Il diario delle Final 4 tra passione pura, legami forti e scoperte piacevolissime

0 0
Read Time:30 Minute, 13 Second

DAY 4

L’ennesima ottima colazione dimostra definitivamente che su pane e dolci questi lituani sono dei grandi. Qualità.

E’ ora di cancellare quel “lavativo” e di camminare per circa un chilometro verso la Kaunas Sports Hall, nuovissima e totalmente rifatta coi fondi europei. In fondo all’ormai celebre Viale della Libertà si entra nel parco e ci sono 180 gradini da fare per arrivare nel piazzale antistante la piccola arena. Palazzetto, è meglio.

Misko Raznatovic è anche qui leader assoluto e posa i suoi occhi su tantissimo talento, molto del quale passerà dalla sua Beobasket, se non lo è già.

Solito nutrito gruppo di scout, molti dalla NBA, poi arriva anche Claudio Coldebella, già incontrato due giorni prima, fresco di firma con Reggio Emilia. Bella notizia, l’Italia recupera un protagonista che conosce il gioco a fondo. Curiosità? E’ arrivato da Treviso con volo diretto su Vilnius. Se penso ai giri del mondo che hanno dovuto fare moltissimi per arrivare qui, quasi tutti con scalo a Londra, mi viene da ridere.

Vince il Real ed è solo la prima parte di una domenica trionfale per i colori “blancos”. Non lo sa ancora nessuno, ma molti lo credono assai probabile (sono tra quelli).

Nel mezzo di tanti ragazzi che ci danno conferma di come sia cambiato il gioco e come lo siano i suoi protagonisti più precisi, c’è una domanda che non riesco a trattenere: perchè i giovani lunghi (lunghissimi) di oggi tirano solo verticalmente senza mai cercare il giusto spazio e l’equilibrio del corpo attraverso un buon lavoro di piedi? Risposta vera ma desolante di chi studia questi futuri campioni: «Noi li vogliamo solo che rollino o che tirino da tre». Cosic, dove sei?

Pranzare è praticamente impossibile, le attese sono di almeno 90 minuti per un piatto cucinato. Soluzione insalata, per una volta si parla anche di cose serie che esulino dal basket con una persona speciale.

E’ tempo di Zalgirio Arena, è tempo di finale terzo e quarto posto, che ci attrae meno di quanto lo faccia coi suoi delusi protagonisti.

Si guarda qualche possesso qua e là, è tutto surreale. Il Barça comunica che non seguirà la finale e partirà subito. Magià dei calendari (mercoledì c’è la Jornada 34 di Liga), voglia di scappare da un incubo.

Sala stampa. Saras, perchè siete arrivati qui alla grande ed abbiamo visto il peggior Barça possibile degli ultimi mesi? Mirotic? Laprovittola? La risposta è la stessa del dopo semifinale: «Ai giocatori può capitare una giornata no, agli allenatori non è concesso». Ancora. Molto più penetrante di quando giocava.

Obradovic è di una naturalezza clamorosa, si fa apprezzare perchè sarà la decima volta che dice «E’ bellissimo essere qui, è il momento più alto in 18 anni di carriera». La faccia è quella di un uomo felice, sinceramente.

Prosegue: «Siamo terzi in Eurolega, non mi pare male». Lo stuzzichiamo sulla questione MJ: «Dobbiamo solo essergli riconoscenti per quanto ha fatto in questi due anni». Classe.

Poi cambia un po’ registro di fronte alla domanda dei francesi: «Perchè in LNB non mi avete votato come allenatore dell’anno? Forse perchè sono serbo?». C’è sotto qualcosa, ci interessa il giusto e sorvoliamo.

Arrivano le 20 locali, si alza la palla a due. La marea “red” è clamorosa, si fatica persino a parlare con la collega serba seduta di fianco la quale ti chiede semplicemente «Chi vince?». Risposta secca: «L’Oly ha giocato meglio per 7 mesi e merita di più ma io non arriverei agli ultimi possessi con gente come Sergi, Rudy ed il Chacho». Penserà ad un veggente, dopo che venerdì a metà “clàsico”, col Barça sopra di 6, le hai detto senza esitazione «Vince il Real perchè se fai 9/14 da tre e sei sopra solo di 6 hai un grosso problema in arrivo».

L’Oly pare migliore, lo è stato tutto l’anno, prova a scappare am il Real non molla mai. Primo tempo 45-45 e ti viene in mente che un anno fa a Belgrado, quello era il punteggio ad 8′ dal termine.

E’ una finale bellissima, la più bella della nuova era insieme a Real-Fener del 2018. Inizia ad assalirti la solita sensazione di sconforto con pensieri per chi perderà. Ci sono in campo grandi campioni e grandi uomini, non sai cosa sperare. Ma in fondo è proprio necessario tifare per l’una o per l’altra? No.

Brutte sensazioni quando Vezenkov e Sloukas non fanno cose che farebbero ad occhi chiusi, Walkup è clamorosamente battezzato e sembra parte di un piano. Scricchiolii quando Fall tenta un “gancio cielo” improbabile per esecuzione e momento.

La storia la scrive Sergi, sempre lui. Ti aspettavi “p&r” Chacho-Tavares con Hezonja sul lato forte e la coppia Llull-Causeur su quello debole, invece la panca madridista è unita nella scelta. La si dà ad uno che è a quota “0” sino ad ora. Magia dei campioni.

Sloukas potrebbe fare ciò che fa da sempre, pure lui, ma il ferro dice no. Crudele, tanto, forse troppo.

La zona mista, ovviamente raggiante nei colori bianchi, vede un Vezenkov scoppiare a piangere mentre parla con la televisione greca. «That’s basketball». Lo sappiamo, ma c’è una grandissima tenerezza nel vedere l’MVP crollare così. La coglie Jenny, la responsabile della comunicazione Oly, professionista con cui tutti vorrebbero avere a che fare per educazione e disponibilità. Una carezza a Sasha che è forse l’immagine più bella delle Final 4, nella sua crudeltà.

Bartzokas parla come una macchina, non si nega a nessuno. Non ho il coraggio di chiedergli niente. Lo so, è mancanza di professionalità, ma l’uomo merita comprensione. Chissenefrega dell’articolo.

Ed ora la festa.

Poirier e Causeur sono raggianti con i colleghi francesi, Musa non sta nella pelle, arriva l’eroe, ecco Sergi.

«Credo sia la prima volta che segno un tiro decisivo in Eurolega». Dai Sergi, non scherziamo… E’ la prima delle due grandi bugie di questa sera.

Quando si palesa il Presidentissimo Florentino Perez si ferma tutto: giocatori negli spogliatoi col “Pres”.

Insieme ad un brillantissimo giovane italiano di Eurohoops (ma sì dai, facciamo il nome perchè è veramente super: Cesare Milanti) chiediamo ai responsabili media madrileni se ci concedono il Chacho per qualche minuto in italiano. «Certo! Finisce col Pres e ve lo porto». “Classy act”, non così comune.

Chacho, che dire? «Forse la miglior partita della mia vita». Ecco la seconda bugìa, ne ricordiamo a decine anche oltre questo livello. Il sorriso del campione è un’altra immagine indimenticabile.

«Ho cambiato, è sempre dura farlo, ma sono venuto qui ed ho trovato un Real diverso che, attraverso gli alti e bassi stagionali, è cresciuto e si è fortificato». Ce lo aveva già detto, era un’altra premonizione che avremmo dovuto cogliere meglio.

Il Bartzokas della sala stampa è colpito duro, sempre accompagnato dalla grandissima classe con cui riconosce i meriti di Chus e del suo Real. 4 giorni dopo dirà «E’stato come essere travolti da un treno. Abbiamo sbagliato 10 cose nella gara, se solo una fosse andata nella nostra direzione oggi avremmo la coppa».

Arrivano Chus e Tavares e qui c’è il grande e per nulla banale elogio del gigante al suo allenatore: «Se siamo qui è solo merito suo. Dovreste chiedergli scusa per tutto quanto avete detto e scritto su di lui in stagione». Il messaggio è per la stampa iberica, non ci sentiamo minimamente coinvolti. Mai sentita una dichiarazione del genere, così profonda, da un giocatore per il suo Coach.

Chus piange, appoggia il braccio sulle possenti spalle del capoverdiano in un gesto di pari tenerezza a quello citato di Vezenkov.

«Non mi interessa cosa si dice e si scrive, i social sono gratis, spesso chi critica sa poco di basket. E’ il mio lavoro, so che va così ma io devo pensare alla squadra e mi pare che si sia potuto fare qualcosa di grande grazie a tutti, ai giocatori ed al mio staff».

Con quello che ha passato avrebbe potuto anche togliersi molti più sassolini. Ancora, classe.

E’ veramente finita. E’ ora di saluti con tanta gente che ama il giochino come te ed allora «Ci vediamo a Berlino o in qualche arena d’Europa».

Conti i giorni che mancano alla prima della nuova stagione, saranno tra i 130 ed i 135: cosa si fa il giovedì ed il venerdì sera nel frattempo?

Sei felice perchè pochi la meritano più di Chus, ma sei molto più triste perchè nessuno la meritava più di Georgios. Da ‘sta cosa proprio non ne esci, serve lavorarci sopra.

L’ultima notte del RePUBlic ci porta in dote l’ennesima delusione sul fronte birra. E’ tardi, alle due si chiude, ma mezz’ora prima la spina della Guinness è già in spogliatoio. Il barista propone «una scura molto simile, anche migliore». Ok, volevi vendermi una birra, ma potrei citarti in giudizio accompagnato dagli avvocati della Guinness solo per averle messe nella stessa frase.

Quell’asse predetta tra Israele e l’Italia, fra la Spagna e la Turchia, partorisce parole che sono il succo di questa esperienza: «Ragazzi, stare insieme in questi giorni è stato come sempre magico, ma non può essere che accada solo una volta l’anno. Organizziamoci per un weekend, anche senza basket». A quel “senza basket” non ci crede nessuno, quelle parole frutto di saggezza mediorientale sono il tutto di queste giornate.

Il “futon” attende per l’ultima volta, ci si va emozionati. Naturalmente dopo chiacchiere infinite che, anche a RePUBlic chiuso, si protraggono fino alle tre e mezza.

(5/6, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

About Post Author

alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Rispondi

Next Post

Euroleague Weekly, Final 4 Edition: la miglior finale della nuova era?

Euroleague Weekly all’ultimo appuntamento stagionale dopo un’edizione meravigliosa delle Final 4, in un contesto come Kaunas che respira basket dal mattino alla sera. Difficile stare nei canonici 10 punti per l’edizione di #euroleagueweekly dedicata alle Final 4 di Kaunas. Volevamo provarci, niente da fare. Eccone quindi 20. Ed ora sotto […]
Euroleague Weekly | Eurodevotion

Iscriviti alla Newsletter di ED

Scopri di più da Eurodevotion

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading