Napier ha cambiato Milano: c’è speranza per la volata finale

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Shabazz Napier ha alzato bandiera bianca poco dopo la metà del secondo quarto contro Scafati, azzoppato da una distorsione a una caviglia. E, con lui, ha abbandonato il campo anche la grande chance di poter schierare per la prima volta in stagione una vera coppia di playmaker di livello in Eurolega.

Milano si ritrova ad affrontare un doppio turno cruciale per mantenere vive le ultimissime speranze di riagganciare il treno playoff con un assetto ancora stravolto. Perché il ritorno di Kevin Pangos e quello ormai imminente di Shavon Shields non potranno essere accompagnati dal cervello che ha generato la striscia positiva di quattro vittorie consecutive al Forum.

Shabazz Napier in azione contro Isaiah Canaan nella partita tra EA7 Emporio Armani Milano e Olympiacos Pireo

Più fiducia e gioco con Napier in campo

I numeri parlano chiaro. Con Napier in campo, l’Olimpia è 7-0 tra Eurolega e campionato. E, anche senza statistiche personali eccezionali, il suo impatto a livello di carisma e gestione è evidente. Milano sta giocando un basket diverso. Più fluido, più rapido, più creativo, più coinvolgente. Insomma, più consono alle qualità del proprio roster e alle ambizioni di alta, se non altissima classifica con cui aveva approcciato la stagione prima di ritrovarsi agonizzante sul fondo della graduatoria.

Ma la speranza di proseguire il filotto vincente e lanciarsi a velocità folle nella volata playoff resta. Affievolita, forse. Ma non spenta. Perché l’arrivo di Napier ha contribuito ad alzare il livello di fiducia interna della squadra. Trascinando e rivitalizzando molti giocatori in difficoltà da settimane. La partita con l’Olympiacos è stata l’emblema perfetto. Giocata con una qualità collettiva mai vista fino a quel momento, nemmeno in campionato. Frutto di una compattezza generale sorprendente.

Shabazz Napier contro Tadas Sedekerskis nella partita tra EA7 Emporio Armani Milano e Cazoo Baskonia Vitoria-Gasteiz

La rinascita del reparto azzurro e di Billy Baron

Il reparto italiani ha mostrato i progressi maggiori. Stefano Tonut sta giocando, su entrambi i lati del campo, il suo miglior basket della stagione. E, probabilmente, dell’intera carriera, se rapportato alla difficoltà della competizione. Pippo Ricci è tornato a essere quel jolly eclettico ed elettrico che aveva conquistato il Forum sin dalla sua primissima uscita, nell’ormai lontano ottobre 2021. E Nik Melli ha riacceso i radar offensivi, aggiungendo una dimensione troppo spesso trascurata alla sua straordinaria solidità difensiva, tattica e di comprensione del gioco.

Milano ha sgretolato l’Olympiacos con una delle migliori prestazioni stagionali di Billy Baron. Non a caso decisivo anche contro la Stella Rossa e domenica per domare Scafati. Napier gli ha tolto pressione difensiva, restituendogli le possibilità di lavorare in uscita dai blocchi per costruirsi i suoi tiri preferiti. E anche Naz Mitrou-Long, invischiato in un’involuzione vistosa, mostra sprazzi vitali rassicuranti.

Stefano Tonut festeggia con Nicolò Melli durante la partita tra EA7 Emporio Armani Milano e Panathinaikos Opap Atene

Un frontcourt finalmente produttivo

Ma un grande playmaker, padrone del perimetro, ha un effetto positivo capace di espandersi all’intera squadra. E di rigenerare anche un front-court cronicamente poco produttivo. Aprire spazi, attirare le attenzioni difensive, creare con fantasia dal palleggio permette di traslare il gioco anche vicino a canestro. Lì dove, oltre ai già citati Melli e Ricci, stanno rifiorendo anche Kyle Hines, apparso in ripresa dopo il calo sofferto nell’ultimo mese, e, soprattutto, Johannes Voigtmann, forse il punto interrogativo più grande dell’intera stagione.

Perché, dopo aver inserito con fatica Brandon Davies, passato da oggetto avulso alla squadra a grande leader nel mese di dicembre, Milano deve ora riuscire a trovare la collocazione giusta per il suo tedescone. Il quintetto dinamico, versatile e tiratore, con la coppia Voigtmann-Melli, sembra per ora la soluzione migliore. A patto che ci sia sempre un Napier (o chi per lui…) in grado di costruire per loro.

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