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L’Eurolega dopo un terzo di stagione: le certezze, le novità ed un breve giudizio sulle 16 protagoniste

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Tecnica, intensa, se vogliamo perfino crudele: l’Eurolega è così, con buona pace di chi la ritiene una competizione settaria e richiama il diritto sportivo come fondamentale a questi livelli.

Dieci gare che non hanno fatto altro che confermare l’ottimo struttura della nuova formula, già promettente fin dalla scorsa stagione. E la novità ha portato consapevolezza e cambi di strategia tra i club, con gestioni tecniche che oggi fanno riferimento a principi differenti: chi non si adegua è perduto e può limitarsi a piagnucolare sul calendario, sulle difficoltà e sugli infortuni.

Lo scorso anno ci presentò cinque novità di base con cui le squadre dovettero confrontarsi, subendone anche contraccolpi tremendi. L’impossibilità di allenarsi veramente, l’incidenza dei viaggi sui fisici e sulle menti, la necessità di saper cancellare nell’ambito di poche ore quanto accaduto nella gara precedente, gli infortuni sempre più ricorrenti, a causa dei nuovi ritmi imposto dal calendario cui i giocatori e gli staff non erano abituati ed infine il necessario bilanciamento dei minutaggi anche in relazione agli impegni nei tornei nazionali.

Dopo un anno, verificate le esperienze, positive come negative, vissute, possiamo dire che a quelle novità si sono sicuramente aggiunte tre situazioni fondamentali.                    Le cosiddette “asfaltate” sono ben più frequenti : i coach, come accade da anni in NBA, hanno metabolizzato il concetto, capendo che se ad inizio ultimo quarto sei sotto di brutto, sbagli tre tiri e vedi l’impossibilità di rientrare realmente, è meglio “darla su” e pensare alla prossima. In fondo, persa di dieci o di trenta, se è episodio inusuale, vale sempre una sola sconfitta.                                                                                              L’importanza degli assistenti allenatori cresce esponenzialmente. Lo sottolineammo già 12 mesi orsono con enfasi: la forza di un Fenerbahce, su tutte, come delle altre migliori, passa attraverso uno “scouting” perfetto che deve dare certezze in poche ore, tra un impegno e l’altro, nonché saper leggere ogni singolo possesso in gara. Gli infortuni sono un problema ed un’emergenza, ma anche una grande opportunità di esplorare a fondo risorse e strutture tecniche cui non si era pensato. Cresce il gruppo attraverso il coinvolgimento tecnico totale.

La classifica è molto reale ed esprime i valori come sono, almeno adori, con la grande anomalia di un Real Madrid a quota 5-5, unica squadra veramente distrutta dagli infortuni che riguardano le lunghe degenze di Llull, Kuzmic ed Ayon, così come quelle a breve-medio termine di Randolph. Pare scontato che i “blancos” non saranno a metà classifica a fine stagione, quindi massima attenzione a questa variabile, oggi impazzita.  CSKA, Olympiacos e Fenerbahce sono saldamente nei quartieri alti e saranno protagoniste dei Playoff, come ovvio. Pana d’assalto ed imbattibile in casa che prenota un posto per le gare che contano, Maccabi e Khimki in ottima posizione. Barça e Baskonia paiono avere qualcosa in più di chi le precede (Zalgiris e Bamberg). Del Real si è detto, quindi, prima che la realtà smentisca, al solito, i pronostici, si direbbe che per gli otto posti Playoff la corsa sia questa, con il possibile inserimento di una da dietro, tra quelle all’ultimo posto a 3-7. Vero che si trovano a sole due gare dal settimo posto, ma ci vorrà una serie notevole per riagganciare quel treno.

Nel dettaglio, le squadre, con il loro record (tra parentesi quello del 2016/17) ed una voce positiva, così come una negativa.

CSKA  8-2  (9-1) – UP : Sistema di gioco sempre più organizzato con Clyburn che pare nato lì dentro. DOWN : Talvolta ancora troppa pigrizia ad inizio gara: con le big potrebbe costare tanto.

OLYMPIACOS 8-2 (6-4) – UP : La miglior difesa d’Europa da anni, ha saputo metabolizzare il cambio di struttura e l’assenza di Spanoulis. Sa andare sempre oltre i propri limiti. DOWN : Spesso lenta nella circolazione di palla, paga proprio l’assenza di V-Span nei secondi risolutivi di alcuni possessi.

FENERBAHCE 7-3 (7-3) – UP : Il miglior basket d’Europa per movimento di uomini e palla: sono gli Spurs, che difendono più degli Spurs. DOWN : In alcuni momenti cruciali Bogdanovic ed Udoh non sono semplicemente sostituibili, davanti come dietro.

PANATHINAIKOS 7-3 (5-5) – UP : Ti entrano sotto pelle e, grazie a Pascual, sanno sempre cosa fare e come farlo quando conta. DOWN : Nei momenti di scarsa fiducia l’attacco palesa limiti notevoli.

MACCABI 6-4 (5-5) – UP : Spahija finora miglior coach. Squadra nuovissima, sistema indicatissimo, con le giuste libertà, per crescere da subito. DOWN : Alcune amnesie difensive, talvolta, rischiano di dare il calcio “al secchio del latte”.

KHIMKI 6-4 (Eurocup) – UP : Talento sconfinato e regole chiare. Il mix Bartzokas-Shved, ma c’è ben altro. DOWN : Certe trasferte paiono gite di classe.

REAL 5-5 (7-3) – UP : Doncic si sta scontrando con la dura realtà dell’Eurolega da leader. Vale allo stesso modo come DOWN. Unica squadra ingiudicabile causa infermeria sovraffollata.

ZALGIRIS 5-5 (4-6) – UP : Jasi è un genio in panca, quasi come in campo. Allenati ed organizzati, sempre. DOWN : Il talento non è eccelso: se batte in testa quell’organizzazione, emergono i limiti.

BAMBERG 5-5 (2-8) – UP : Come sopra, citofonare Trinchieri. DOWN : Come sopra, vince  e perde la panca più di un roster che non vale i risultati che ottiene.

BARCELONA 4-6 (5-5) – UP : Quando muove palla ed uomini al ritmo di Heurtel, non ha limiti. Alonso allena veramente.  DOWN : In alcuni momenti, principalmente con in campo Tomic, non ha spessore e durezza mentale per reggere.

BASKONIA 4-6 (6-4) – UP : Fallito l’esperimento Prigioni, è arrivata la svolta Martinez. Squadra fortissima, che gioca sui due lati del campo. DOWN : 0-4 iniziale da incubo, alla lunga può costare molto.

VALENCIA 3-7 (Eurocup) – UP : Gioca bene quando coinvolge 5 uomini sui due lati del campo. DOWN : Pessima quando l’attacco si impigrisce sul solo Erick Green. Appena sotto il Real come disgrazie da infortunio.

EFES 3-7 (5-5) – UP : Imprevedibile nei parziali, un po’ come il suo coach, che resta geniale per certe visioni: certezza Stimac, ad un miglioramento totale. DOWN : Difesa per lunghi tratti inesistente, in cui Dragic potrà cambiare molto.

MALAGA 3-7 (Eurocup) – UP : Ben organizzata, prova sempre a lottare, soprattutto se la difesa tiene. DOWN : I protagonisti sul campo paiono un passo indietro rispetto all’eccellenza della competizione e la qualità del gioco ne risente molto.

MILANO 3-7 (4-6) – UP : Squadra resiliente, se ce n’è una. Gudaitis tra i top del ruolo, grande presa. DOWN : Organizzazione di gioco molto deficitaria, troppo legata a “pick and roll” e singoli, con scarso movimento senza palla e, segnatamente, sul lato debole.

STELLA ROSSA 3-7 (4-6) – UP : L’orgoglio, la voglia di lottare e di andare oltre i propri limiti, grazie al DNA nazionale sempre costante, con l’aggiunta  di un Taylor Rochestie che è tornato quello del Nizhny. DOWN : I valori non sono eccelsi e più di tanto non permetteranno per tutta la stagione.

 

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