Panathinaikos vs Fenerbahce #1 : nel segno di Obradovic. E Bogdanovic…

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Un vecchio detto dice che una serie di Playoff non inizia finché una delle due squadre non vince in trasferta. Obradovic ed il suo Fenerbahce avevano fretta di cominciare: 0-1 e fattore campo subito ribaltato. “Sarà una serie lunga” ammoniscono più o meno tutti nei primi due episodi: può essere, spesso è così, ma nulla di quel che accade non lascia un segno. Ora via con gli aggiustamenti e tra 36 ore sarà #2.

Bogdan Bogdanovic gioca una pallacanestro stellare. Un campione, il potenziale MVP fermato solo dagli infortuni quest’anno. Impatto devastante, tecnica superiore, pulizia di gioco senza precedenti. Solo la sua assenza, per diverse settimane, è quella che ha impedito ai turchi di lottare per le due prime posizioni di stagione regolare. Il classico giocatore che coniuga statistiche notevoli ed innalzamento del livello dei compagni. Chi mi viene in mente? Predrag Danilovic. Non è una bestemmia.

Il Panathinaikos non ha avuto nulla sotto canestro. Bourousis, Gist e Singleton combinano per 7 punti, 1 su 5  da due come da tre punti,  12 rimbalzi (unico dato statistico decente) e vanno in lunetta solo 8 volte (5  a segno). Lì, vicino al ferro,  dovevano attaccare Udoh e Veselj, lì hanno perso principalmente la partita. Che gli esterni del Fener fossero superiori lo sapevamo tutti ed i “greens” dovevano portare la sfida altrove.

Zeljko Obradovic è un genio e domina questa competizione dal 1992. Questa genialità deriva dall’aver saputo creare nei tempi sistemi vincenti adattando i suoi principi ai giocatori, spesso straordinari, di cui disponeva. Ma ancor di più dalla semplicità del gioco di oggi, in cui gli interpreti non sono più così tecnici ed in possesso di fosforo come un tempo. Il suo Fenerbahce si inceppa quando cerca set offensivi complicati, come un esempio di “bloccare il bloccante” che crea solo confusione e traffico sul perimetro, senza mai ribaltare il lato, mentre domina quando esprime un gioco assai moderno (nel bene e nel male del termine) in cui però il pick and roll è funzionale a molto altro, non unica soluzione. E corre, perché i canestri facili, in queste gare, valgono triplo.

K.C.Rivers e Mike James sono stati l’unica nota lieta di casa Pascual. Se segni 16 punti in un tempo non vinci mai, ma sono cose che possono succedere. Chiaramente senza un Calathes a discreto livello, per i greci è durissima. 13 assist a fronte di 13 perse sono troppo poco, soprattutto se ti scontri con un differenziale avversario che dice 20/13 e qualità ben diversa (10 di quelle perse turche nel primo tempo, poi palla in cassaforte).

I dettagli fanno tutta la differenza del mondo ed i dettagli possono cambiare improvvisamente in una serie. Le 4 stoppate di Udoh ed i 6 rimbalzi con 5 assist di Sloukas, quest’ultimo in una serata non formidabile, sono  numeri decisivi. Questa Eurolega ci ha abituati a tutto ed al contrario di tutto, quindi giusto pensare, come ha detto Obradovic, che «Siamo troppo esperti per non sapere che è solo gara 1». L’unica cosa che è rimasta uguale sono i Playoff, sempre crudi e reali, dove vince il più forte e dove tutto può cambiare tra una gara e l’altra. I turchi vengono da un’annata terribile in ottica infortuni e tutto ciò potrebbe pesare, anche se il messaggio è chiaro e diretto, per Oaka e per tutti gli avversari.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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