Il clasico delle Final 4 è ancora del Real Madrid! Un Tavares titanico schiaccia il Barcelona

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Il Real Madrid vola sulle ali di un gigantesco Walter Tavares e trionfa ancora una volta nelle semifinali di Eurolega contro gli acerrimi rivali del Barcelona: 66-78 dopo un secondo quarto tutto a tinte madrilene.

La gara

Il Real riparte dal grande approccio di gara 5 col Partizan e da Tavares; i blaugrana invece iniziano un po’ contratti: 3-10 il parziale. Per ora il Barça punisce solo dall’arco e lo fa con un caldissimo Abrines, ma intanto i blancos continunano a fare la voce grossa sotto canestro col solito capoverdiano. Il tiro da tre continua però a entrare con continuità per i catalani e allora ecco il sorpasso: in uscita dai blocchi sono 3/3 per Abrines. Tavares domina sotto canestro, il Barça dall’arco: questi i primi dieci minuti.

Il Real inizia a mettersi a zona, ma Jokubaitis riesce ad affettarla bene e a dare qualcosa al Barça da dentro l’area. Kuric è letale dall’arco e allora gli uomini di Jasikevicius provano un primo mini-allungo, anche a livello mentale. Il coach lituano prova un quintetto piccolo, dà fiducia a Nnaji ma i blancos rimangono in partita. Dal nulla si accende il fin qui silente Lapro con tripla con fallo; per ora nessun segnale da Mirotic. Il controllo della situazione pare blaugrana, ma prima della sirena c’è la solita mandarina di Llull. 42-36 all’intervallo.

Triplazo di Hezonja a inaugurare il quarto, mentre Mirotic continua a non trovare la via del canestro. Il Barça prova ancora a scappare, ma Tavares continua ad essere l’àncora del Real, contando anche che non entra il tiro da fuori. Hanga comette un antisportivo ma gli avversari sono 1/7 dalla lunetta e tengono in vita i madrileni. L’attacco blaugrana s’inceppa, Mirotic colleziona ferri, e allora a metà terzo quarto è 47-47. Nell’appannamento catalano, i blancos prendono fiducia e sulla tripla di Williams-Goss è +7. Prima degli ultimi 10′ è 55-58.

Sale di livello Laprovittola; mentre dall’altra parte è il momento di Llull, Rodriguez e Fernandez insieme in campo. E tra floater, appoggi e triple meravigliose è ancora una volta Chacho-show: 60-67 Real. Ora il Real si appoggia all’asse Chacho-Tavares che genera continuamente punti: il Barça sta vedendo la partita sfuggire di mano sotto i colpi dei veterani del Real. A 2 minuti dalla fine è dominio totale sotto i canestri di Tavares che piazza tre stoppate di fila una più bella dell’altro e mette il tappo al canestro blanco. La tripla del 66-76 di Hezonja vale la vittoria: il Real Madrid vince per il secondo anno di fila il clasico nella semifinale di Eurolega!

real madrid chacho barcelona

Barcelona, Mirotic desaparecido con tutto il reparto lunghi

Alla fine, è sempre il solto Barcelona: a cui manca quel passo finale per vincere il trofeo e per alzare il livello del gioco nel momento giusto, nelle partite che contano. Al terzo anno di guida Jasikevicius le Final Four collezionate sono tre, ma anche zero i trofei raccolti.

Per di più nella gara di oggi i blaugrana partivano decisamente col favore del pronostico viste le pesantissime assenze in casa blanca: Deck, Yabusele e Poirier. Il primo tempo è stato anche giocato bene, ma mostrava evidenti in controluce i problemi che sono emersi poi nel secondo tempo. Essere avanti all’intervallo di sole sei lunghezze con le percentuali dall’arco che sfondavano il 50% (ad un certo punto erano 8 su 12 i tentativi da tre punti) non era certo un buon segnale.

E infatti, non appena il tiro dall’arco si è normalizzato, il Barça è uscito completamente dalla partita, soprattutto offensivamente. Il 10/30 da dentro l’arco e il 4/11 dalla lunetta raccontano alla perfezione la partita catalana che non ha mai avuto voce in capitolo dentro il pitturato blanco, sotto la giurisdizione di Tavares.

Ad essere mancato completamente ai blaugrana è stato il reparto lunghi: eccetto un Nnaji volitivo, i vari Sanli, Vesely e Mirotic sono stati impalpabili e inconsistenti. Questi quattro nominati hanno combinato per 8 punti, ovvero una miseria. E questo pesa soprattutto in rapporto al nome di Nikola Mirotic, uno dei grandi indiziati della vigilia, anche in virtù del fatto che sulla carta ai madrileni mancavano i due giocatori primari per contenerlo.

Il montenegrino ha giocato più di 28 minuti scomparendo praticamente dal campo, collezionando ferri ed essendo un minus costante per la squadra. Senza girarci intorno: ha giocato con la paura. E questo aspetto è diventato, dati alla mano, una costante nella sua carriera nelle gare che contano.

Per Jasikevicius hanno risposto presente Abrines, Laprovittola e Kuric. Ma un altro grande assente della partita è stato Satoransky: nonostante i 7 punti e 11 rimbalzi non è mai stato effettivamente in partita e mai un fattore per i catalani. Mateo, memore della pericolosità dei suoi giochi in post, ha saputo toglierlo benissimo dall’attacco. In generale Jasikevicius ha perso decisamente la sfida col collega, anche e soprattutto per l’incapacità di cambiare qualcosa nel secondo tempo quando magari Tobey sarebbe stato utile per allargare il campo (vista la pochezza degli altri lunghi) e quando Kalinic poteva fare più comodo che in panchina.

A Barcelona le Final Four sono ancora deludenti: l’eterna incompiutezza.

mirotic real madrid barcelona

Il cuore blanco e un Tavares gigantesco

E’ semplice: nello sport il Real Madrid vince. E’ questione di DNA: in certi momenti e in certe circostanze le camisete tinte di blanco hanno spesso qualcosa in più degli altri.

Anche stasera gli uomini di Mateo sono partiti silenziosi, hanno accusato i colpi avversari senza affondare e sono rimasti a contatto. Poi lentamente ma sempre più con decisione hanno alzato le marce, finché hanno assestato qualche colpo decisivo alla partita. E, ancora una volta, non è un caso che nell’ultimo quarto decisivo ci fossero insieme in campo Rudy, Sergi e Chacho.

Se i primi due hanno inciso di meno, il Chacho, come da qualche mese a questa parte e nei playoff a maggior ragione, si è rivelato il motore di questa squadra: spalla perfetta di Tavares, realizzatore e fonte di ispirazione costante per i compagni. I suoi 12 punti e 5 assist hanno un peso specifico molto elevato.

Poi, oltre ad alcune staffilate importanti di Williams-Goss e Hezonja, c’è stata una delle prestazioni più dominanti degli ultimi anni in una Final Four di Eurolega. Ovviamente parliamo dei 20 punti, 15 rimbalzi, 4 stoppate e 39 di PIR di Walter Tavares. E’ il grande centro d’attrazione dei blancos, colui attorno a cui tutto gira. Ma il predominio a livello fisico, tecnico e mentale che ha imposto questa sera ai lunghi avversari ha veramente dell’eccezionale anche per uno come lui. Ad un certo punto, negli ultimi minuti, del quarto quarto l’impressione era proprio che gli avversari avessero paura ad avvicinarsi al ferro.

E su tutto questo c’è la mano di Chus Mateo che ha ottenuto l’ennesimo grande risultato di questa stagione dovendo sopperire all’assenza di uomini chiave. Perfetto nelle scelte, negli aggiustamenti e nella gestione degli uomini: ha saputo inserire gli uomini giusti al momento giusto. Come per esempio aver dato fiducia in quintetto a Ndiaye che ha fatto ottime cose e il saper usare Williams-Goss nel modo corretto. Oltre alla creazione di un sistema difensivo che sa coinvolgere al meglio anche due “attempati” e non difensori puri come Chacho e Llull.

Alla fine della fiera il Real Madrid è ancora in finale di Eurolega. Partirà ancora una volta da sfavorito. Ma siamo sicuri che lo sia per davvero?

tavares real barcelona

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frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura e cinema sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare. Vorrebbe avere l'eleganza di Anthony Hopkins.
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