 punti. Neanche una tripla: tutti canestri in penetrazione e tiri liberi conquistati per falli subiti sempre avvicinandosi al canestro. Il giocatore si è avvalso della sua agilità per attaccare il ferro, sfruttando i blocchi dei suoi compagni, ed è risultato letale per il Barça, che non sapeva come fermarlo.
  • Frustrazione, palle perse e fallo tecnico. Il Fenerbaçe illude, poi colpisce ed affonda. Dopo il bel primo quarto, il Barça pensava di poter portare a casa una prestigiosa vittoria contro i campioni in carica, e dopo l’intervallo, chiuso praticamente in parità (38-39), gli uomini di Sito Alonso volevano ripetere il primo parziale. Il Fenerbahçe, con la sua difesa magistrale, non gliel’ha permesso, e lì si è iniziata a vedere una certa frustrazione da parte dei padroni di casa, che hanno perso 11 palloni in tutto (contro i 5 de i turchi), permettendo agli avversari di scappare nel marcatore. Ormai c’era poco da fare, e lo scatto d’ira contro l’arbitro di Sito Alonso è stato un segno in più della sua esasperazione. Ma contro l’armata di Zeljko Obradovic non c’è molto da fare. Chi segue la squadra turca anche in campionato riconosce questo schema: spesso e volentieri gli avversari iniziano avanti nel primo quarto, poi il Fenerbahçe rimonta e va all’intervallo in parità, per poi colpire nel terzo quarto ed affondare nell’ultimo.

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Antonio Mariani

Laureando in Lettere presso La Sapienza di Roma e appassionato di Sport Business, viaggio ossessivamente per studiare le culture sportive nel mondo. Amante della narrazione, la studio, la ammiro e la pratico in ogni sua forma.
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One thought on “Il Barça dura un quarto, poi soccombe allo strapotere del Fenerbahçe

  1. L’anno scorso a Barcellona dicevano che era colpa dell’allenatore. Quest’anno a chi daranno la colpa? Il vento? Gli sporchi imperialisti di Madrid? I nazisti del Michigan? Le cavallette? La verità è con la mentalità con cui il Barcellona affronta le partite, a basket non vinci mai. Mai.

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