Panathinaikos

Eurodevotion
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SEDE: Atene, Grecia

ARENA: OAKA Arena (19.000 posti)

La storia del Panathinaikos inizia nel lontano 1908 e porta in dote i primi titoli nazionali (7) tra il 1946 ed il 1962 prima di un periodo d’oro in patri in cui tra il 1967 ed il 1984 i successi furono ben dodici, unitamente alle prime tre coppe nazionali.

Il periodo seguente fu assolutamente di vacche magre fino al 1996, data cui si può far risalire l’ingresso dei verdi nell’Europa che conta, col trionfo targato Dominique Wilkins, Panagiotis Giannakis e Fragiskos Alvertis, oggi presenza fissa sulla panchina in qualità di dirigente nonché braccio armato della vulcanica e munifica proprietà. La sconfitta nei 16mi di finale nel 1999 contro la Teamsystem Bologna fu l’inizio di una presenza pressoché fissa ai massimi livelli continentali.

L’anno seguente arrivò il trionfo contro il Maccabi, lacci finale concesse il bis, questa volta  appannaggio gialloblu, nella finale “scissionista” del 2001. Ma il suddetto 1999 portò in dote la mossa decisiva nella storia del club e dell’intera Eurolega: Velimir Obradovic iniziò il suo regno sulla panchina del Pana, sodalizio che portò al dominio assoluto della competizione in tredici anni di collaborazione. Quello che accadde al suo ritorno da avversario con il Fenerbahce nella stagione 2013-2014 è qualcosa che non avrà mai pari in alcun modo nella storia, con decine di migliaia di tifosi già presenti all’arrivo ed all’allenamento dei turchi, poi incessantemente impegnati a cantare il nome del coach per la maggior parte dell’intero incontro.

“E’ ridicolo vederlo su un’altra panchina, è questa casa sua” la chiosa del presidente greco in quell’occasione. Il 2002 portò al grandissimo trionfo contro l’imbattibile Kinder di Ettore Messina dopo una spettacolare rimonta guidata da Bodiroga a Bologna, cui fecero seguito quattro anni in cui si raggiunsero due TOP 16, una semifinale ed un Playoff. Dopo l’esordio nel Kastoria, squadra della sua città, e cinque stagioni all’Iraklis, nel 2004 approdò ad Atene Dimitris Diamantidis, che sarà protagonista, in perfetta sintonia con il “suo” coach, di tutti i trionfi del club: 6 volte MVP difensivo di Eurolega, 2 volte MVP delle F4, 1 volta MVP di stagione e 6 volte MVP del campionato greco quello che aggiunse il “diamante” a livello di titoli individuali.

Il 2007 fu indimenticabile: battuto lo CSKA nella finale di Atene considerata la migliore di sempre. Iniziò a brillare la stella di Dimitris Diamantidis, MVP al cospetto del regnante uscente Papaloukas.Due anni dopo altra finale leggendaria contro lo CSKA e questa volta fu un inedito Spanoulis “in verde” a guadagnare l’MVP di Berlino. Di quest’annata si potrebbero ricordare tante cose ma una emerge su tutte: il backcourt composto da Jasikevicius, Spanoulis e Diamantidis guidato da Obradovic in panchina rappresenta il meglio che il gioco abbia espresso in una singola squadra in tutti i tempi, NBA assolutamente compresa.

Nel 2011 ecco arrivare un altro titolo continentale, il sesto della storia (in soli 15 anni..), con Diamantidis definitivamente nelle leggenda dopo gli onori di MVP stagionale e delle F4 catalane. Grandissima l’impresa nei Playoff contro i favoritissimi balugina che sognavano la finale casalinga. Ancora il CSKA nel destino, ma questa volta fu sconfitta 66-64,  nel 2012 in semifinale ad Istanbul, dove trionfarono i nemici del Pireo: anno funestato dalla mancata vittoria del titolo in patria dopo nove anni. Le due seguenti stagioni furono le prime senza Obradovic e l’eredità del coach serbo non fu facile da raccogliere (8 titoli continentali di cui 5 al Pana dopo i trionfi con Partizan, Badalona e Real) e  dissero titolo e coppa nazionale ma con ancora rispettivamente il Barcellona e poi lo CSKA insuperabili nei quarti, in entrambe le occasioni  con una serie da 3-2. La maledizione russa continuò nel 2015, con un’altra eliminazione nei quarti per 3-1. L’ultima stagione ha visto i verdi guidati da Djordjevic, poi esonerato, protagonisti di un’altalena di risultati iniziati con un pessimo record in stagione regolare poi rimesso in piedi con delle decenti TOP 16 seguite da un Playoff senza storia, sconfitti 3-0 dal Laboral. La finale persa in patria con l’Olympiacos, oltre che per l’ennesima prodezza immortale di Spanoulis, verrà ricordata come l’ultima esibizione della carriera di uno dei cinque più grandi di tutti i tempi: Dimitris Diamantidis.

 

Coach Pedoulakis (confermato)

Contratto Charalampopoulos (f), Bochoridis (g), Fotsis (f), Pappas (g), Feldeine (g), Gist (f), Calathes N. (p),

Cessioni Haynes (p-Venezia), Pavlovic (f), Raduljica (p-Milano), Diamantidis (p-ritiro), Papagiannis (c-Sacramento), Kuzmic (c-Stella Rossa), Williams (g), Hunter (f), Jankovic (f-Valencia)

Acquisti James (p-Vitoria), Singleton (f-Kuban), Bourousis (c-Vitoria), Calathes P. (f-Astana), Rivers (p/g- Real Madrid), Nichols (f-Cska)

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