Maccabi Tel Aviv, cronache di un terzo disastro

0 0
Read Time:3 Minute, 26 Second

Maccabi Tel Aviv. Ancora una volta. «In EuroLeague hanno dimostrato di non poter circolare». Andrea Meneghin, dai microfoni di Sky, ci va giù pesante. Ma non possono esistere parole dolci per commentare un disastro. Dopo il ko casalingo con il Gilboa in campionato, la dirigenza del Maccabi era stata chiara: reazione immediata, positiva e totale, senza mietere immediate vittime, ma ponendo ogni elemento del roster, e dello staff, davanti alle proprie responsabilità. Il risultato?

LA GARA DI BELGRADO

83-58 finale, 0/0 dalla lunetta, 19 palle perse di squadra, 6/23 da 3, 23-16 negli assist, -25 da un avversario che tira 6/24 da 3 con 12 palle perse. Visto che parliamo di numeri, altri tre dati che danno visione univoca: 16-4 di parziale nel primo quarto, 14-2 nel secondo, 15-4 nel terzo. Rami Hadar non ha mai trovato un senso al roster a disposizione, prendendo una decisione una, per poi rinnegarla una volta chiuso il primo tempo sul 42-24. Ovvero Gal Mekel, 0’ a fine primo tempo (dopo i 39’’ contro il Fenerbahce, i 2.25’ a Kazan e i 47’’ contro l’Anadolu Efes), 13’ alla sirena conclusiva, per quanto con 2 punti, 1/4 al tiro, 3 rimbalzi e 0 assist. Il resto è una rotazione passiva di uomini, con Weems a prendere il controllo dei giochi (e perdere 7 palloni, per quanto sia sempre il più attento in difesa, con 3 recuperi), e una produzione offensiva che passa per uno contro uno improvvisati. Tutto parte da qui: a Belgrado il Maccabi non crolla per la difesa, ma per un attacco senza costrutto che, producendo pessimi tiri, garantisce alla Stella Rossa una straordinaria variabilità di soluzioni in transizione.

L’INTRECCIO DI UNA TERZA STAGIONE MALEDETTA

Perché la crisi del Maccabi Tel Aviv non inizia oggi, ma in quell’estate 2014 che portò David Blatt in Nba. Guy Goodes, poi Zan Tabak, Erez Edelstein e Rami Hadar. Due eliminazioni brucianti ai playoff, e una rivoluzione estiva nata intorno ad un giocatore, Quincy Miller, fermato dalla rottura del legamento crociato in luglio (ma comunque con contratto esteso sino al 2019). Miller, arrivato da Belgrado, potrebbe tornare in campo nel giro di un mese, ma rimane il senso di improvvisazione della riparazione, che ha creato un gruppo disomogeneo, e senza un sistema in cui credere. Erez Edelstein è stata fatto fuori il 23 ottobre, quando ancora il tempo non gli aveva neanche lontanamente permesso di fare danni. Rottura con il gruppo? Sì, secondo ogni logica interpretativa, certamente per il sempre «interessato» commentatore Pini Gershon, che vedeva in Sonny Weems il colpevole. Promozione per Rami Hadar, temporanea e senza garanzie. Il gruppo si ricompatta, la filosofia difensiva del coach (mostrata nel biennio da head ad Haifa) lascia ben sperare, e in campo si inchinano Fenerbahce, Unics e Olympiacos in EuroLeague, e l’Hapoel Gerusalemme di Simone Pianigiani in patria. E poi?

FENOMENOLOGIA DI UN CROLLO

Il 23 novembre Rami Hadar è confermato sino a fine stagione dopo la vittoria sui rivali più accreditati in Israele (che comunque possono contare su un tutt’altro che ben augurante record di 5-5). Il 7 dicembre il pubblico ne chiede le dimissioni nel pieno del ko con il Bamberg. Sono arrivate le grandi “L” con Anadolu Efes, Bamberg e Stella Rossa, con nel mezzo il +16 sciupato con il Gilboa in campionato. Non sono i passivi in sè a contare, quanto le modalità, per un gruppo che si conferma spaccato anche nelle parole dei dopogara. Goudelock pare l’eroe che cede alla sovraesposizione, un accento che non garba a Sonny Weems, che dopo i ruoli da contraltare al Cska prima, e in Nba poi, richiede un’immagine da «prima donna». Intanto Rami Hadar si presenta in sala stampa, a Belgrado, ammettendo di non avere soluzioni: «Altrimenti sarei già intervenuto». Si parla di dimissioni, il club ammette, tramite il presidente Mizrahi, di aver vissuto: «una delle notti peggiori della storia del Maccabi». Il tutto verrà gestito nella giornata di venerdì. Hadar potrebbe anche tornare assistente, in Italia si spera in una chiamata di Luca Banchi. 

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Rispondi

Next Post

Blatt, Laso, un crollo ed il leader

«Succede a tutti, è una stagione così. Devi essere pronto a sfruttare questo vantaggio». A Milano fischieranno le orecchie di molti, sentendo le parole di coach Blatt che commenta la netta vittoria contro un Real Madrid privo di Llull e Randolph. Le vittorie sono sempre vittorie, talune però hanno peso […]

Iscriviti alla Newsletter di ED

Scopri di più da Eurodevotion

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading