Milano difende: Baskonia KO

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Successo importante per l’Olimpia contro una diretta avversaria nella corsa ai Playoff: 88-76 è score inedito per chi aveva sinora sempre giocato sopra i 90 punti.

La valutazione della vittoria milanese non può prescindere dalle statistiche che in sostanza parlano di una sostanziale parità in alcune voci e di una differenza che crea il divario tra le due squadre in altre.  18/36 da due contro il 21/39 basco, rapporto assist/palle perse quasi identico (14/16 vs 14/17), idem per i recuperi (7 vs 9). La differenza si palesa a rimbalzo (36 vs 31), ancor maggiormente al tiro da tre (10/23 vs 6/22) ed è forse fondamentale riguardo il numero di tentativi in lunetta, dove Milano va 29 volte, realizzandone 22, contro il 16/19 di Bargnani e soci, più precisi ma meno presenti. Lo stesso Sito Alonso ha chiaramente parlato di «facilità per gli arbitri a fischiare maggiormente se andiamo morbidi a creare determinati contatti». Tutto verissimo ed assai chiaro fin dai primi possessi Olimpia, con Gentile mandato quattro volte in lunetta (7/8) a causa di “falletti” figli di pigrizia e cattivo approccio.

La prova di Desio dice assai chiaramente che Milano attacca meglio e con una circolazione di palla più fluida quando è agli ordini di Mantas Kalnietis: Ricky Hickman, sicuramente più risolutore rispetto al lituano, è colto troppo spesso in “flagranza di palleggio”. La cosa crea una sorta di pigrizia negli altri che si sentono poco coinvolti. Meglio l’ex Maccabi e Fenerbahce nel secondo tempo ma attenzione perché non è la prima volta che accade, unitamente ad un peso difensivo troppo leggero. Quando i meccanismi offensivi della squadra di Repesa sono gestiti invece dal #9 la palla viaggia che è un piacere e la transizione stessa vede maggiore velocità e movimento globale. Le individualità a questo punto possono liberare tutto il loro talento.

Talento che effettivamente non è poco. Alzi la mano chi ad inizio stagione non riteneva che questa squadra fosse dietro alle big di parecchie piste in questo senso e che solo l’applicazione difensiva potesse colmare il gap. Se si conferma che i top team si possono affrontare solo con una difesa feroce, esattamente l’opposto di quanto visto con il Real, è altrettanto vero che rispetto alle rivali per la “postseason” Milano ha decisamente qualcosa in più. E questo qualcosa ha oggi principalmente le fattezze di Rakim Sanders. L’uomo che visse due college, tra gli Eagles di Boston e gli Stags di Fairfield, sta giocando a livelli da dominatore assoluto, poco sotto quelle tre letterine che fanno M-V-P. Sostanzialmente all’esordio in Eurolega, perché la stagione sassarese disse ben poco e quella scorsa la trascorse in infermeria, Rakim sta dimostrando a chiare lettere ciò che ci disse a fine settembre: «Da 4 posso soffrire alcuni giocatori vicino al ferro, ma poi loro devono venire a prendermi sull’arco. Se riescono..». 

Fondamentale per Repesa  che in una settimana dal doppio turno, nessun milanese giochi più di 22 minuti, fatta eccezione per Hickman (24’22”) e lo stesso Sanders (27’42”).

Il Baskonia non è quello di venerdì, anche perché Milano non è il Fenerbahce della Fernando Buesa. Bargnani fa il Bargnani: pulito ed efficace lontano da canestro senza pressione, infarcisce un discreto primo tempo con una perla in penetrazione ed affondata raramente vista nel suo bagaglio, poi sparisce quando la contesa meriterebbe maggior durezza mentale. Quante volte abbiamo visto questo film? Un talento simile meriterebbe altro ma temo sia tardi in carriera. 4 rimbalzi “caduti in mano” sono la prova di tutto ciò in  27’24” sul parquet. Hanga è uomo chiave per coach Alonso e la difesa milanese lo tiene lontano dalla sua “zona rossa”. Shengelia manca e si sente mentre Johannes Voigtmann fornisce una prova più statistica che efficace. Molto male Beaubois, mentre Larkin trova i suoi migliori momenti quando può approfittare della difesa soft di Hickman, mentre uno splendido Abass gli cancella le traiettorie più amate, a partire dal semplicissimo concetto da settore giovanile di mandarlo a sinistra. Shane sa muoversi anche lì ma è assolutamente meno efficace. A volte le soluzioni più semplice rendono il gioco ancor più accattivante e sono appannaggio delle persone intelligenti: esegue il duo Repesa-Abass. 

I baschi sono squadra discreta che però, soprattutto a causa di Bargnani e Voigtmann, si prestano ad essere attaccati troppo intensamente vicino al ferro dove sono del tutto impalpabili. Alla lunga sarà un problema se non compensato dall’eccellenza sul perimetro.

Baskonia ora attende ora il Bamberg per spingerlo ancora più giù : 2-6 sarebbe difficile da gestire per Trinchieri e soci dopo il rovescio interno con la Stella Rossa. Milano vola a Belgrado dove troverà proprio quella  Stella Rossa vincente in Germania che non molla mai, sebbene tecnicamente inferiore a quasi tutte le avversarie. La nuova formula del torneo, in cui già oggi ben sette squadre hanno differenziale di una sola partita tra vittorie e sconfitte (ma stasera potrebbero essere 10 od 11), fa sì che si tratti di un lungo, interminabile Playoff, almeno fino al momento, che arriverà presumibilmente ad inizio 2017, in cui le gerarchie saranno meglio definite.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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