Maccabi- Olympiakos: equilibrio illusorio

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Per il Maccabi arriva la prima sconfitta in questa stagione di Eurolega e a infliggerla è l’Olympiakos di Sfairopoulos davanti ai 10500 della Menora Mivtachim Arena. Il punteggio finale recita 68-69, con il Maccabi che ha anche avuto il tiro per vincere la partita e far esplodere il palazzo, ma a portare a casa la vittoria è la squadra greca guidata dal solito Printezis.

Analizziamo la partita dei consueti 5 punti:

  1. Una partita equilibrata, X nel gergo degli amanti delle scommesse, che ha visto azioni di pregevole fattura alternarsi a errori dettati dalla foga e dalla confusione in campo, come per necessità di prendere il controllo di un ritmo partita che, in realtà, è stato autonomo e ha guidato le squadre fino all’ultima sirena. Olympiakos prova a scappare, ma ci sono sempre gli uomini in maglia gialla alle calcagna dei greci per impedire loro di prendere il controllo della gara. Il secondo tempo è punto a punto, emozionante, ma la sensazione è che gli israeliani non ce la faranno: l’ultimo tiro è la fotografia di una squadra che corre verso la meta, ma la mancanza di una piena lucidità nega il successo.
  2.  I punti realizzai dalle squadre. Abbiamo vissuto l’Eurolega dello scorso anno e abbiamo imparato l’importanza della lunghezza di un roster e del coinvolgimento di tutti i giocatori a disposizione del coach. Siamo all’inizio ma tra le due compagini c’è una grande differenza: la panchina. Se il valore dei greci è, al momento, superiore il Maccabi distribuisce meglio i punti realizzati: le statistiche ci mostrano come ci sia un 50% di punti segnati dallo starting five. Alla lunga questo potrà risultare un elemento importante.
  3. Georgios Printezis. Non doveva essere in campo per un lieve infortunio rimediato, ma ha giocato. Il suo 6-1 di parziale a 5′ dalla fine è una doccia fredda per gli avversari che non riusciranno più a pareggiare i conti. Il greco chiude il match con 21 punti, 2 rimbalzi, 2 assist e 4 falli ricevuti. In assenza di Spanoulis è il faro della squadra e, quando chiamato in causa, risponde sempre presente. Non considerando le cifre che registra ciò che regala agli amanti della pallacanestro è poesia.
  4. Spahija. Il Maccabi di questa stagione è una scommessa: ci sono diversi esordienti nella competizione e il coach deve renderli veterani in poco, sfruttando la sua esperienza in Europa ed importando quanto appreso in USA. La strada che Tel Aviv deve percorrere in questa è lunga e il processo di maturazione dovrà essere pedissequo per poter entrare nei playoff e far bene. Dopo tre giornate il giudizio è positivo, con una squadra omogenea, brillante e atletica. Si vede l’impronta di un coach che ha nel repertorio un basket europeo modernizzato da 3 anni in USA. La squadra è da seguire.
  5. Essere Olympiakos. Il DNA dei giocatori che vestono questa maglia viene modificato e diventa vincente. Non è tanto un discorso di giocare bene o male, non tanto di curare il dettaglio tecnico/tattico, ma di vincere. La squadra vince giocando bene, ma vince anche non giocando al top della forma, magari con la stella assente. I giocatori in campo si trovano, non benissimo, ma siamo all’inizio e Sfairopoulos potrà lavorarci bene nel corso della stagione; la squadra difende bene e riconosce il momento della partita cercando di creare un caos dentro il quale i biancorossi sanno orientarsi, il problema è sempre dell’avversario coinvolto.  Occhio a Strelnieks: una volta integrato totalmente nel sistema di gioco, sarà il valore aggiunto della squadra. E Sfairopulos lo sa.

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Antonio Mariani

Laureando in Lettere presso La Sapienza di Roma e appassionato di Sport Business, viaggio ossessivamente per studiare le culture sportive nel mondo. Amante della narrazione, la studio, la ammiro e la pratico in ogni sua forma.
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