Il diario delle Final 4 tra passione pura, legami forti e scoperte piacevolissime

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DAY 2

La sveglia arriva dagli altoparlanti della piazza principale intorno alla fontana (è sempre Viale della Libertà): suonano alte le note degli inni delle partecipanti. Dal “El cant del Barça” di Jaume Picas e Josep Maria Espinas al celebre “Hala Madrid y nada mas”, rivisto nel 2014 su richiesta del presidentissimo Florentino Perez e commissionato al cantante marocchino RedOne, per finire con il “Legend of stadiums” (perdoneranno i greci l’ignoranza nella lingua originale) dei Reds. Finito? Sì. Aveva ragione MJ, non solo son pochi i tifosi, non c’è nemmeno l’inno.

Il mattino scorre veloce, oggi si gioca.

Passeggiando sorge spontanea una domanda: esiste un lituano che sia più basso di un metro e novanta? E mentre quel dubbio rimane, ecco che incontro Misko Raznatovic, l’agente più potente d’Europa (ed oltre). Rapido invito ad una futura puntata di AREA 52 e poi via di pronostico: chi vince? «Real» con una certezza disarmante. Così sicuro? «Sì». Ecco.

La città è ormai totalmente rossa di passione Oly, l’alternanza è con tante felpe verde Zalgiris (le hanno tutti, ma proprio tutti), mentre i gruppi blaugrana e “blancos” sono veramente sparuti. Alla fine saranno un migliaio per squadra, mentre la quota dei greci, inizialmente prevista sulle 4000 unità, sarà raddoppiata.

Incontriamo degli eroi veri, 27 ore di auto dal Pireo alla Zalgirio Arena. Che dire se non “chapeau”?

I corridoi della splendida casa del basket di Kaunas iniziano a popolarsi verso le 1430-1500, a due ore dalla prima palla a due.

Le facce che lasciano gli spogliatoi per il primo contatto col campo sono belle tese, più quelle greche che quelle monegasche.

Il rumore, all’interno dell’arena è già assordante 90 minuti prima del via. Inutile dire quali siano i protagonisti sugli spalti.

La tensione del pre-gara, che avvolge anche tutti noi, viene stemperata da un messaggio bellissimo: «Lavativo, non sei ancora venuto alla Sports Hall ad innamorarti di Demin e Hugo?» Ovviamente si parla di Egor Demin ed Hugo Gonzalez, talenti del Real U18 che vincerà la Next Gen. Colmerò la lacuna solo domenica e sì, sarà amore a prima vista, più per Demin che per Gonzalez, senza dimenticare quel Jan Vide che farà le fortune di UCLA, al solito per un solo anno, e Mitar Bosnjakovic, oltre a Mohamed Diawara e Mouhamed Faye, quest’ultimo in forza a Reggio Emilia e protagonista con la squadra mista creata per l’evento coi migliori talenti eliminati nel corso della competizione. Demin si racconta che possa essere nel roster di Eurolega il prossimo anno. Vai ragazzo, il Facu potrà insegnarti tanto insieme a Sergi ed al Chacho.

Attenzione, ecco il dubbio… ma i grandi vecchi della “casa blanca” ci saranno ancora l’anno prossimo, col nuovo allenatore che sostituirà Chus? Avremo risposte chiarissime, o meglio, si creeranno situazioni talmente ovvie da non esserlo.

Monaco scappa, l’Oly sembra paralizzato, MJ in controllo totale tanto da zittire la folla “red”. Per un idolo di Oaka non è poco.

Dagli spogliatoi torna un Oly che vuole essere quello vero, la miglior pallacanestro della stagione si materializza di colpo ed è notte fonda sul Principato. 27-2 è storia, la “Roca Team” ci entra dalla parte sbagliata.

Walkup, MVP da 0 punti ma con 7 assist in un quarto ed una difesa leggendaria, dirà «Siamo stati perfetti», per il “Papa”, altro protagonista che ha suonato la carica nel momento più duro, «Ci siamo semplicemente guardati negli occhi ed abbiamo deciso di combattere», mentre Fall gli rende merito: «Nell’intervallo ha parlato K-Pap ed ha parlato il Coach, siamo tornati tutti sulla stessa lunghezza d’onda».

«Ho detto loro di stare calmi, non eravamo noi nei primi 20’» Il Coach la fa facile, in realtà è stata grande impresa. Oly in finale, come previsto in fondo.

Obradovic non si dà pace: «Mai vista roba come il terzo quarto». «Mike dice che voleva di più la palla in mano in quei frangenti? Forse abbiamo visto due gare diverse».

Scricchiolii: diventeranno crolli? Le cronache di mercato diranno che sarà così.

E’ tempo di “clásico”, è spettacolo.

Il Barça vola dall’arco, 9/14 nei primi 20′ e primo tempo avanti di 6. Appunto, se tiri così da tre e sei avanti solo di sei punti hai un bel problema. Detto, fatto.

Il Chacho ha altre idee, il Real non molla mai ed un fallo durissimo (sì, più duro di quello di Llull su Punter) di Laprovittola proprio sul genio di San Cristobal è sanzionato come antisportivo. Nessuna reazione, anzi. Lunetta, 2/2 e parziale sancito da una tripla che uccide la gara al limite dei 24″.

Mateo usa la zona con umiltà che ne dimostra la lucidità, Ndiaye cancella Mirotic, che ci mette del suo, i raddoppi di Tavares sui post di Satoransky sono una bella mossa. Real in finale, l’era di Saras in blaugrana si avvia verso la fine, peraltro forse già decretata indipendentemente dai risultati.

«I giocatori possono avere una serata negativa, succede, sono gli allenatori che non possono permettersela». Tra il realismo e l’ironia, Jasi si prende le colpe. Ok, Coach, tutto vero, ma se Niko & Nico giocano una gara oscena di questo tipo nell’occasione più importante dell’anno è dura pensare alle tue responsabilità.

Il suo collega Chus, l’uomo solo al comando, è raggiante: «Siamo una squadra vera, abbiamo dimostrato di aver uno spirito immortale». «Probabilmente sarei l’uomo più felice della terra comunque, ma voglio sperare che ci sia un’altra partita per sognare». L’allenatore lo conosceremo meglio negli anni a venire, l’uomo ci ammalia già ora (in realtà da qualche settimana, ma è un’altra storia).

Il fantasma “blanco” è sempre meno fantasma e sempre più realtà. Gli squardi si intrecciano tra i vari «E se vincono loro, chi lo manda via Mateo?»

Altra notte da RePUBlic che si alterna con un altro locale (Rockandrolla) dove scorrono fiumi di birra e basket in un panorama esteticamente “gradevolissimo”. E’ lo spettacolo delle Final 4, è la magia che scorre da Israele all’Italia, dalla Turchia alla Spagna, tutti uniti da una passione che non può avere confini.

PS E’ passato un altro giorno e non si ha notizie di una conferenza stampa del nuovo management di Eurolega. Ci si chiede la ragione.

(3/6, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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