Opening Night: Real vs Olympiacos

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Prima palla a due della nuova era: dove eravamo rimasti?
Ah sì, quella “partitina” tra CSKA e Fenerbahce che sancì la redenzione, se realmente ce ne fosse bisogno, di Milos Teodosic. Come ricominciare? Da due delle avversarie più accreditate, “blancos vs reds”.

Milutinov in quintetto per Sfairopoulos, già abitudine del passato. Thompkins e Taylor sono l’inattesa risposta di Laso. Non si può cominciare meglio: bomba di Spanoulis! Oly ordinato ed al solito ben allenato, ma contrastare la magia di Llull non è facile. Real avanti ed ecco un’altra tripla surreale del “dio” Vassilis, nata da un giochino con il collega dell’Olimpo Georgios: mini vantaggio Pireo. Birch è una meteora, Llull dà ragione a Westbrook, no dai, non è vero, nove minuti di assoluta onnipotenza. 24-17 Real. Doncic è troppo basket per Hunter che dietro ne regala due ad Hackett, ma il bimbo dà il massimo vantaggio ai suoi. E qui gli aggettivi si sprecano dopo un altro paio di giocate. Olympiacos al lavoro dietro e strappo ricucito. Si chiude 42-40 con l’ennesima prodezza del 7 rosso: 8p, 2r, 3a per lui contro i 15 di Llull in 13’43”.
E’ sempre lo stesso Llull che porta a scuola Birch: il Real che gioca più libero pare avere qualcosa in più rispetto a quando è troppo schematico. Ayon continua a lavorare, silenzioso ma efficace, Hackett vede a stento il ferro dall’arco quando è più importante: svista arbitrale evidente sulla non convalida a Birch, Rudy a rimbalzo d’attacco: 10-2 Real e più otto.
Il parziale del terzo quarto è 20-13 con un Agravanis degno del peggior Gani Lawal: manata stupida dopo un fallo fischiato e regali per Doncic in lunetta. Lojeski si conferma il terzo tiratore di striscia in Eurolega dopo Diebler e Carroll, ma non basta se si fermano tutti gli altri esterni dei greci. Randolph entra in partita anche se solo come terminale offensivo un po’ avulso dai giochi: la vallata del Pireo si oscura definitivamente. Il sigillo è di Luka Doncic: adesso capiamo meglio perché Garbabjosa ha provato la furbata fino in fondo per la sua nazionale. Molto probabile che i Balcani saranno nelle mani sue e di Musa nel prossimo decennio. Finisce 83-65, punizione severa ma reale oggi, se i lunghi di Sfairopoulos sono questi.

Il Chapu n.e., Maciulis in borghese: direi che a Laso le alternative non mancano.
Ayon dà un peso tecnico alla squadra, mentre Hunter ne toglie parecchio. Madrid è la squadra più NBA d’Europa, forse non la più forte ma certamente quella con lo stile di gioco più efficace quando libero e figlio di iniziative individuali. Pare esserci maggior attenzione sul lato difensivo rispetto al passato: così si va lontano. Troppa gente molto sotto tono per l’Oly: con 25 punti nel secondo tempo non vinci al Barclay Center. Al coach greco andrebbe chiesto perché Milutinov marcisce in panchina quando Young e Birch non danno nulla: la sua presenza ad inizio partita valeva ben più di una seconda chance.

Grande attenzione alle valutazioni dei “grigi”: l’aria è cambiata su determinati contatti ed il concetto di antisportivo è oggi lasciato un po’ troppo al giudizio personale. ne vedremo delle belle.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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