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Milano non coglie l’attimo, la solidità dell’Olympiacos emerge nel finale

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L’Eurolega è una competizione di altissimo livello, che spessissimo vede le gare decidersi per una serie di dettagli che portano a punteggi dalle differenze minime, ma significative in termini di spessore. E’ la storia di Milano contro l’Olympiacos, gara equilibrata, per certi versi intensa (per altri, vedi difesa, no), che gli uomini di coach Sfairopoulos portano a casa grazie ad un impatto migliore sui possessi chiave. Vi sono treni che passano all’improvviso in questo tipo di sfide: se non li prendi al volo, la destinazione la raggiungono gli altri.

Cinque punti, abituali, nel tentativo di capire la serata del Forum.

L’ultimo possesso? Certo che bisognerebbe scriverci un libro. Ha sbagliato Jerrells? Ovvio. Micov è apertissimo in punta, Theodore quasi (skip rischioso…), gli avversari sono in bonus, una penetrazione potrebbe chiamare l’aiuto di Strelnieks e la tripla di Kalnietis in angolo sul lato forte. Ma sono segni dei tempi e di tanti coach di oggi: l’ultimo pallone si gioca in isolamento. Certo che se hai Kyrie Irving ha forse più senso… In questo caso, quindi le critiche non sono tanto per CJ55, quanto per un gioco che è così quasi ovunque, non solo a Milano.

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