Paulius Jankunas, storia della vera, grande leggenda dello Zalgiris Kaunas

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«Un sogno ce l’avevo, però, perché sognatore lo sono sempre stato. Se fossi riuscito a diventare un giocatore dello Zalgiris sarei stato un ragazzo felice. Ero pazzo di quella squadra».

Queste parole, traduzione del pensiero di Sarunas Jasikevicius, nell’opera «Vincere non basta» di Pietro Scibetta, raccontano un’idea. Perché in Lituania, lo Zalgiris Kaunas, è prima di tutto un’idea. E’ il pilastro di ogni obiettivo, il fondamento di ogni proiezione del sé: se ti vedi con quella palla tra le mani, indosso hai una canotta biancoverde. E basta.

Si può essere parte della leggenda con quella canotta indosso, ma si può anche essere leggenda con quella canotta addosso. E’ capitato ad Arvydas Sabonis, per molti semplicemente il più grande giocatore europeo di sempre, anche più del suo sfortunato rivale Drazen Petrovic. E addirittura è capitato a chi quella divisa l’ha portato fugacemente, quando il tramonto faceva capolino, mister «Vincere non basta», Sarunas Jasikevicius appunto.

Sono i nomi dell’eccellenza, le targhe di un movimento, le etichette di un piccolo mondo di poco più di tre milioni di abitanti. Pochi, eppur capaci di essere polmoni di una super potenza, architrave di una struttura capace di conquistare due ori olimpici, tre mondiali e quattordici continentali, sotto la rossa bandiera dell’URSS.

Sabonis, Jasikevicius, eppure nessuno, a Kaunas, può oggi accostarsi ai numeri di una nuova, e vivente leggenda: Paulius Jankunas. A 33 anni, Paulius non ha più dita per calzare gli 11 titoli nazionali vinti con lo Zalgiris (su 24 complessivi, 5 di questi sovietici). Se la lega avesse avuto rispetto della leggenda, oggi sarebbe detentore del record di premi individuali delle finali scudetto, un tris mai riuscito a nessuno. In bacheca brillano 2 coppe di Lituania, 4 leghe baltiche, e record personali a livello europeo. Perchè Paulius è il primo marcatore lituano di sempre in EuroLeague, e il decimo rimbalzista offensivo in assoluto, a 3 lunghezze da David Andersen, a 6 da Luis Scola e a 7 da Nikola Vujcic.

Sì, Paulius è immensità da scrivere nei libri di storia. Capitano del club a 24 anni, della Nazionale nell’estate 2014, prima di fare un passo indietro pochi mesi fa. Eppure, questo classe 1984 di Kaunas è stato sempre lontano da celebrazioni e ribalte. Ecco perché quella di Paulius è una storia da raccontare. Lui, che più di 600 anni dopo è per i lituani l’ultimo degli eredi dell’armata di cavalieri agli ordini di Ladilslao II di Polonia, capo dell’alleanza polacco-lituana nella battaglia di Zalgiris del 15 luglio 1410. Zalgiris, che per i lituani è ricordo, orgoglio e petto in fuori nazionale. E il capitano dello Zalgiris, da tempo, è lui, Paulius Jankunas. 

file25065797_2551c4ae499164822ePer comprendere una storia, a volte basta conoscere la rottura. Il 14 agosto 2009, Jankunas firma con il Khimki. Quello stesso giorno, il club russo saluta Jorge Garbajosa. Non è un caso. Sergio Scariolo, al secondo anno della sua gestione, ha visto nel lituano il successore della bandiera di Torrejon de Ardoz. E d’altronde, alla sua corte, c’è già un lituano, e non uno a caso, bensì Robertas Javtokas.

E’ incredibile. Perché niente è maturo per l’addio a Kaunas di Jankunas. La stagione 2008-2009 è stata d’altronde particolare. In ottobre il club, da tempo in crisi finanziaria, annuncia alla squadra di non essere in grado di garantire la stagione. Marcus Brown, la stella, si fa subito da parte e si accorda con  il Maccabi Tel Aviv. A breve, lo seguiranno nell’addio Willie Deane, Loren Woods e Ratko Varda. Paulius è già qualcuno: il 6 novembre del 2003 ha fatto il suo esordio in EuroLeague, di fronte il Panathinaikos, nello specifico Fragkiskos Alvertis. Il «mohicano di Glifada» lo schernisce, regala un paio di finte, lo umilia. Jankunas pare tacere per rispetto, in realtà sta solo prendendo le misure. In breve serve una stoppata, alla fine saranno 12 punti, 6 rimbalzi e 3 assist nel successo dello Zalgiris per 80-74.

Eppure il club, come detto, è allo sbando. In febbraio, prima di una gara di campionato, i giocatori minacciano lo sciopero. Si rischia uno 0-20, la società interviene, concede somme parziali, ma sono palliativi. Lo stato dell’arte è simboleggiato dagli allenamenti: tra i lituani è solito sfidarsi al tiro, con qualche soldo di mezzo. In quella stagione, le cifre sono scritte su carta…

paveikslelis-137357-any630x500Il gruppo si compatta, le vittorie non arrivano, ma Paulius mette insieme cifre importanti: 13.8 punti in EuroLeague con 8 rimbalzi, 15.4 per 7.4 in Baltic League. In maggio Vladimir Romanov, banchiere russo con cittadinanza lituana, già proprietario della società calcistica scozzese Hearth of Midlothian, rileva dal Arvydas Sabonis la proprietà del club. Improvvisamente i fondi si sbloccano, la primavera è alle porte, ma per qualcuno continuerà a nevicare. Romanov è potere, controllo, intrusione. Quello spogliatoio, retto da Paulius, Mantas Kalnietis e Jonas Maciulis non gli piace. In quella casa che ha acquistato vuole essere l’unico con le chiavi, e la decisione è presa.

Jankunas firma un biennale da il Khimki da 850.000 euro a stagione. In Russia conquista una semifinale di VTB e le TOP16 di EuroLeague, ma i numeri non sono paragonabili al passato. Non ci sono particolari segnali di malessere: Paulius studia e parla russo con i compagni, pur nelle differenze culturali la nuova realtà pare calzargli dignitosamente. Però Scariolo riteneva di farne un giocatore più perimetrale, alla Garbajosa appunto, e sotto sotto qualcosa si sta muovendo.

Sì perchè lo Zalgiris Kaunas, con Romanov al comando, ha fondi. Eccome. Ma non ha più una base lituana. E’ rimasto Mantas Kalnietis (andrà a Kuban solo nell’estate 2013), Jonas Maciulis ha invece firmato per l’Olimpia Milano. Paulius Montejunas, gm dello Zalgiris, sa quanto la missione sia disperata. Romanov, parlottando con gli amici, quasi schernisce i numeri di Jankunas a Mosca: «Avete visto, avevo ragione». Il gm lavora ai fianchi, ritiene che al Khimki il giocatore non abbia la giusta collocazione tattica, e in febbraio organizza un incontro tra le parti nel pieno delle Final Four di VTB a Kaunas. E’ la scintilla.

Il 25 luglio Paulius torna allo Zalgiris firmando un biennale con opzione sul terzo. E’ una scelta di vita definitiva. Il suo ingaggio attuale si aggira tra i 460.000 e i 550.000 euro, in un mercato europeo che per giocatori del suo valore prevede costi tra i 700 e gli 800.000. Ma il bastone del comando, in casa Zalgiris Kaunas, non è cosa per tutti. Così come l’ingresso nella leggenda.

Alessandro Luigi Maggi

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