Olympiacos

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SEDE: Pireo, Grecia

ARENA: Stadio della pace dell’amicizia (17.000 posti)

Dici Olympiakos e pensi all’Eurolega, forse più che per  qualunque altro club europeo, non fosse altro che per le imprese leggendarie dei biancorossi del Pireo negli ultimi anni, in cui sotto la guida degli “dei” Spanoulis e Printezis sono arrivati risultati eccelsi in modi e tempi che appartengono alla storia del gioco. Il club fondato nel 1925 vinse il primo titolo nazionale nel 1949, evento ripetuto nel 1960, nel 1976 e nel 1978, ma i tempi d’oro arrivarono coi primi anni ’90 e cinque “scudetti” consecutivi tra il 1993 ed il 1997.

Le finali europee perse con Badalona e Real tra il 1994 ed il 1995 sotto coach Ioannidis furono solo l’inizio : il 1997 portò al “triplete” con l’arrivo di Ivkovic in panchina e le prestazioni magiche di Rivers e Fasoulas. Uno strano digiuno nazionale tra il 1997 ed il 2012, inframezzato da solo tre coppe greche, non impedì di primeggiare in Europa.

Le Final Four del 1999 furono poi sfiorate nel 2003: seguirono buone stagioni alternate ad alcune interlocutorie  senza acuti fino al 2009, anno in cui a Berlino, come in patria, il volto della sconfitta sanguinosa assunse le fattezze dei rivali storici del Pana. Nel 2010 a Parigi furono Navarro ed il suo Barça l’ostacolo insuperabile. Il ritorno di Ivkovic fu in quegli anni decisivo. Il 2011 vide lo stop ai Playoff contro Siena ma il 2012 diede la tanto attesa gloria. Il 62-61 contro il CSKA nella finale di Istanbul rimane quello del “tiro” di Printezis dopo la rimonta dal meno 19: in semifinale fu sconfitto il favoritissimo Barcellona. Hines e Papanikolaou furono protagonisti ma è indiscutibile che la leggenda degli “dei” Vassilis e Georgios iniziò allora a prendere forma.

Bartzokas sostituì Ivkovic ma nulla cambiò: CSKA e Real sconfitti nelle notti eroiche di Sapnoulis a Londra e secondo titolo in fila. Real che si prese la rivincita nei Playoff dell’anno seguente ed ancor più nella finale dominata nel 2015, dopo che ancora il CSKA non poté uscire dalla morsa del duo Spanoulis-Printezis in semifinale. Nello stesso 2015 arrivò un titolo nazionale storico, corroborato da 32 vittorie nelle ultime 33 partite: era solo il secondo trionfo in 18 anni ma dovette attendere poco per essere replicato grazie all’ennesima “tripla” miracolosa di Vassilis Sapnoulis contro il Panathinaikos nel 2016. Ultima stagione che ha visto gli uomini del Pireo mancare i Playoff di Eurolega per la prima volta dopo  10 apparizioni consecutive.

Se è vero che l’età degli “dei” inizia ad essere elemento importante, ciò che il club biancorosso ha insegnato a tutta l’Europa è che basarsi su un nucleo di giocatori nazionali di alto livello confermati negli anni è strategia fondamentale per i successi, nonché l’identità precisa di un sistema difensivo che si è mantenuto inalterato negli anni sotto le differenti guide di Ivkovic, Bartzokas e Sfairopoulos: i conti, alla fine, si dovranno fare sempre al “Pace ed Amicizia”.

 

Coach Sfairopoulos (confermato)

Contratto Young (c), Papapetrou (f), Spanoulis (g), Printezis (f), Agravanis (f/c), Mantzaris (p), Hackett (p), Lojeski (f), Papanikolaou (f), Athinaiou (p), Milutinov (c)

Cessioni Hunter (f/c-Real Madrid), Warrick (c), Strawberry (g-Besiktas), Kavvadas (c-Aris)

Acquisti Birch (c-Usak), Green (g-Jazz), Maragkos (c-American University)

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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