ESCLUSIVA #EURODEVOTION MILOS TEODOSIC, IL NUMERO UNO !

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30 anni il prossimo marzo, Milos Teodosic è già leggenda nel basket euroepo.

Nato a Valjevo, muove i primi passi nel locale Metalac, prima di trasferirsi nella capitale Belgrado allo Zeleznik FMP. Brevemente in prestito al Borac Cacak, dopo l’esordio nella prima lega serbo-montenegrina, nell’estate 2007 raggiunge il grandissimo coach Pini Gershon all’Olympiacos. Anni difficili per il dominio dei rivali “verdi” : raggiunge una Final 4, ma arriva una sanguinosa sconfitta proprio con il Pana (82-84 in semifinale).

C’è la crisi, molti lasciano Atene ed il fenomeno serbo parte in direzione Mosca: la storia si farà là.

La maledizione di Eurolega, che pare accompagnare il club moscovita nell’ultimo quinquennio, ha fine lo scorso maggio a Berlino, quando in una delle più belle finali di sempre viene sconfitto il Fenerbahce: la partita di Teodosic è un capolavoro. Battere Obradovic ha un sapore ancor più particolare per chi ha giocato 4 anni al Pireo.

Con la nazionale serba vince un argento ai Mondiali spagnoli del 2014 e bissa in uno strepitoso torneo Olimpico a Rio 2016. Sopra la Serbia c’è solo la nazionale NBA.

La stella di Milos Teodosic brilla oggi più che mai. Grazie a delle prestazioni stratosferiche sta dominando l’Eurolega, mostrando al mondo una conoscenza del gioco ed un talento raramente riscontrato in passato.

E’ assolutamente una delle migliori “point guard” della storia del gioco e le sue visioni stanno già riscrivendo i testi sacri della pallacanestro.

A Milano per sfidare l’Olimpia, ha risposto alle domande di www.eurodevotion.wordpress.com .

Milos, hai giocato per Ettore Messina ed oggi per Dimitris Itoudis: due sistemi diversi, ma entrambi basati su un grande movimento di palla e uomini. Che differenze hai trovato tra i due Coach?

MT – Ogni coach ha il suo sistema specifico e ci vorrebbe troppo tempo per descriverne i giochi ed i dettagli, offensivi come difensivi. Di certo dico che entrambi prestano la massima attenzione ai dettagli e sono coach nati per vincere.

Sei a Milano, giochi contro l’Olimpia, quindi non posso non chiederti qualcosa di Miroslav Raduljica e delle difficoltà che sta attraversando a Milano. Attualmente pare di vedere non più del 30% del giocatore visto a Rio ed in genere con la nazionale. Hai potuto parlargli e ti sei comunque fatto un’idea della grande differenza di rendimento nelle squadre di club rispetto alle prove fornite in nazionale?

MT – Non so dirti se sia il 30%, ma sono d’accordo che Raduljica abbia il potenziale per giocare un ruolo più importante all’interno della squadra. Non parliamo molto di basket e non conosco i dettagli della sua situazione attuale in squadra. Abbiamo giocato solo 10 delle 30 partite di regular season, molte squadre necessitano di più tempo per adeguarsi al nuovo format del torneo e per costruire la miglior chimica dopo le mosse di mercato dell’estate. Molte cose possono cambiare.

Parliamo di futuro NBA. A fine settembre hai detto che giocherai in America il prossimo anno ed hai indicato gli Spurs come la destinazione ideale (al pari dei Jazz per la presenza di Quin Snyder). In Texas si gioca una motion, molto simile a quella di Messina che già conosci, che a parere mio si adatta perfettamente alle tue caratteristiche. E’ quindi così semplice pensare che potresti essere il naturale sostituto di Tony Parker? Greg Popovic è parte fondamentale della tua decisione?

MT – In realtà non ho detto che giocherò sicuramente in NBA, ho detto che potrei giocarci. Ci penso sempre, è una possibilità reale ma è ancora troppo presto per valutare le opzioni. Sono totalmente concentrato ad aiutare lo CSKA a vincere quest’anno.

Il trionfo di Berlino è stato un traguardo fondamentale nella tua carriera. Ha cambiato qualcosa di basilare nell’approccio a partite di grande importanza?

MT – Mi è stato chiesto spesso e non credo che sia cambiato molto per me come giocatore nell’ambito della mia carriera: certamente non è cambiato solo  grazie ad alcune partite ed ai titoli vinti. Gioco più o meno allo stesso modo. Continuo a lavorare sul mio gioco, cercando di migliorare e credo che tale miglioramento sia arrivato attraverso il lavoro duro in palestra così come grazie alle esperienze vissute.

Milos Teodosic e Nando De Colo. Stampa, tecnici e tifosi avevano molti dubbi sul fatto che potessero convivere al meglio due giocatori che necessitano di palla in mano molto spesso come voi. Da cosa nasce la perfetta chimica della coppia dominatrice del basket europeo?

MT – Nando è un grandissimo giocatore ed un ottimo amico. E’ un onore ed un piacere giocare con lui. Abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo per aggiustare gli equilibri durante la sua prima stagione a Mosca, ma è un processo normale.

Parliamo brevemente di qualcosa di più tecnico. Ho avuto modo di studiare a fondo il tuo gioco ed ho rilevato come la tua pericolosità cresca esponenzialmente quando, dopo aver iniziato l’azione e mosso la palla, la ricevi a seguito dello sviluppo della chiamata offensiva: in queste occasioni, dopo il tuo secondo tocco, lo CSKA va a referto almeno l’80% delle volte con estrema facilità. Sei d’accordo su questa valutazione ed è situazione studiata nel sistema di Itoudis, visto che accade molto più spesso rispetto al passato?

MT – Sono assolutamente certo che il nostro staff tecnico studi a fondo l’efficacia dei nostri giochi, in modo da chiamare quelli più produttivi durante le partite. Come sai posso giocare in entrambe le posizioni di guardia e penso che il nostro coach voglia che io abbia la palla in mano in attacco quando arriva il momento decisivo per  creare. A volte non porto nemmeno palla oltre la metà campo, lo possono fare Jack, Nando, Cory o Dima. Mi permette di limitare alcuni sforzi quando gli avversari sono molto aggressivi sulla palla, cosicchè conservo maggiore energia e concentrazione per creare i migliori tiri per la mia squadra.

Creare è la parola chiave se si parla di Teodosic. Creano gli artisti, creano i campioni, creano solo i numeri uno.

8 dicembre 2016, Milos al Forum: oggi è lo spettacolo migliore che si possa trovare in un’arena europea.

 

Un grandissimo ringraziamento a Mr. Nikolai Tsynkevich, capo dell’ufficio stampa del CSKA, per il lavoro svolto e la collaborazione di cui ci ha onorato, rendendo possibile questa intervista.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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