L’addio di Stone, l’arrivo di Daye ed il trionfo in Europa
La stagione dello scudetto va in archivio con ancora negli occhi le splendide gesta di un gruppo meraviglioso e tremendamente solido, i pensieri – però – sono alla stagione 2017-2018: la Reyer conferma uno zoccolo duro di giocatori dando continuità al progetto iniziato con Recalcati ma rinuncia a Batista, McGee, Viggiano (ritiro), Ortner, Filloy, Hagins, Ejim. Nel mese di agosto dopo una querelle importante saluta un pilastro come Stone, che aveva da poco rinnovato: l’americano torna negli USA per una grave malattia del padre.
L’addio di uno dei simboli del tricolore agita le acque in laguna e porta a malumori non indifferenti, non proprio una delle situazioni migliori di avvicinamento ad una stagione che – per forza di cose – deve dare continuità a quanto fatto in precedenza. Arrivano in laguna Dominique Johnson, Michael Jenkins, Andrea De Nicolao, Mitchell Watt, Gediminas Orelik, Paul Biligha, Bruno Cerella e Tomas Kyzlink.
La stagione si apre con il botto, alla seconda giornata è già remake della finale scudetto 2017 ed il risultato è identico: in un Taliercio gremito e colorato di tricolore per celebrare i Campioni d’Italia i bianco-neri cadono all’ultimo tiro grazie ad un tap-in di quel Gedi Orelik che delizierà il palazzetto per qualche mese.
A metà gennaio purtroppo il lituano – in un gran momento di forma – si lesiona il tendine rotuleo nel big match del Forum contro Milano: una tegola non indifferente per coach De Raffaele, che già sta facendo i conti con i tanti infortuni tra cui Bramos. Al posto dell’ex Banvit arriverà in laguna un figlio d’arte, quel Austin Darren Daye che ha deliziato i tifosi di Pesaro l’anno precedente.
Guidata da Haynes, Peric e Daye la Reyer – dopo l’eliminazione dalla Champions – vola in finale di FIBA Europe Cup, ad attenderla c’è ancora una volta Avellino, avversaria dei lagunari anche nei playoff dell’anno precedente. Il derby tricolore è tutto di marca veneziana, che si impone sia al Pala Del Mauro che al Taliercio: arriva in laguna un torneo europeo che vale tantissimo e che va giustamente celebrato, nonostante le stagione non sia finita.
All’ultima di campionato la truppa oro-granata abbatte la resistenza di Milano tenendosi stretto uno storicissimo primo posto in regular season, guidata – nella seconda parte – dal talento di Daye.
I playoff rimettono Cremona davanti alla Reyer, il risultato – però – non viene mai messo in discussione in nessuna delle tre partite: i lombardi crollano 3-0 contro i campioni d’Italia che paiono in controllo totale.
In semifinale arriva di nuovo Trento, con i bianco-neri decisi a vendicare lo scudetto perso l’anno prima in casa, nonostante sia la semifinale. Nervi tesi e storie tesissime, Gara 1 va a favore di Forray e compagni, Gara 2 è tutta della Reyer ma in campo accade il putiferio: Bramos si fa male andando a rimbalzo con Hogue, De Raffaele entra in campo per soccorrere il #6 dopo la botta terrificante e viene espulso; il Taliercio diventa una corrida, la serie è alla svolta senza uno degli uomini più attesi.
In G3 e G4 Trento ha più energia, la Reyer paga l’assenza del suo collante e scopre un Daye troppo nervoso (espulso): la serie vede i ragazzi di Buscaglia volare in finale a contendere lo scudetto a Milano (vinto poi dai lombardi in G6 dopo la stoppata iconica di Goudelock in G5) ed una squadra oro-granata che si interroga sulla fragilità mentale della serie con i bianco-neri e su quali interpreti confermare per la stagione 2018-2019
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