Questione di Khimkica: la rivoluzione Bartzokas

Dopo 5 giornate il Khimki è 4-1. Eurodevotion analizza la squadra di Bartzokas e il suo momentaneo successo.

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Dopo tre anni di Eurocup il Khimki torna nella massima competizione europea, quella che nella capitale russa è ben conosciuta dai rivali del CSKA, e lo fa in quella che si sta dimostrando la stagione più competitiva di sempre. A guidare il team russo la dirigenza ha scelto coach Bartzokas, uno dei migliori della lega e ricordato in Russia per aver portato il Lokomotiv Kuban alle F4 di Berlino nel 2016 in una vera e propria impresa. Il coach greco sembra aver già trovato una buona sintonia con la squadra e con il pubblico, il campo lo dimostra e la pallacanestro dei russi in maglia gialla è dinamica, atletica e precisa. Quattro vittorie e una sconfitta, quarta squadra per punti realizzati e terza per assist, rispetto di tutti e paura di nessuno. Questo è l’inizio di stagione dei russi.

Con i nostri consueti 5 punti analizziamo il Khimki dopo 5 giornate di Euroleague.

  1. Georgios Bartzokas: ci sono personalità che devono vivere alle latitudini giuste per potersi esprimere in tutta la loro essenza. Il coach greco, dopo la parentesi negativa a Barcellona, è tornato a regalare una pallacanestro vincente e divertente in Russia, questa volta nella capitale. Bartzokas sta plasmando la squadra a sua immagine e somiglianza: la corsa, un gioco perimetrale che finisce improvvisamente sotto le plance, mettendo in evidenza tutte le capacità atletiche dei suoi e una circolazione di palla rapida. Ciò che però sta colpendo di più è la grinta e la mentalità combattiva che il coach ha trasmesso- e sta trasmettendo- ai suoi. Questo Khimki sembra Kuban di due anni fa, più tecnico e armonico in campo, con ancora grandi margini di miglioramento.
  2. Shved-Markovic. Un serbo e un russo nella stessa squadra, così simili e diversi allo stesso tempo. Due elementi composi da una stessa sostanza che insieme hanno creato un mix esplosivo e stanno mettendo in crisi le difese avversarie. Shved è impalpabile e imprevedibile, il suo corpo non tradisce emozioni togliendo qualsiasi punto di riferimento agli avversari: che sia il tiro della vittoria o durante il primo quarto lo riconosciamo da quanto recita il tabellone luminoso o dai volti agitati degli altri nove giocatori in campo, ma la certezza è che la palla entrerà. Markovic sta recitando il suo ruolo alla perfezione, fungendo da collante tra l’imprevedibilità della stella Shved e le doti atletiche e istintive degli altri compagni. Ciò che sorprende è la sua comprensione del momento migliore di un compagno e lo trova con una classe meravigliosa.
  3. Velocità ed esplosività. La squadra corre molto, prende decisioni affrettate (non per questo superficiali)  e non lascia mai il pallone tra le mani di un giocatore per troppo tempo, nonostante ci siano dei “momenti Shved” durante il match. Ovviamente la velocità porta a molti errori, ma la capacità che ha il Khimki di giocare a questi ritmi mette in crisi gli avversari, obbligati a seguire la volontà dei russi. Un altro problema che incontrano gli avversari dei moscoviti è l’esplosività dei giocatori in maglia gialla, unita a una versatilità tra le più evidenti nella lega: Gill, Thomas, Anderson hanno delle indiscutibili doti atletiche e una facilità nell’attaccare il ferro encomiabile.
  4. Stessa lunghezza d’onda. Forse è in questo il miglior lavoro di Bartzokas. Vedere una partita del Khimki sorprende per l’armonia con la quale si spostano i giocatori sul campo: sembra che un elastico leghi i loro corpi e si muovano con una sincronia dettata da un bel clima che la squadra respira. Le spaziature che ci sono sul campo sono il motivo dell’efficacia massima di ogni giocatore sul parquet, in quanto ognuno ha sempre due linee di passaggio, la possibilità di tirare in ritmo o di penetrare in sicurezza. Se è vero che questo è il frutto di una mentalità positiva e di una buona chimica di squadra, è anche vero che il modo in cui lo fa il Khimki richiede molte energie e non sarà facile mantenere le stesse intensità e armonia per tutta la stagione.
  5. Attenzione! La pallacanestro offensiva dei russi è molto positiva, ma quella difensiva lascia ancora desiderare e Bartzokas dovrà lavorarci molto. Sotto le plance Mosca ha sofferto molto contro l’Olympiakos di un dominante Milutinov, senza riuscire a limitarne lo strapotere fisico. Nella partita con il Real l’aggressività è stata il fattore determinante, ma durante il match ci sono state molte sviste difensive gravi. Se i gialli stanno dominando con ancora alcuni aspetti da migliorare, una volta raggiunto l’ideale della filosofia di Bartzokas, dove potrà arrivare questo Khimki?

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Antonio Mariani

Laureando in Lettere presso La Sapienza di Roma e appassionato di Sport Business, viaggio ossessivamente per studiare le culture sportive nel mondo. Amante della narrazione, la studio, la ammiro e la pratico in ogni sua forma.
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