Transizione, triple e Voigtmann. Olimpia sul velluto alla prima con Sassari

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L’Olimpia si prende il vantaggio nella serie di semifinale contro la Dinamo

E’ autorevole e indiscussa l’affermazione dell’Olimpia nel primo atto della serie di semifinale, i biancorossi assalgono il vantaggio in modo fulmineo e neutralizzano la minaccia sarda in fretta e furia.

La squadra di Messina raccoglie un 95-72, persino temperato dall’ultimo quarto, che indirizza la serie in una direzione univoca.

Il riassunto delle sensazioni sul dominio di Gara 1 nella classica analisi di Eurodevotion.

L’assalto biancorosso

Dal mare arrivano i pirati e a nulla servono i Nuraghi di Bucchi. Il primo quarto è già il verdetto sulla partita, un arrembante corsaro tedesco è interprete dell’istantanea scorribanda biancorossa. Voigtmann segna 11 dei primi 13 punti di Milano, chiuderà con 22 una serata di grazia (5/5 da tre).

L’Olimpia gioca con grande convinzione e trasporto la transizione offensiva, è superba e impetuosa. Coinvolge i lunghi con grande facilità, i tiratori di conseguenza. Milano scioglie una difesa in totale allarme rosso.

Voigtmann 22 punti Olimpia contro Sassari - Eurodevotion

La Dinamo prova a balbettare una timida contromossa nell’attaccare le lacune di Voigtmann sul pick and roll, mancando però del tutto nel cinismo necessario per concludere. Nel mentre i successi difensivi meneghini alimentano ritmo e praterie per i tiratori biancorossi, che gioiscono con 19 punti in soli 5′ di primo quarto.

Anche quando Sassari tenta di attaccare Pangos e l’offesa biancorossa non è più un fiume in piena, l’Olimpia si aiuta molto e riesce sempre a ricavare una vittoria difensiva.

Nel 25-12 conclusivo, c’è già tutto dei successivi 30′.

Un progredire placido e ineluttabile

All’inizio del secondo quarto Milano continua a mettere punti a tabellone, i sardi riescono a trarre qualche realizzazione in più grazie a qualche situazione dinamica e al movimento di uomini, ma nulla che possa far pensare ad una svolta.

Dai 6,75 l’Olimpia fa festa, continua a macinare, a trovare tiri e a convertirli con facilità. La minaccia da fuori consente anche un pitturato più libero e i punti in area ne sono conseguenza. Dimensione perimetrale come linfa vitale.

Le scarpette rosse tengono anche molto bene sui cambi difensivi e mismatch tentati da Sassari, che però non dimostra la ruvidità necessaria per capitalizzare le situazioni che ricerca. La volontà milanese di rimanere sul pezzo è dimostrata dalla reiterata attitudine di sporcare il pallone sulle ricezioni interne sarde provate sui piccoli avversari.

Il resto della gara è quindi un progredire placido e sornione, vissuto quasi con fatalismo. L’Olimpia continua a fare il suo, tant’è che un rilassato Messina si permette qualche sorriso e battuta coi suoi – prima con Napier, poi con Baron – quando ancora siamo in alto terzo quarto. Momento più unico che raro, verrebbe da dire…

Il + 30 dopo 30′ non lascia equivoci. Se Sassari si scioglie un po’ nell’ultima frazione, grazie alle iniziative di Dowe e Robinson, si tratta solo di scaramucce da garbage time.

Appunti da Gara 1

Milano vince la sfida con un affidamento fortissimo sul tiro dall’arco, naturale proiezione di condivisione e ritmo di gioco. 33 tiri sui 60 scagliati dall’Olimpia sono triple, all’intervallo ben 10 dei 16 canestri realizzati complessivamente venivano dalla lunga. Tendenza che deve essere attenzionata, con conseguenze interessanti sulle sfide del futuro.

24/10 è rapporto assist/perse maestoso, che riflette la buona qualità di gioco espressa. Qualità che deriva anche dall’uso della transizione.

Messina sul tema ci ha risposto evidenziando l’importanza di questo fattore, per l’oggi e per il domani. Come l’anno scorso, infatti, Milano ha accompagnato la sua post-season con una crescita progressiva in termini di ritmo. E’ chiaro che in LBA sia più facile che in EL, ma proprio il fatto che sia aspetto in evoluzione da quando ha contraddistinto il 9-1 d’Eurolega di quest’anno, ne sottolinea il ruolo potenziale.

Se nei playoff, dove c’è molta tensione, ti riduci a giocare solo a metà campo, diventa tutto più difficile“. Questa la massima del coach catanese in sala stampa.

Infine, nuove riflessioni si rendono necessarie in termini di organico. In dubbio Shields e Biligha, usciti malconci dal match e da valutare, Pangos sembra ormai aver conquistato il suo posto in rotazione a scapito di Hall, sebbene non si sia ancora reso protagonista di prove del tutto convincenti.

Photo credit: Olimpia Milano Twitter e Facebook

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