Il diario delle Final 4 tra passione pura, legami forti e scoperte piacevolissime

0 0
Read Time:30 Minute, 13 Second

DAY 3

La seconda colazione lituana ci dà certezze: sanno fare bene sia il caffè che il cappuccino, roba non scontata anche nel mondo Nespresso, ma soprattutto a livello di pane e dolci la categoria è di tutto rispetto.

Il sabato è giorno di conferenze stampa ma l’eco dei verdetti delle semifinali è sempre molto forte. La maggior parte delle chiacchiere riguarda il futuro del Barça e quello del Monaco, con panchine roventi e tanti campioni sotto accusa.

L’incontro con Ioannis Sfairopoulos in sala stampa, dove il grande Coach greco, altra persona squisita, descrive l’attività dell’associazione allenatori di Eurolega ci aiuta a comprendere quale sia lo stato dei lavori FIBA-EL. L’impressione che ne ricaviamo è che non ci sia il minimo, fattivo passo avanti. Se da un lato si descrive l’atmosfera dei dialoghi come migliore rispetto passato, la realtà è che di passi avanti se ne fanno proprio pochi e che nemmeno le voci di coach (EHCB) e giocatori (ELPA) siano in grado di fare qualcosa.

Un esperto al quale concediamo il giusto anonimato è assai diretto: «Eurolega non vuole le finestre, FIBA le vuole. Quello che uno chiede, l’altro non è disposto a concedere, quindi non se ne farà mai nulla in queste condizioni». Aggiungendo poi che «FIBA in realtà si cura poco dell’Europa, e quindi dei problemi di Eurolega, perchè fuori dal vecchio continente il business funziona e l’espansione c’è con buoni riscontri economici».

Tutto chiaro, quasi troppo. Succederà qualcosa quando realmente alcuni club importanti diranno addio ai tornei nazionali. Ma per succedere servirebbe un’Eurolega capace di garantire entrate di un certo livello. Succederà mai? Meglio tornare al gioco, o meglio alle parole della vigilia di una finale che si preannuncia di altissimo livello. sarà così.

La conferenza che c’è è invece quella di presentazione della finale.

Dopo tante risposte che palesano il grandissimo rispetto tra i due Coach e le due squadre, ci sollazziamo a cronometrare la lunghezza delle domande di alcuni giornalisti greci insieme ad un addetto stampa (anonimo…): il record dice 1 minuto e 47 secondi. Meglio ignorare cosa sia stato chiesto al povero Sloukas, che comunque la chiude in 35 secondi. Non male una domanda più lunga di oltre un minuto rispetto alla risposta, dev’essere stata interessantissima…

Stuzzichiamo Bartzokas, ormai nostra vittima sacrificale (ce lo farà notare) sul peso del gruppo di giocatori nazionali, importante per Oly e Real sin dai tempi della finale del 2013, quando il Papa, Sloukas, Rudy, il Chacho e Sergi erano già in campo a Londra. La risposta regala diversi titoli.

«Il problema è che in Europa è sempre più difficile scovare talenti perchè i giovani preferiscono stare con un device in mano piuttosto che in campo ad allenarsi. E questo è molto complesso. Sul “core” di giocatori ti dico che non è tanto importante averne diversi nazionali quanto un gruppo di 6 o 7 che stiano insieme da tempo, che si conoscano e che conoscano la cultura e l’organizzazione del club. Allora puoi lavorare bene inserendo 1, 2 al massimo 3 profili nuovi ogni anno».

E’ quello che sta facendo l’Oly, non è un caso che si sia a questi livelli.

Poche ore dopo ed a seguito dell’ennesimo “frugale insieme di fritti ed aglio” rieccoci a bordo campo. Inizialmente tocca agli sconfitti di ieri sera e l’atmosfera è veramente cupa. Non poteva essere altrimenti, ma per qualcuno siamo proprio a livelli di massima frustrazione. Se lo traducete con Barça avete ragione.

Obradovic conferma il pensiero della sera prima: «Mai visto nulla come il terzo quarto. Ci ho provato con tre “handlers” in campo contemporaneamente che magari avrebbero potuto organizzare il gioco meglio… Ho messo i migliori difensori per fermare i loro tagli, ma tagliavano lo stesso…»

L’eco della polemica a distanza con Mike James resta pesante.

E proprio MJ, ai nostri microfoni indirizza la sua critica su se stesso ed il Coach: «Se devo indicare i responsabili maggiori scelgo me e l’allenatore». Proseguendo sulle ragioni della disfatta nel terzo quarto: «Un insieme di motivi tecnici ed emozionali. Se avessimo giocato almeno decentemente quei 10′ avremmo potuto vincere, ma dobbiamo farne tesoro, imparare, e magari saremo qui l’anno prossimo a riprovarci».

Proviamo a chiedere a Mike se oltre ad essere la stagione più competitiva di sempre lo sia stata anche dal punto di vista del livello tecnico: «Non so se ho una risposta, è cambiato il gioco e sono cambiati i parametri». L’impressione è che volesse dirci di no. E lui resta gradevolissimo come interlocutore.

Domandiamo a Kalinic come sia stato possibile vedere un Barça così negativo quando le premesse, sotto forma di gare prima di Kaunas , erano molto buone: «Non ho idea. Nervosi, forzando molto, siamo collassati dopo un buon primo tempo. Il tiro da tre? Si vive e si muore con quello».

Nico Laprovittola è distrutto. Verrebbe quasi da implorarlo di alzare la voce tanto bisbigli le risposte alle domande, comprese le nostre. «La realtà è che il formato delle F4 cambia tutto. Ciò che hai costruito per mesi deve emergere in una sola gara. Forse abbiamo sbagliato a scegliere di giocare una partita in un modo cui non eravamo abituati. Merito loro, ma quando abbiamo smesso di segnare triple non siamo più stati competitivi». E ci risiamo con quel tiro da tre.

A pensar male, ma neanche troppo, ci leggiamo una bella critica al piano partita.

Qualche minuto dopo Juan Carlos Navarro si concede alla stampa in zona mista. Impossibile fargli una domanda, è questione esclusiva dei giornalisti catalani.

La faccia è quella di chi segue un feretro, i concetti vertono tutti intorno al nome ed al futuro di Saras.

«E’ un’opzione, ma decideremo a fine stagione». Quella europea è già finita, la decisione forse è già arrivata. Ma da prima…

“La Bomba” ovviamente non parla di tagli al budget, quelli di cui tutti siamo già informati ma che esploderanno a livello mediatico solo giovedì, manco fosse l’esclusiva del secolo.

E’ tempo di vincitori, ecco quindi Real ed Oly.

Apre K-Pap, al quale riconosciamo una leadership che in passato è stata di Kill Bill e di Printezis: «Faccio solo ciò che serve alla squadra, quelle sono leggende».

Coach Bartzokas è spettacolare nel riceverci: «Hai ancora qualcosa da chiedermi dopo due giorni in cui mi hai domandato di tutto?». Ha ragione, risata e mi ritiro in buon ordine dopo che, comunque, mi regala qualcosa: «Oggi abbiamo lavorato su soluzioni per cercare di limitare Tavares, uno che ti crea diversi problemi».

Chus Mateo passeggia sempre solitario ed un cenno di intesa ci fa capire che è meglio lasciarlo al suo lavoro. Arriva Real Madrid Tv, alle istituzioni non si può dire no.

Ok, è sabato, non ci sono partite, quindi si può andare in un ristorante e provare a godersi una cena come si deve. Direzione Berneliu, quotatissimo. Carino, sembra molto “kaunastico”, ore 22.34, chiediamo un tavolo per 4. «Sorry, we close the kitchen at 2230». Fammi capire, weekend delle Final 4, sabato sera, 4 minuti oltre l’orario ufficiale e tu mandi via 4 clienti? Meglio tacere…

Dopo una sosta in un locale italiano dal quale impongo a tutti di fuggire (PS ammetto la malsopportazione verso chi va all’estero a cercare “un piatto di pasta”), via verso un mediorientale che sembra mica male.

Il problema è che un nostro commensale decide di prendere in mano la situazione ed ordinare per tutti. Dimentica che siamo 4, non 22. Arrivano a raffica decine di piatti di ogni tipo. Se ci fermassimo anche per la colazione di domani forse avremmo una possibilità di finire tutto. Scelta “tecnica”: niente dolce, come dessert finiamo le patate col formaggio fuso. E la solita addizione suggestiva di aglio…

Dopodiché, come sempre, è tempo di RePUBlic, che non alterniamo al Rocknadrolla, il quale ci rimbalza perchè “c’è una festa”. Altra genialata, la festa nel weekend in cui avresti centinaia di clienti stranieri.

Futon, dove sei? Sono le prime ore del mattino quando ti rimbalza nuovamente in testa la domanda sulla famosa conferenza stampa che non c’è. E non ci sarà.

(4/6, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

About Post Author

alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Rispondi

Next Post

Euroleague Weekly, Final 4 Edition: la miglior finale della nuova era?

Euroleague Weekly all’ultimo appuntamento stagionale dopo un’edizione meravigliosa delle Final 4, in un contesto come Kaunas che respira basket dal mattino alla sera. Difficile stare nei canonici 10 punti per l’edizione di #euroleagueweekly dedicata alle Final 4 di Kaunas. Volevamo provarci, niente da fare. Eccone quindi 20. Ed ora sotto […]
Euroleague Weekly | Eurodevotion

Iscriviti alla Newsletter di ED

Scopri di più da Eurodevotion

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading