Auguri Reyer! 150 anni di gloria orogranata

Lele
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2018-2019, il secondo scudetto griffato da Bramos ed un Daye redivivo

La stagione 2018-2019 parte con gli addii di Johnson, Jenkins e due icone del primo tricolore come Ress (ritirato) e Peric (andato a Trieste). La Reyer ritrova in squadra Stone e integra il roster con il riscatto di Cerella e gli arrivi di Mazzola, Washington, Giuri e Vidmar. Diventa capitano Marquez Haynes.

La stagione vive di buoni momenti ma anche di alti e bassi che – verso la fine della stagione – sembrano non dare troppe chance di scudetto alla squadra di De Raffaele. Nel mese di marzo – però – la situazione che cambia la stagione in tutti i sensi: il tecnico livornese esclude dai 12 Daye per scelta tecnica, si mormora che il giocatore americano sia in odore di taglio per prestazioni non all’altezza, è la svolta per davvero.

Da quell’esclusione pesante Daye accende la luce e spazza via le nubi nere da sopra la sua testa, giocando un finale di stagione totale e prendendo in mano la squadra nei momenti più caldi: si può individuare in questa situazione la svolta.

Ai playoff la Reyer arriva con pochi crediti nonostante un bel terzo posto in campionato ed affronta Trento ai quarti: è l’ennesimo atto di una saga mai chiusa e che ha l’atto “definitivo” nel maggio 2019. La squadra lagunare si trasforma, spazza via i bianco-neri in casa e va in Trentino per mettere a segno il punto definitivo, ma Forray e soci reagiscono, spingono la serie a G5 ed è ennesimo thriller. La G5 – però – non ha esistenza, gli oro-granata demoliscono gli ospiti con un Bramos on fire e volano alle semifinali.

In semifinale l’incrocio con la terribile Cremona di coach Sacchetti e del MVP Crawford: dopo 6 partite è tutto in parità con successi esterni da una parte e dall’altra, i lombardi – però – hanno dalla loro un fattore campo in Gara 7, contro l’esperienza dei veneti. Ed è proprio quando serve che escono i campioni: Bramos lancia i suoi, Watt, Vidmar sotto canestro si fanno sentire, Stone cancella Crawford, gli oro-granata sono nuovamente in finale, stavolta contro la Dinamo Sassari di Pozzecco che è tremendamente lanciata dall’arrivo in panchina del tecnico ex Varese.

La finale è un inno alla fisicità, ai duelli di talento da ambo le parti, gli isolani si affidano a Thomas, Spissu, Polonara ed al fisico debordante di Cooley; gli oro-granata hanno dalla loro la genialità di Daye, il talento di Watt sotto le plance, la solidità di De Nicolao e Bramos. Gara 1 è thriller, la Dinamo scappa sul +12 nel terzo periodo ma si sgonfia sul più bello: Daye, Cerella e la difesa rovesciano l’inerzia ed il primo punto va ai lagunari.

Gara 2 vede il successo isolano, la Reyer paga un po’ la stanchezza dell’aver dovuto rimontare G1 e perde il fattore campo, è guerra tattica e di nervi da ambo le parti.

La G3 è pazzesca, gli oro-granata hanno sempre in mano la partita ma non la azzannano definitivamente, Sassari rientra in gioco sospinta dal suo flusso offensivo e la pareggia, prima che Daye – servito in pick&pop da De Nicolao – spari la tripla del successo.

DAYE ABBATTE SASSARI CON QUESTA GIOCATA, FATTORE CAMPO ROVESCIATO DI NUOVO

Gara 4 e Gara 5 vanno alle squadre che giocano tra le mura amiche, ma ciò che rovescia l’equilibrio è lo sfogo memorabile – e poco consono alle finali – di Pozzecco: la Dinamo gioca di nervi gara 6 e si prende un convincentissimo successo, missione compiuta con l’obiettivo raggiunto di portare la serie ad una terrificante G7 in laguna.

La marea oro-granata scalda l’ambiente, Pozzecco è subissato di fischi dai tifosi veneziani dopo quanto accaduto in G5, De Nicolao al tramonto del 20′ spacca la difesa isolana con un pick&roll centrale perfetto chiuso dalla bimane di Watt, è 39-30 per una Reyer guidata dai suoi uomini chiave e dalla sua difesa mortifera.

Nella ripresa in campo ci va praticamente solo la Reyer, Sassari crolla pesantemente sotto i colpi del solito immarcabile Bramos: il greco d’America affonda la squadra isolana con 11 punti consecutivi ed indirizza la sfida verso San Marco. Venezia è tarantolata, in campo sono in 5 ma sembrano il doppio, la Dinamo precipita in maniera irrimediabile sul -25, è la fine dei sogni di gloria per i bianco-blu, è l’inizio dell’apoeosi oro-granata, è – ancora – festa in laguna.

Non c’è difficoltà che abbia seppellito la voglia di vincere di una squadra che ha scritto pagine di storia indelebili, non esiste momento complicato non superato. Un altro successo arrivato con la forza del gruppo, delle idee, della serietà di un progetto vincente, di un pubblico fortemente protagonista e con la forza di ricompattare i ranghi nel momento caldo. Vincere era ancora più difficile quell’anno, l’onore delle armi ad una squadra forte e quadrata come la Dinamo non può che essere sottolineato per dare vigore all’ennesimo trionfo di coach De Raffaele.

Se lo scudetto 2017 è stato quello di una città fermatasi a guardare i suoi beniamini vincere a kilometri di distanza in Trentino, questo è il tricolore di una città che ha fermato il respiro per vivere gli ultimi 40′ di gloria tra le mura amiche. I più fortunati nel caldo infernale di un Taliercio ribollente come poche altre volte guidato da una curva esplosiva, i meno fortunati a seguire la seconda grande impresa davanti alla tv di casa o nei tanti locali di Venezia e terraferma tra birre, bandiere, sciarpe, imprecazioni, la gioia dopo il break e – perché no – le lacrime dopo la seconda grande impresa.

La dimostrazione, la testimonianza, la certificazione che la Reyer per Venezia non è una squadra e basta, non è solo un team di 12,13,14 giocatori più lo staff; è passione, modo di essere, modo di vivere e impersonificarsi in qualcuno/qualcosa. Pochi probabilmente possono raccontare di aver vissuto i 4 scudetti, tanti possono raccontare gli ultimi 2: indipendentemente dalle epoche, dalle regole, dalle diversità delle situazioni e dei momenti, è LA STORIA. E questa – fortunatamente – per tutta Venezia (e non solo) rimane e rimarrà indelebile.

BRAMOS ON FIRE, SASSARI CADE AL TALIERCIO, TRIPUDIO TRICOLORE PER LA REYER

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Lele

Atleta amatoriale e giudice di gara, appassionato di atletica e basket
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