La dura legge di #euroleaguebasketball

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A metà del tredicesimo turno le gerarchie cominciano ad essere definite, in modo forse ancor più netto di quanto comunque prevedibile.

Le sfide di questa sera potranno esprimere verdetti ulteriormente chiari in questo senso: lo CSKA per confermare la supremazia assoluta a Tel Aviv, il Baskonia per urlare a tutti che la ricostruzione non ha cambiato nulla, almeno in termini di risultati, il Fenerbahce  per continuare la caccia ai campioni ed il Panathinaikos per staccarsi dalla bagarre, anche nell’ottica della sfida di venerdì con i baschi stessi.

Il completamento del doppio turno, nel fine settimana, vedrà in questo senso alcune gare fondamentali: su tutte il duello tra titani di Mosca, dove Itoudis vorrà assolutamente dimostrare che oggi Obradovic ed i suoi sono un gradino più in basso. Obiettivamente si tratta della “partita” per eccellenza in Europa.

Occasione importante per Milano: battere i verdi  questa sera vorrebbe dire una sola partita dal potenziale settimo od ottavo posto. Posizioni che a questo punto della stagione è presumibile si possano raggiungere anche con un record sotto il 50% di vittorie, soprattutto se quelle davanti confermeranno questo tipo di andatura eccellente. Olimpia che tuttavia, allo stato tecnico attuale, avrà difficoltà enormi questa sera. Il pick and roll, ma soprattutto il pick and pop ateniese, sono pratiche  presumibilmente assai indigeste alla pessima difesa milanese. Concedendo fluidità agli uomini di Pascual, la vallata del Forum si oscurerà senza via di uscita. Vi sono momenti, all’interno di una stagione, in cui le spalle non sono più soltanto al muro, ma iniziano ad essere parte del muro stesso: se Repesa ed i suoi non avranno la forza di abbatterlo  nelle prossime tre partite (assolutamente necessarie almeno due W), il 2017 europeo necessiterà di una notevole dose di miracoli.

Olympiakos sempre solido quello visto ieri. Con uno Spanoulis a mezzo servizio e nonostante l’assenza di Printezis, è Lojeski a prendersi il palcoscenico. Se il tiro da tre dei “reds” inizia ad entrare con continuità (ad oggi erano i peggiori con la Stella Rossa) le prospettive diventano ancora più importanti. Pesa l’assenza di Hackett: dalla panca ci vuole di più visto che lo stesso Spanoulis va preservato. Athinaiou può bastare? La risposta credo sia no. Sotto canestro vi è perfino abbondanza. Birch, poco utilizzato ieri, è certezza sempre più solida. Miltutinov fa il suo, mentre Patrick Young, ad oggi, pare essere in palese difficoltà fisica. Il giocatore c’è eccome, sa stare in campo sui due lati con letture che non sono comuni agli altri pari ruolo, tuttavia la sua corsa è terribile da vedersi, con quella gamba trascinata che fatica a staccarsi da terra. Ovvio che la verticalità, caratteristica impareggiabile dell’ex Florida, ne esca devastata. Ci vuole tempo? E’ un auspicio, non  necessariamente realtà.

Il Real Madrid smantella senza pietà il sistema Bamberg. Il 40 a 26 a rimbalzo è solo uno dei tanti dati che raccontano di due squadre appartenenti a livelli completamente diversi.

L’autodefinito miglior basket d’Europa di Trinchieri non resta in partita nemmeno un minuto: è massacro sin dalla palla a due. Vero, come ha detto il coach a metà partita che «non sono entrati diversi tiri a aperti», tuttavia avrebbero al massimo dimezzato uno score che diceva 47-25, non certo tenuto in partita una squadra che, sempre nelle parole del proprio allenatore, questa volta in sala stampa, «non ha rispettato il duro lavoro che la squadra deve svolgere ogni volta che scende in campo».

Il Real di Laso gioco veramente bene. La differenza con e senza Llull è abissale. Il movimento di palla e uomini ricorda spesso quello di Popovic, con grande ricorso al tiro da tre ma sempre in occasioni costruite, al netto delle soluzioni di talento puro del suo fenomeno col numero 23. La palla va dentro con continuità e Reyes, Hunter ed Ayon sono rebus irrisolvibile per la limitatissima presenza interna del Brose. Di notevolissimo impatto alcune giocate difensive di Jeffery Taylor. A proposito, mancava Randolph… Buonanotte!

Un ottimo Zalgiris passa ad Istanbul, confermando la propria crescita e lo splendido lavoro di Saras Jasikevicius. L’Efes ricasca nell’anonimato tecnico di inizio stagione: troppi alti e bassi per Perasovic e compagnia. «Poca energia, troppi rimbalzi concessi. La vita va avanti, dobbiamo prepararci per giovedì». Appunto, la vita va avanti ma sarà quasi un dentro/fuori il derby col Galatasaray. A proposito di questi ultimi, ennesimo brutto stop a Kazan. Senza Langford gli uomini del Tatarstan rimangono vivi: la sfida di giovedì a Kaunas sarà turning point fondamentale.

Ritmi serrati, infortuni, gerarchie più chiare, gestioni difficili per roster talvolta limitati: la nuova Eurolega è questa, lo si sapeva dall’inizio. I giudizi sono chiari solo per le più forti: dietro può accadere di tutto e la classifica, al giro di boa tra una settimana, dirà chi e per cosa si lotterà.

 

 

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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