La quarta del Panathinaikos apre la crisi di Sfairopoulos: l’uomo dei due scudetti e delle due finali di EuroLeague rischia il posto?

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Il Panathinaikos passa in casa dell’Olympiacos per 62-70 e vince il secondo derby su due della stagione, dando seguito ad una striscia che dice quattro vittorie in fila con la finale scudetto della passata stagione. Questa volta, ovviamente, il Pireo non insorge, anche perchè la classifica non piange, ma sono tanti i punti di domanda. Cinque punti cinque per fissare alcuni paletti:

Difesa. Incassare 70 punti in casa non è una condanna, anche perché di fatto nessuno ha superato i 75 punti contro gli uomini di Sfairopoulos. Ma i numeri, a volte, ingannano. Nei momenti chiave KC Rivers, Lekavicius e Singleton trovano strada libera verso il canestro, per una squadra che pare aver perso molto senza la verticalità di Khem Birch nel pitturato. Nel dopogara Sfairopoulos ammette il passo indietro in questo fondamentale, difficile che l’ala grande Kyle Wiltjer possa cambiare le carte in tavola;

Il mercato. Se il confronto della sessione estiva fosse solo quantitativo, vincerebbe l’Olympiacos. L’attacco dei “rossi” si regge sul 6/10 al tiro di un mirabile Janis Strelnieks e Jamel McLean alza la pressione difensiva. D’altro canto, ancora una volta Pascual conferma il restringimento delle rotazioni, con il trio Antetokounmpo-Denmon-Auguste che ottiene solo 16’ in campo, tutti firmati dal greco con il numero 43. Tuttavia, conta anche la qualità. Roberts e Thompson sommano 4 punti in 35’ con 1/6 al tiro, il duo lituano Lekavicius-Vougioukas 16 nel medesimo lasso di tempo, e con valenza ben superiore;

Vassilis Spanoulis. Una sola presenza, in Coppa di Grecia. Qual è lo stato del ginocchio del Dio Greco? L’Olympiacos ha necessità di trovare alternative a Spanoulis, ma non può prescindere dall’uomo che, di fatto, un anno fa decise la serie con l’Anadolu Efes nei playoff e la semifinale con il Cska alle Final Four;

Lukas Lekavicius. Non è Mike James, ma con un parziale personale di 5-0 nel quarto quarto decide la partita. La sua velocità è fondamentale per “spaccare” l’inerzia, e Mantzaris come Roberts non hanno chance di contenere l’uno contro uno. Da verificare l’abbinata sulla distanza con Calathes, vista la scarsa attitudine dall’arco (e difensiva) di entrambi;

Ioannis Sfairopoulos. Dopo due campionati vinti, e due finali di EuroLeague disputate in tre stagioni, la legge del derby non perdona neanche lui. Al quarto ko in fila con i “verdi” il pubblico inneggia a Milan Tomic, suo assistente, perchè d’altronde non ha dimenticato la figuraccia della gara-5 scudetto di pochi mesi fa. E’ ingiusto, ma al tempo stesso è culturale: nel 2014 Georgios Bartzokas diede le dimissioni proprio dopo un ko con i rivali di sempre (squadra a Tomic poco prima dell’assunzione di Sfairopoulos), e lo stesso fece un anno fa Argyrys Pedoulakis in casa Panathinaikos…

Alessandro Luigi Maggi

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