EUROBASKET 2017 : E’ TUTTO DA VEDERE

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Una guida non convenzionale, un gioco di quintetti, alcuni nomi, non necessariamente   sulla bocca di tutti, ed  uno sguardo d’insieme  alla manifestazione che inizia tra due giorni. Gironi, squadre, giocatori ed allenatori che scalderanno i cuori degli appassionati nelle prossime settimane. E quell’ “eurino” da mettere qua e là…

GRUPPO A 

Francia e Slovenia si dividono i favori del pronostico, con i transalpini probabilmente un passo avanti e gli sloveni, sulle ali del talento e del passaporto di Randolph, a cercare di colmare il gap. Grecia terzo incomodo, mentre Finlandia, Islanda e Polonia si giocheranno il quarto posto per l’accesso agli ottavi.

Nando De Colo è uno dei cinque giocatori più forti di questa manifestazione, ma nella squadra di Vincent Collet non mancano una manciata di nomi che possono lasciare il segno sul torneo. Da Leo Westermann, atteso alla stagione della consacrazione (il CSKA ci dirà tutto) ad Evan Fournier (17,2 punti a serata coi Magic), dall’eterno campione/professore Boris Diaw a Kim Tillie, dal neo-Spurs Joffrey Lauvergne a Thomas Heurtel, altro per cui l’entrata nel ristretto gruppo di campioni è dietro l’angolo, tra le mura del Palau Blaugrana. Diciamo che il dodicesimo transalpino farebbe comodo a tutte le altre squadre (in quintetto, probabilmente) e che se pensiamo agli assenti (Batum, Gobert, Pietrus, Causeur e Gelabale, senza considerare… Tony Parker), coach Collet proprio male non sta, per oggi e per il futuro. Squadra da medaglia, forse l’unico vero avversario della Spagna di Scariolo, viste le defezioni serbe. Devono però giocare bene, cosa che non hanno fatto spessissimo, e lavorare condividendo il pallone e le scelte. Troppe volte hanno fallito tecnicamente e psicologicamente e per questo molto è in mano a Collet: fuori dal podio sarebbe fallimento. Gli accoppiamenti porterebbero logicamente ad una semifinale con la Spagna, ma attenzione ai tranelli di Doncic ed a quelli di Porzingis o Bogdanovic, che potrebbero cambiare le carte in tavola.

Luka Doncic è la grande sensazione attesa di questo torneo, insieme allo stesso Porzingis. La pressione che ha addosso è estrema, ma il talento la giustifica. Raramente si è visto qualcosa di simile in anni recenti (prima sì ed anche meglio), ma il mondo di oggi non ha pazienza ed un altra prova sottotono, dopo le Final 4, porterebbero ai soliti, stucchevoli giudizi affrettati, che tuttavia lasciano il segno. Ma la Slovenia non è certo solo lui: Goran Dragic ed Anthony Randolph sono certezze di qualità altissima, mentre il supporting cast è decisamente meno di livello. Se Coach Kokoskov saprà gestire l’equilibrio tra star e comprimari, i limiti sono pochi, anche perché il sottobosco balcanico, qualche sorpresa di qualità la fornisce sempre. Squadra da quarti di finale, minimo, anche perché l’incrocio con la seconda, terza o quarta del girone B (quello azzurro) non è certo impossibile.

La Grecia non è certo uno squadrone, sebbene sempre da prendere con le dovute cautele. Se Calathes non la mette mai, come accade quasi sempre, si fa notte, almeno che Sloukas non prenda in mano la squadra, anche in termini balistici. Senza punti dai piccoli non si va da nessuna parte: sarà la consacrazione per il giocatore che ha saputo guidare il Fenerbahce anche nei momenti più duri della stagione? Printezis e Mantzaris sono campioni sempre pronti quando conta, mentre sotto canestro c’è un po’ troppa staticità, gestita solo saltuariamente da Papagiannis. Papanikolaou potrebbe essere lo spartiacque tra un torneo mediocre ed uno di qualità. Terzo incomodo del girone, con occhi puntati su… Doncic.

Polonia, Islanda e Finlandia partono con ambizioni molto limitate: si giocheranno il quarto posto con grande equilibrio ed emozioneranno, forse, solo per alcuni singoli di livello notevole. Karnowski a mio parere è stato snobbato con troppa leggerezza da top club europei perché sa giocare ed ha un corpo ed una tecnica da non sottovalutare. Adam Waczynski è semplicemente amore tecnico per la pulizia del gioco, mentre Kulig e Slaughter potrebbero dare quel qualcosa in più nella rincorsa alla qualificazione. Tra i finnici è innegabile l’attenzione da rivolgere a Lauri Markkanen, il cui futuro non sarà di certo poco brillante. Nelle mani di Koponen le chances di avanzare della squadra. L’atipicità islandese, con soli tre giocatori oltre i 2 metri, darà fastidio a qualche avversario e qualche sorpresa non sarà impossibile, tuttavia non credo si vada oltre la solita, abusatissima, commovente storiella, in attesa che i tifosi ci regalino qualche altro spettacolare modo di esultare.

Ranking: 1 FRA  2 SLO  3 GRE  4 POL  5 FIN  6 ISL

Quintetto del gruppo: Dragic, De Colo, Printezis, Randolph, Lauvergne

Tre nomi da seguire: Doncic, Heurtel, Markkanen

Sottotraccia: Waczynski, Karnowski, Blazic.

 

GRUPPO B

Girone di grande equilibrio, non proprio verso l’alto, con la Lituania probabilmente un passo sopra le altre, sebbene le lune della nazionale del paese che sta al basket quanto il Brasile sta al calcio, siano sempre da interpretare. Perché? Lille e Rio ne sono esempi, Mantas Kalnietis ne è l’interprete più chiaro. Livelli da MVP tipo Rio od il quarto con l’Italia a Lille oppure il giocatore visto a Milano questa stagione? Se la sola Ucraina pare fuori dai giochi per la qualificazione, tutte le altre, con Italia ed Israele che paiono avere qualcosa in più rispetto a Georgia e Germania, se la giocheranno ed è presumibile che quattro vittorie garantiscano almeno quel secondo posto che eviterebbe lo scontro negli ottavi con Francia o Slovenia. saranno importantissimi gli scarti e gli scontri diretti, in quest’ottica.

Nessuno ha il talento della Lituania, questo è chiaro, e nessuno ha un’asse Play-Pivot come Kalnietis-Valanciunas, nonché un ulteriore addizione sotto canestro come Donatas Motiejunas ed un ala pura come Kuzmiskas. Il cast di supporto è di buon livello, tra cui vecchie volpi come Jonas Maciulis. Parrebbe non mancare nulla ma, come per la Francia, tanto sta nelle mani di coach Adomaitis, che dovrà garantire la serietà del gruppo in senso agonistico e di applicazione, evitando situazione vacanziere come quelle di Rio. E’ la squadra da battere, ma spesso si batte da sola, prima che farsi battere dagli avversari. Pronte, o meno non si sa, a provare da approfittarne sono Italia, Israele e Georgia, a mio parere nell’ordine. Gli azzurri sono quelli che conosciamo ed il salto di qualità arriverà, se sarà così, nel perfetto mix tra la metà campo difensiva e la velocità dell’entrata nei giochi, nonchè nella circolazione di palla e uomini. Belinelli sarà il leader di cui Messina ha bisogno? Datome e Melli daranno quel qualcosa in più che li porti ad una vera eccellenza? Ma soprattutto si riuscirà a sopperir alle tremende carenze vicino al ferro, sia in difesa che in attacco? Sono le risposte a queste domande la chiave dell’europeo italiano, partendo proprio dalla recente scampagnata di Marjanovic all’Acropoli. Qui ci saranno anche Valanciunas, non si sa quale Pachulia, Howell, Theis e Kravtsov: chi fortissimo, il primo, chi meno, gli altri, ma tutti molto meglio dei (del) centri azzurri. La difesa sul pick and roll, quello centrale su tutto, che ci uccise a Lille, sarà decisiva, accompagnata dalla cancellazione delle linee di passaggio sugli scarichi, cosa che riesce molto meglio agli uomini di Messina. Occhio ai close-out, dove troppo spesso sono proprio i più attesi azzurri a farsi trovare impreparati (Belinelli e Datome su tutti). Bisogna scegliere e rimanere 40 minuti nella gara. Israele è padrone di casa, un vantaggio ed una pressione, ma la civiltà superiore del basket non farà pesare il primo più di tanto. Omri Casspi è leader e miglior giocatore, mentre Howell sarà decisivo sotto. Nelle mani di Mekel ed Ohayon il funzionamento di una struttura di gioco, che, al netto del talento disponibile, fu la migliore pallacanestro di Eurobasket 2015. Quella “Princeton Offense” in grado di colmare pesanti lacune con avversari più forti. Coach Edelstein è una certezza ed è per questo che Israele è reduce da un corroborante 9-2 in preseason, con uno  scalpo eccellente come la Slovenia, ed è da tenere in piena considerazione. Così come la Georgia, sedutasi al tavolo delle grandi del girone dopo il Torneo dell’Acropoli. Già reduce da una W con la Lituania, dopo quella sulla Lettonia, la squadra di Zouros ha detto a chiare lettere che per batterla bisogna giocare e bisogna sporcarsi le mani. Se è vero che la reale presenza o meno di Pachulia dirà molto, è altrettanto vero che anche le seconde linee georgiane, presunte deboli, hanno dimostrato di saper lottare sempre e comunque: 40 minuti di concentrazione e cattiveria sono il marchio di fabbrica e 7 giocatori oltre i 200cm rappresentano stazza difficilmente gestibile per molti avversari, azzurri in primis. L’altalenante pericolosità dall’arco potrà essere il limite ed è per questo che Dixon e Tsintsadze daranno la vera dimensione delle ambizioni di questa nazionale. Shengelia dovrà semplicemente confermare lo status di grane giocatore acquisito in Eurolega. La Germania è decisamente un mistero di questo mese di preparazione. 3-5 e sconfitte anche pesantissime come il meno 31 con la Serbia, nonché alcune vittorie risicatissime contro avversari molto scarsi (67-65 con l’Ungheria) danno un’immagine assai negativa. ma se hai Schroder, Lo, Beckmann, Benzing, Voigtmann e Theis, così debole non sei. A che punto è il lavoro di coach Fleming? Solo i prossimi dieci giorni lo diranno. Ad oggi parte dietro, ma è perfettamente in grado di lottare per un posto al sole e, ancor più certamente, di essere decisiva togliendo qualche W a chi lotta per posizioni più ambiziose. Ovviamente Pleiss e Zirbes avrebbero cambiato molto, sebbene la curiosità per Daniel Theis e la considerazione che i Celtics hanno avuto nella scelta del ragazzo intrigano non poco. La prima competizione senza il comandante Nowitzki rappresenta un inizio in cui dovrà certamente emergere il nuovo leader: sarà l’ondivago Schroder? L’Ucraina pare decisamente dietro e per chi lotta per la qualificazione, lasciare eventuali punti contro gli uomini di Murzin sarà peccato mortale.

Ranking: 1 LIT  2 ITA  3 ISR-GEO  4 GEO-ISR   5 GER  6 UKR

Quintetto del gruppo: Kalnietis, Schroder, Kuzmiskas, Casspi (Shengelia), Valanciunas

Tre nomi da seguire: Belinelli, Melli, Theis

Sottotraccia: Gudaitis, Howell, Halperin

 

GRUPPO C

La Spagna su tutte, senza se e senza ma, e non solo per il gruppo. Una Croazia che nonostante assenze chiave come Hezonja e Zizic ha talento da vendere, ma pecca in regia, il Montenegro del maestro Tanjevic pronto a raccogliere tutto ciò che gli si presenti davanti, poi tre squadre di livello decisamente inferiore come Ungheria, Romania e Repubblica Ceca. In tutto questo, un gruppo con almeno una ventina di giocatori assai intriganti.

Scariolo ha a disposizione un roster semplicemente stratosferico ed è il favorito numero uno, coi secondi ben lontani. Non si tratta di medaglia, ma di oro e basta: altre soluzioni non sono contemplabili. Vero che vincere da favoriti è difficile, da favoritissimi lo è ancor di più, ma anche pensare di perdere con due Gasol e due Hernangomez agli ordini di Rodriguez e Rubio è francamente impensabile. Gli altri? Se non sono fenomeni sono solo fortissimi, da San Emeterio ad Abrines, fino al passo d’addio di Navarro (francamente poco comprensibile la sua presenza). Sarà molto interessante capire come giocherà il coach bresciano, sempre molto attento e camaleontico nelle sue strutture. Per non dimenticare che Llull, Mirotic, Ribas, Claver, Ibaka e Reyes, tutti a casa con Rudy fernandez, sarebbero da oro… La Croazia è l’unica potenziale avversaria del girone e non è escluso che piazzi la sorpresa, non tanto per sé quanto perché solitamente gli iberici partono in modo lento, tuttavia il fatto che lo scontro diretto sia al 5 settembre, dopo il rodaggio iniziale (trappola Tanjevic al primo turno per Don Sergio), fa propendere per una normale situazione di dominio delle furie rosse. Il problema principale di coach Petrovic è lo spot di playmaker, dove Ukic, Popovic e Mavra non valgono molto: per il resto è eccellenza, guidata da quel Dario Saric esploso definitivamente in NBA. Curioso che solo due anni fa molti storcevano il naso quando da oltre oceano si diceva che fosse molto più considerato di Alessandro Gentile. Planinic sotto non è Zizic, ma può dare solido contributo con Buva e Zoric, mentre Bojan Bogdanovic farà coppia col predetto Saric nel duo di ali migliore del torneo. Bender tutto da vedere. Boscia non sarà d’accordo e proverà a stare dietro a Scariolo col suo Montenegro, guidato dall’asse Rice-Dubljevic che vale i migliori. Proprio il centro di Valencia è atteso al grande passo in una manifestazione continentale: si tratta di giocatore notevole, non sarà curiosità andata persa. Che Rice vedremo? Di qui passeranno molte delle fortune montenegrine. Non certo da dimenticare Vucevic, uno he sa cos’è il gioco e lo sa davvero. Ungheria, Romania e Repubblica Ceca sono poca cosa. Questi ultimi, col forfeit di Veselj, hanno perso la chance di poter stare sicuramente davanti alle altre per il quarto posto. Il solo Satoransky, che non sarà potenziale MVP solo per la pochezza dei suoi, potrebbe bastare, ma non è certo. 7-24 è il record combinato in preseason di queste tre nazionali e la dice lunga. La Romania, di cui incuriosiscono solo i 206cm di Vlad Moldoveanu, ha perso di 58 punti con la Grecia e di 34 con l’Ucraina: la militanza di quasi tutto il roster nel campionato nazionale è sinonimo di pochezza e di mistero, più la prima del secondo. L’Ungheria del neo-milionario Adam Hanga ha lottato con la Germania ed ha battuto due volte (con poi una L) l’Islanda, ma ha al suo attivo un meno 34 coi cechi molto significante. Cechi che paiono avere qualcosa in più, avendo lottato con la Turchia (66-67) e asfaltato la Finlandia. Il nostro “eurino” per il quarto posto va da Satoransky.

Ranking: 1 SPA  2 CRO  3 MON  4 CEC   5 HUN  6 ROM

Quintetto del gruppo: Rodriguez, Satoransky, Saric, Gasol P, Gasol

Tre nomi da seguire: Hernangomez J., Hernangomez W., Rubio (Bogdanovic)

Sottotraccia (non troppo): Hanga, Dubljevic, Bender

 

GRUPPO D

La Serbia, il grande dubbio di questo torneo. La Lettonia, la grande attesa. Poi Turchia e Russia che paiono in netto calo e Belgio e Gran Bretagna al via dalle retrovie. Gruppo stranissimo, attanagliato dai mille dubbi legati ad assenze, emergenze, crescite e ex grandi che non riescono ad uscire dall’anonimato.

Sasha Djordjevic era un grande in campo e lo è anche in panca, molto migliorato rispetto ai tentennamenti tecnici di inizio carriera (vedi Milano). Chiunque al suo posto, piangerebbe lacrime amare vista la situazione del suo roster, tuttavia ormai da mesi non facciamo che leggere dei chiari e decisi «guardiamo avanti»: chapeau! Teodosic, Markovic, Jokic, Bjelica, Nedovic, Raduljica e Milutinov, con forse l’ultima aggiunta di Kalinin. Bella squadra, favorita per l’oro? No, è solo un ottovolante di assenti, per una ragione o per l’altra, nella parco dei divertimenti serbo. Con tutto ciò, la squadra resta una signora competitor, per natura e talento. «You know me, the goal is gold». Diretto e senza fronzoli, semplicemente Sasha. ma non sarà facile, nonostante la stella di Bogdanovic, il dominio delle mani di velluto di Marjanovic, la solidità di Milosavljevic, Stimac, Bircevic, Macvan e Kuzmic, la crescita di Guduric, la leadership di Nedovic. L’Acropoli ha detto a chiare lettere che coi serbi si può giocare e si può vincere. Restano i favoriti del gruppo, tuttavia per il torneo manca qualcosa, che solo il grande orgoglio nazionale in stile Stella Rossa formato Eurolega potrebbe portare. Dietro, ma forse no, la squadra più intrigante die tutto Eurobasket, la Lettonia di Porzingis, dei Bertans, di Strelnieks e di Timma. Janicenoks e Blums sono veterani  qualitativi ed anche gli altri crescono. Qui il famoso “eurino” è più di uno, perché non so come e non so perché, ma l’idea che KP possa essere per la sua nazionale quello che è stato per un decennio e più Nowitzki per la sua Germania, è più di un sospetto. Impressione devastante quella dell’amichevole in cui si è messa sotto senza dubbi la Lituania: dubbi che emergono da alcune prove allegre, in perfetto stile baltico (i cugini ne sanno qualcosa). Può lottare per il vertice del girone e poi il cielo potrebbe essere… lì. Russia e Turchia sono oggi ex potenze: preseason migliore per gli uomini di Sarica (7-2) ma alcune prove, in primis quella con gli azzurri, pessime. L’assenza di Asik pesa eccome, ma gli uomini ci sarebbero, come dimostra il successo sulla Slovenia. L’aria di casa darà vantaggio o pressione insostenibile? Sarica come gestirà un gruppo in cui le eccellenze non mancano, da Osman a Dixon passando per il neo 76ers Korkmaz? Domande pesanti, risposte difficili. I dubbi restano. E tanti sono i dubbi russi, dove tanti giocatori di sistema vincente (CSKA) devono ergersi a leader che forse non sono, protetti dalle ali di Teodosic e De Colo troppo a lungo. Anche qui i giocatori ci sono, perché Vorontsevich e Kurbanov lo sono, ma tutto, o quasi passerà dalla voglia di essere giocatore capo di Alexey Shved, talento purissimo, unico, ma spesso da prendere a schiaffoni per i momenti di assenza e follia. Così come Mozgov sarà più che determinante: in fondo un asse Shved-Mozgov tanto male non è, o no? Ma Bazarevich è coach per questi livelli? Ni, per ora. Il Belgio di Van Rossom più della Gran Bretagna potrebbe fare qualche sorpresa, così come durante la preparazione. in cui ha strabattuto Spagna ed Italia. Ma per qualificarsi ci vorrebbe qualcosa in più. Britannici che potrebbero sfruttare una buona stazza, nulla di più, con interesse verso quel Luke Nelson da Irvine in spot 1.

Ranking: 1 SER/LET  2 LET/SER  3 TUR/RUS  4 RUS/TUR   5 BEL  6 GB

Quintetto del gruppo: Shved, Bogdanovic, Osman (Davis Bertans ), Porzingis, Marjanovic

Tre nomi da seguire: Dairis Bertans, Timma, Guduric (Kalinic se presente)

Sottotraccia (non troppo): Nelson, Milosavljevic, Van Rossom

 

E per concludere, non voglio perdere l’occasione di una brutta figura con il RANKING finale, diviso per fasce ed obiettivi. Molto dipenderà dagli accoppiamenti degli ottavi e relativo tabellone, ma tant’è, troppo facile parlare dopo…

 

CORSA ALL’ORO : Spagna

PODIO : Francia, Serbia, Lettonia, Croazia, Lituania

QUARTI DI FINALE : Slovenia, Italia

SORPRESE : Montenegro, Georgia

DELUSIONI : Grecia, Russia, Turchia

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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