La prima Final 4 della “nuova” Eurolega, tra voci, sussurri ed… un fantasma in bianco

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Final 4 al via tra 24 ore ed oggi è giornata dedicata a presentazioni ed incontri con la stampa. Prima di entrare in campo alla Zalgirio Arena, con gli allenamenti del tardo pomeriggio, è stato tempo di conferenza ufficiale di presentazione.

Marshall Glickman, nuovo CEO, fa gli onori di casa con sorrisi a 32 denti, disponibilissimo con tutti, Dejan Bodiroga compare meno ma è figura che non può non lasciare il segno, Joe Arlauckas presenta l’evento con la solita maestria: la “nuova” Eurolega, quella del dopo Bertomeu, apre i battenti delle Final 4 che dovrebbero portarla nella dimensione auspicata da chi ha voluto ribaltare il “management”

Bartzokas e Papnikolaou per l’Oly, Obradovic e James per il Monaco, Mateo e Musa per i Real ed infine Jasi con Satoransky per il Barça.

Saras è ovviamente il più gettonato, un po’ istrione un po’ padrone di casa: «E’ la Final 4 più semplice, non ho dovuto pagare la trasferta alla mia famiglia che è qui a casa…»

Da fuori si odono i canti dei tifosi “reds”, già tantissimi e Mike James è tra il divertito ed il laconico: «Bello aver tifosi così».

Arrivano i messaggi video di Kyle Hines e di Luka Doncic, il quale chiude con un eloquente #halamadrid.

Dopo la leggenda ed il fenomeno tocca al video che introduce la premiazione dell’MVP. Tutto scontato, tutto strameritato: Sasha Vezenkov ritira un premio che raramente è stato così unanimemente votato.

«La dedica? Per tutti quelli che lavorano dietro le quinte e ci hanno portato fino qui. E’ un premio individuale, ma questo è uno sport di squadra, quindi non avrebbe valore se non facessimo grandi cose insieme».

Fioccano le domande un po’ per tutti, sono quasi in un angolo Chus Mateo e Dzanan Musa. Il Real, nell’opinione comune, è qui ma non avrebbe dovuto esserci. Inutile tornare sulle questioni della rissa e delle sanzioni, oggi si parla di basket per quattro giorni.

Quel passare quasi inosservati, quella scarsa considerazione, quel provare a rendere il club più grande del mondo un po’ più piccolo… Immaginiamo gente come Rudy, Sergi ed il Chacho, vincenti nati, campioni davanti ai quali sanguinare è molto peggio che farlo davanti ad uno squalo: guardano la conferenza stampa e ne traggano ulteriore benzina per un motore che è quello di “ganadores” veri.

La realtà? Tutti, o quasi, sperano che il problema “rissa” venga risolto da una sconfitta madrilena, inutile nasconderlo.

Domanda anonima ad un personaggio importante del baskeT: «E se vincesse il Real?»

Risposta secca: «Ci mancherebbe pure questa».

Il fantasma “blanco” aleggia sulle Final 4.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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