Narrami o’Musa… L’Olimpia è epica, ma vince il Real

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Sconfitta pesante per il sogno biancorosso, un’ottima Olimpia cade contro il Real

L’Olimpia è lodevole al WiZink Center, si dimostra pugnace e combattiva contro una delle corazzate d’Europa, ma il talento del Real e qualche disattenzione nel finale precludono la vittoria del sogno.

La Casa Blanca fa sua una sfida di sostanziale equilibrio sui 40′ per 91-87, vendicando la recente sconfitta alla Sinan Erdem.

Olimpia vince contro il Real - Eurodevotion

Le emozioni di Madrid razionalizzate nell’analisi in punti di Eurodevotion.

La sfrontatezza Olimpia all’attacco della Corona

L’Olimpia è andata a duellare con la squadra della Corona di Spagna con l’intento di tornare ‘con lo scudo, non sopra lo scudo’, parafrasando l’antico detto spartano. L’inizio della gara è chiaramente indicatore del bellicoso sentimento biancorosso.

L’EA7 attacca divinamente per una grandissima fetta del primo quarto, sfruttando le ottime spaziature che l’ormai noto quintetto Voigtmann-Melli è in grado di creare, coglie sempre in situazioni dinamiche Tavares, che in ogni caso è sempre costretto a sostare lontano dal pitturato al seguito di Melli. Il movimento di pallone e di uomini sono quindi insieme miccia e conseguenza di una produzione offensiva di tutto rispetto.

La difesa funziona discretamente, riuscendo a limitare l’innesco della transizione offensiva dei blancos (ottimo Melli nell’annullare qualunque iniziativa anche da portatore di palla di Deck), ma anche facendo buona guardia sui giochi a due, sebbene la squadra padrona di casa tenti di esporre le debolezze difensive dell’asse Napier-Voigtmann. Proprio il tedesco è costretto a subire lo strapotere fisico del ciclope capoverdiano in area, unico grimaldello delle merengues in questa fase.

Uscito il primo quintetto milanese, l’attacco diventa un po’ meno performante, mentre il Real inizia a trovare iniziative di buona transizione, nate dalla buona riuscita difensiva, che gli consentono di recuperare il vantaggio e l’inerzia.

Il doppio play meneghino non sembra ingranare troppo, e sono altri due pessimi rientri difensivi ospiti a regalare due bombe a Causeur. E’ primo strappo madrileno.

L’equilibrio, che non abbandonerà il match per tutto il resto della gara, si evidenzia proprio nella speculare contro-reazione biancorossa, un effetto uguale e contrario che combina una ruvida opposizione della retroguardia e una corsa in campo aperto in tre situazioni consecutive. Strappo ricucito, l’iniziativa di Musa sulla sirena romperà nuovamente la parità in vista dell’intervallo.

Gli assalti dell’Olimpia, Prometeo ed Hezonja

Il rientro delle squadre dagli spogliatoi è vissuto ritmi più bassi, cervellotici, con Mateo che cerca di imporre più fisicità possibile in difesa sugli esterni, questo significa Deck-Hanga in pressione oprrimente sulle due guardie milanesi. Attaccare non è semplice, ma Napier di astuzia e talento riesce consente all’Olimpia di mettere punti a tabellone anche nell’asfissia costretta dai blancòs.

Ci sono però due momenti nel corso del terzo quarto biancorosso per acquisire la leadership della partita.

Il primo, sul +3 una lanciata transizione per galvanizzarsi, Pangos spreca e il Real ribalta il punteggio in due azioni. Il secondo quando, dopo un tecnico a Tavares, che lo mette ai margini della contesa, Milano riesce a punire a ripetizione la difesa domestica con il mid range di Davies, diabolicamente ripetitivo nel dominare quello spazio sullo short roll, ma Hezonja è prometeico nel donare di nuovo il testimone della maratona ai blancos.

Sforzo titanico quello del croato, quello di un Prometeo che scende dall’Olimpo e porta il fuoco agli uomini. Solo quelli in camiseta blanca però.

E’ qualcosa che gli dei avevano proibito, ma evidentemente quella di Hezonja non è ubrisIl figlio della perla dell’Adriatico rischiara le tenebre dell’attacco madrileno, la sua è una sequenza imbarazzante per superiorità, uno spaccato destabilizzante di contatto con il paranormale. Il suo volto di ghiaccio è crudeltà cestistica che affanna l’Olimpia.

L’ultimo quarto vive prima dell’attacco biancorosso al gioco a due Chacho-Poirier, che consente spesso conclusioni al ferro di Pangos, finché non torna ad accendersi Musa, con lui ed Hezonja a gonfiare di falli tutti i pariruolo milanesi. La volata finale nasce così sul decisivo predominio della merengues. L’attacco biancorosso vacilla, ma è ancora lotta.

Napier tira fuori dal cilindro il pareggio, il Chacho pesca un redivivo Tavares nei pressi del ferro. Gli ultimi minuti sono una storia di incertezze, di sfortune e di errori. Freddezza blanca dalla lunetta, poi Voigtmann, che è croce e delizia, sulla tripla della lucida speranza e sulla persa finale della più spiacevole amarezza. Milano kaputt

Narrami o’Musa

L’atleta bosniaco gioca un’altra prestazione strabordante, che trabocca ogni definizione, spiegazione, immaginazione.

27 punti della più aspra e geniale vivacità balcanica che, insieme allo sprint, più ridotto, ma se si può ancor più immaginfico, di Hezonja, compongono il grande tema posto all’Olimpia già nella sfida d’andata dalla dominio merengue al sapore di balcanizzazione.

Fisicità sugli esterni incontrastabile. O quasi, laddove proprio dopo il trauma di quella partita era stato uno dei motivi dell’approdo di TLC sotto la Madonnina. Con l’assenza di Shields e un contributo difensivo (e non solo) del francese tutt’altro che incisivo, l’arma tattica e tecnica di Mateo si è vista ancora una volta in tutta la sua drammatica e sfavillante superiorità.

Le merengues devono tanto, ancora una volta, al loro talento individuale, che ha cavato il ragno dal buco in più di ogni occasione senza che l’attacco sia stato in grado di dimostrare grande coralità e organizzazione.

Milano, che vede incrinata forse definitivamente la sua folle rincorsa playoff, può essere soddisfatta di sè. Ottime risposte offensive, altra discreta performance tattica dello staff, grazie ad una prova autoriale di Melli (20+7), in tutte le fasi del gioco, e al suo ormai consolidato leader Napier (17+7). Tonut può poco in difesa contro avversari titanici, ma è prezioso, Voigtmann è imprescindibile spauracchio tattico, scarsamente efficace nei fatti, Baron pungente seppur falloso. Hines, infine, pesantemente insufficiente, mentre Davies si conferma risorsa.

Questo di Madrid è rimpianto tra i rimpianti. C’è altro latte versato su cui piangere per questa Olimpia…

Photo credit: euroleaguebasketball.net, olimpiamilano.com, Real Madrid Twitter

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