Euroleague Power Ranking : round 10

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Tempo di primi bilanci e di verifiche delle iniziali aspettative e previsioni, parametrate al nostro precedente #powerranking dell’11 ottobre.

Dopo la notte che ha completato il decimo turno, con il ritorno al successo del Barcellona, i raid vincenti  dello Zalgiris a Belgrado e dell’Olympiacos sul campo del Darussafaka, nonché il successo interno del Baskonia contro un Galatasaray ritornato competitivo, analizziamo la classifica, a cinque turni dalla fine del girone di andata.

POWERHOUSES

CSKA (9-1) – Su tutte. Un solo scivolone in Turchia, figlio di un raro momento di superficialità. Si sta gestendo al meglio l’infortunio di De Colo grazie ad un irreale Teodosic ed a un coach che oggi domina in lungo ed in largo, per vedute e personalità. #UP

CONTENDERS

REAL (7-3) – Sorpasso momentaneo sul Fenerbahce, grazie ad un Sergio Llull strepitoso ed a un Pablo Laso che è cresciuto esponenzialmente in panchina. Rotazioni che sono le più lunghe  e qualitative di tutto il torneo. Othello Hunter a livelli mai visti (non lo avrei mai detto). Due sconfitte esterne con CSKA e Fenerbahce di un punto, che sono un raro caso in cui perdendo si dimostra la propria forza. #UP

FENERBAHCE (7-3) – Un momento difficile da cui si è usciti con personalità e tecnica. Il coaching resta il migliore d’Europa, con quello moscovita, e non certo solo per Obradovic. La comunicazione panchina-campo è uno spettacolo tecnico e di gestione. Sloukas vicino ai Teodosic, De Colo e Llull: Udoh miglior centro. In ritardo Veselj e Datome. #DOWN

LOTTA PLAYOFF

OLYMPIACOS (6-4) – In piena corsa per quel quarto posto che è il vero traguardo per tutte quelle che non sono CSKA, Real e Fenerbahce. La squadra c’è, il coach pure, Spanoulis non manca mai: non ci stancheremo mai di dirlo, dipende tutto dall’impatto del duo Young-Birch. Protagonisti loro, nulla è precluso. Cos’è successo a Papanikolaou? #CONFERMATO

BASKONIA (6-4) – Molto oltre le aspettative rispetto al nostra ranking iniziale. La perle sono l’asfaltata del Fenerbahce ed il trionfo a Madrid, il rimpianto si chiama Kaunas. Larkin e Beaubois fondamentali, Hanga e Voigtmann da piani alti, Shengelia una certezza. Molto sulle spalle di Bargnani: se lui sta bene e gioca, magari prendendo più di 2,7 rimbalzi a partita, si può stare da queste parti. Lo farà? Molti dubbi. Sito Alonso si fa conoscere. #UP

MACCABI (5-5) – L’esonero di Edelstein ha dato una scossa che parrebbe positiva. Si confermerà? Difficile. I giocatori ci sono, Goudelock è il bene ed il male, Devin Smith l’eterno campione. Israeliani che sono dolce dovevano essere, cioè in contentino. #CONFERMATO

PANATHINAIKOS (5-5) – Anche per i verdi, situazione stabile in lotta per quelle posizioni tra il quinto e l’ottavo posto. Nick Calathes a livelli mai visti. La sconfitta nel derby fa sanguinare ancora. Bourousis ago della bilancia. Singleton spesso una libidine, talvolta smemorato. #CONFERMATO

DARUSSAFAKA (5-5) – Potrebbe essere 10-0 come 0-10. Tutte partite tirate, tutti finali da incubo. Blatt sa bene come si gestiscono le partite  a stretto giro di posta l’una dall’altra: l’allenatore stile NBA potrebbe diventare una tendenza. Loro sanno meglio come si fa, sperando però che quel gioco non diventi la tendenza. Troppe triple, molta intensità. #CONFERMATO

EFES (5-5) – Inizio complicato, quasi tremendo, in cui non si difendeva e si girava alla larga dai contatti. La chiave è Heurtel con Perasovic: due fuoriclasse nel loro ufficio. Ma gli uffici collaborano o si confrontano per la supremazia? Io ci credo. #CONFERMATO

BARCELLONA (5-5) – Infortuni decisivi, ma anche un brutto, brutto basket troppo spesso. Le lamentele di Bartzokas sul format sono pessima cosa. Inserimenti di nuove forze tutti da valutare, Tomic, come sempre, mollissimo. Rice con la palla in mano oltre ogni limite. Lotta, ma non ha certezze più delle altre. #CONFERMATO

ZALGIRIS (4-6) – Grande, grandissimo Jasikevicius. Nei momenti in cui nulla funzionava ha sempre creduto nei suoi, scuotendoli violentemente e confermando uno stile di gioco con fiducia e pazienza. Non farà i Playoff, probabilmente, ma è molto oltre le aspettative. Brock Motum la novità, Leo Westermann la guida, i vecchi lituani la conferma. #UP

STELLA ROSSA (4-6) – Tecnicamente diversi passi sotto le altre, ma sempre col cuore tipicamente serbo. Simonovic fa pensare perché non giochi ai piani alti. Se spesso hai Jenkins in isolamento offensivo e sei 4-6, vuol dire che il coach è uno vero. #UP

EA7 MILANO (4-6) – Malissimo le ultime, molto bene saltuariamente, può giocare con tutti, tranne le prime tre. Raduljica, impresentabile finora, è il problema numero uno, ma Hickman , che gioca da solo, non è lontano. In fondo è ad una sola W dal suo posto naturale, può benissimo rientrare, ma l’ambiente milanese e l’attitudine di diversi giocatori non dà una momentanea immagine positiva. Lo Zalgiris insegna: imparare, no? Fiducia è la parola, rivoluzione il timore. #DOWN

QUARTA FASCIA

UNICS KAZAN (3-7) – Al suo posto, di più non si può fare. Memorabile impresa in casa Fenerbahce, Langford gioca ormai “for the ages”. Parakhouski è centro da prime 4-5. #CONFERMATO

GALATASARAY (3-7) – Inizio imbarazzante, sembra essersi ripreso, ma per rientrare ci vuole un mezzo miracolo nelle prossime cinque. Epurati i problemi, il coaching lascia molto a desiderare: dov’è Austin Daye? Se Diebler non la mette è notte fonda. #DOWN

BROSE BAMBERG (2-8) – La delusione assoluta. Perso Wanamaker, lì non c’è nulla e la panchina non ha fatto molto per lavorare in questo senso. Zisis è un computer, ma sul Pc fai i programmi, non vinci le partite. Sotto canestro il  vuoto. Melli notevolissimo, ma se Melli è il tuo miglior giocatore, i Playoff di Eurolega non li fai. Tante parole, pochi fatti. #DOWN

 

 

 

 

 

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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