Sarunas Jasikevicius sarà il prossimo allenatore del Barcellona? Tutte le trattative (e le storie) dietro la leggenda lituana

Eurodevotion
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Mercato, sempre e solo mercato, anche in Europa. Parliamo dunque di un nome, sopra tutti, Sarunas Jasikevicius. Nativo di Kaunas, classe 1976, diventa assistente nella squadra della sua città dopo aver chiuso la carriera da campione nazionale.

Lo fa per diretta richiesta di Gintaras Krapikas, come racconta lui stesso in «Vincere non basta» l’opera autobiografica firmata con il giornalista italiano Pietro Scibetta.

… la proposta mi arrivò direttamente da Kaunas. Il gm Montejunas mi disse che Krapikas (…) mi avrebbe voluto come suo vice. Lui confermò: “Quando ho sostituito Stombergas ero preoccupato dal tipo di rapporto che avremmo avuto, pensavo che sarebbe stata dura. Sono stato molto sorpreso dalla facilità con cui parliamo di basket, di tattica. Penso che sarebbe bello lavorare insieme

Il 2014-2015 passa senza grossi problemi poi, nel gennaio 2016, la richiesta. Paulius Montejunas ha deciso di esonerare Krapikas dopo un ko per 96-63 a Bamberga, in EuroLeague. Non è la prima volta che accade: nell’estate 2012, Dimitrios Giannakopoulos aveva chiesto a Sarunas di mollare il basket giocato e guidare il Panathinaikos. La leggenda di EuroLeague rifiutò, meno di quattro anni dopo non era più il caso, e il 15 del mese a Madrid arriva l’esordio in EuroLeague (92-86).

E’ un’immediata scalata, perché se il record in Europa alla fine dice 2-12 nelle top16, in patria arriva l’ennesimo titolo. Il Barcellona bussa subito alla porta. E’ tutto scritto, perfetto. 

Ancora oggi è la numero nel mio cuore

Scriveva Sarunas nella sua opera autobiografica, e d’altronde a chiamarlo è Rodrigo de la Fuente, suo compagno nell’edizione europea del 2002-2003, quella alzata al cielo dalla squadra allenata da Svetislav Pesic. Bene? No, malissimo. Il 29 giugno, «Mundo Deportivo» mette in discussione l’operazione, riportando alla luce alcune regolamentazioni dell’Acb. Per allenare nella massima espressione cestistica spagnola (e forse europea), serve un curriculum che assolva ad una di queste opzioni:

– aver già allenato in Acb

– aver allenato una nazionale capace di chiudere nei primi otto posti a Olimpiadi, Mondiali o Europei

– aver allenato una squadra vincente in una coppa europea

– aver allenato in Nba

– aver allenato in Ncaa al tabellone finale negli ultimi cinque anni

– aver allenato per almeno due degli ultimi cinque anni in EuroLeague o Eurocup

In soli cinque mesi Jasikevicius non può aver assolto a nessuno di questi compiti, e l’operazione salta. Per lui ancora Kaunas, che resta la squadra del cuore, in un progetto con «Licenza A» in EuroLeague, e un mercato che porta firme pesanti come quelle dei play Leo Westermann e Kevin Pangos, o del lungo di proprietà del Real Madrid Augusto Lima.

La sfida è affascinante e si può accettare, e se la squadra domina in patria, in EuroLeague la produzione è una regular season gagliarda, chiusa alle porte dei playoff. Tanto basta per far nuovamente risuonare le sirene per una «EuroLeague legend».

E così sia dunque. Maccabi Tel Aviv in primis. Gli israeliani, da due anni privi di titolo nazionale, vengono dalla prima successione Goodes-Tabak, e poi dalla triade Edelstein-Hadar-Bagatskis. Il coach lettone, giunto in dicembre, ha in mano un contratto valido solo sino a fine stagione, con un’opzione su quella successiva a tutto favore del club. I media turchi aprono ad un affascinante scenario: Bagatskis ha lasciato il Darussafaka, in cui era assistente di Blatt, proprio in vista di un ritorno del nativo di Boston in Israele nell’estate 2017. Possibile, ma in realtà Dogus è ancora convinta di mantenersi la «wild card», confermando il Darussafaka nell’organico di EuroLeague anche per il 2017-2018.

Comunque vada, il Maccabi non può troppo attendere, ma la sensazione di molti media è che Jasikevicius temporeggi. Timore di bruciarsi, situazione societaria caotica e troppi contratti pesanti validi. No, il Maccabi no.

Tutto dipenderà da lui. E ci sono molte chance che possa partire. Sappiamo che non ci sono tanti coach bravi come lui e tanti team sono interessati

Nel dopogara di Kaunas, con lo Zalgiris battuto dall’Olimpia Milano, il gm Paulius Montejunas getta la maschera. Tra le righe, il concetto è chiaro: «Dobbiamo cercarci un nuovo coach».

Cosa sta dunque accadendo intorno a Sarunas Jasikevicius? Il gioco è presto detto. In quel roster del 2002-2003, anno del primo grande alloro europeo blaugrana, vi era anche un certo Nacho Rodriguez. Quel play di poco più di 185 centimetri, dalla giornata di lunedì 27 marzo è il nuovo gm del Barcellona per volere del presidente della divisione basket Albert Soler. Una decisione che ha spiazzato la stampa, e stupito lo stesso de la Fuente, tenuto all’oscuro dell’operazione e confermato come ds sino a fine stagione.

Aggiunta che è prologo di rivoluzione. Rodriguez, a meno di una vittoria del titolo di Acb, avrà mano libera per liberarsi del contratto di Bartzokas (scadenza 30 giugno 2019 dopo aver sostenuto un milione di euro di buyout), e probabilmente silurare lo stesso de la Fuente, creando una nuova struttura di scouting. E la scelta in panchina dell’ex compagno e leader, a questo punto, sarebbe quasi scontata.

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