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Euroleague Power Ranking #2: qualcosa è cambiato

Power Ranking | Eurodevotion
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Power Ranking di Euroleague ad inizio novembre con il round 6 già in archivio. Indicazioni molto interessanti e diversi cambiamenti.

Compilare un Power Ranking è operazione sempre complicata ed assai delicata. Ancor più se dopo soltanto meno di un 20% di stagione regolare con le squadre ancora alle prese con la costruzione dei propri sistemi.

Ancora una volta giova ricordare che ovviamente non si tratta solo di una classifica, quella è già chiara, ma di una proiezione che tenga conto di quanto visto e di quanto potenzialmente nel valore di tutte le squadre.

Come per la precedente edizione, quella di inizio stagione, abbiamo diviso le squadre in 4 fasce:

Tra parentesi la posizione occupata nel Power Ranking di inizio ottobre, poi il record attuale di ogni squadra.

(1/5, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#18 – STELLA ROSSA (14)1W 5L

Vildoza è la speranza, Petrusev è l’uomo che può concretizzarla, ma oggi i belgradesi sono la peggior squadra di Eurolega.

Se è vero che ha già affrontato Efes, Real e Monaco, lo è altrettanto che il solo successo su un Bayern ancora rimaneggiato non può dare indicazioni positive.

Serve ben altro rispetto al solo Bentil, positivo in queste uscite (14,2 con 6,2 rimbalzi) ma non giocatore in grado di trascinare una squadra in questo contesto, almeno sino ad oggi in carriera.

Dopo la trasferta, sulla carta proibitiva, col Fener arriveranno cinque turni casalinghi nelle seguenti sette gare: molto della stagione si giocherà in quel momento, entro la partita del 15 dicembre al Pionir contro Milano. Non si dovesse cambiare registro in questo frangente si rischierebbe di essere avvolti da un spirale negativa, in termini di risultati, che condizionerebbe il resto del cammino.

#17 – PANATHINAIKOS (17)1W 5L

Meglio del previsto? Sì, sul campo, ma non sul tabellone.

Tre sconfitte per soli 8 punti totali tra Real, Monaco e Partizan, squadre da altissima classifica e da lotta Playoff. Una W sudata con la Stella Rossa e due cadute nettissime con Maccabi ed Alba.

Bacon porta tanto e la prima uscita lo ha già visto nel ruolo di prima punta, con percentuali pessime che però miglioreranno senza dubbio.

Soliti alti e bassi di D.Williams, una regia discreta ma non di alto livello, un Papagiannis lontano dal rendimento 21/22, un Ponitka che forse paga lo sforzo straordinario di Eurobasket.

Serve un apporto più qualitativo e quantitativo dal duo lituano Gudaitis-Grigonis, altrimenti le rotazioni si accorciano troppo. G.Kalaitzakis pare interessante.

Siamo certi che sia un roster consono al tipo di pallacanestro di Radonjic? Questo è il nostro grande dubbio.

#16 – ZALGIRIS (18)3W 3L

Molto meglio di quanto si credesse, sebbene ci resti il dubbio di una certa casualità nei tre successi raccolti. O almeno della grande complicità di Virtus, Barça ed Alba, squadre sconfitte alla Zalgirio Arena più per demeriti propri che per meriti altrui, comunque presenti.

Ulanovas è leader e lo sta dimostrando nei numeri come nella personalità sul campo: 9,5 con 3,7 rimbalzi e 2,5 assist sinora.

Bene anche Keenan Evans, a 14,8 con un notevole 15/32 da tre.

Roland Smits (12 con 5,8 rimbalzi) si sta godendo un certo protagonismo, dopo gli anni catalani di gregariato.

I numeri di Brazdeikis sono discreti, tuttavia ci attenderemo un impatto maggiore dal giocatore, soprattutto nei momenti chiave.

Resta una squadra con dei limiti evidenti e saremmo estremamente sorpresi dal vedere l’attuale record del 50% confermato nei due mesi a venire.

#15 – ASVEL (16)3W 3L

Sembrava stagione già iniziata in un anonimato abbastanza previsto, poi sono arrivati due squilli pesanti: asfaltata al Baskonia e rimonta memorabile dal -19 a Bologna per confezionare un 3/3 decisamente inatteso. Ed ora la sfida in settimana allo Zalgiris per respirerà l’aria del record oltre il 50%.

Tra l’altro seguirà trasferta con la Stella prima ospitare il Bayern e poi volare in direzione Oaka. Entro il 25 novembre si potrebbero ritrovare i lionesi in zone della classifica per cui nessuno li accreditava.

Fisicità ed atletismo ci sono, la leadership di De Colo pure, ma la differenza verso l’alto può arrivare dal rendimento di Jonah Mathews, Retin Obasohan e Parker Jackson-Cartwright: se questi tre creano, per sé e per gli altri, la dimensione di squadra cresce a dismisura, altrimenti si resta in quella zona ai margini della lotta Playoff.

#14 – ALBA (15)3W 3L

“The bubble of happiness”, per riproporre l’azzeccatissima definizione di Simone Fontecchio, sembra colpire ancora.

3 vittorie e 3 sconfitte, ma soprattutto la certezza di un percorso tecnico, di squadra come di crescita individuale, che ha pochi eguali.

A Berlino non si va nella direzione di contratti milionari, ma si fa pallacanestro insegnandola, con il favore di un ambiente che richiede applicazione prima che vittorie.

L’unico neo sinora è il brutto secondo tempo di Kaunas (ma ci vanno aggiunti soprattutto gli ultimi due minuti prima di metà gara): era gara da vincere, senza dubbio, e si è smesso di giocare in modo poco comprensibile.

Fiore all’occhiello la vittoria di Milano. Sorprendente? Sì. Meritata? Di più.

Stupisce molto positivamente il pronto impatto di Garniele Procida, si confermano tanti giocatori, tra i quali spiccano il solito Sikma, un Koumadje solidissimo ed un Olinde sempre meglio. Con il miglior Maodo Lo ed il rientro di Eriksson si potrà pensare di guidare il gruppo dell’ultima fascia togliendosi tante soddisfazioni.

(2/5, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

E’ la parte di Ranking più complicata, con squadre che dimostrano di avere le carte per arrivare ai Playoff ma che a volte forniscono prove che lasciano parecchi dubbi. Vedere tutto, o quasi, ribaltato a fine novembre non stupirebbe per nulla.

#13 – BAYERN (8)1W 5L

0/5 per iniziare e campane che sono suonate a morto troppo in fretta.

E’ chiaro che anche dopo il successo con l’Efes il record sia li a dimostrare come serva una grandissima serie di partite vinte per tornare in quota, ma se c’è un allenatore che può portare i suoi a farlo questo è Andrea Trinchieri. La tranquillità e la fiducia che sta trasmettendo all’ambiente è sintomatica di tutto ciò.

L’impatto di Harris e Bonga si è visto con l’Efes, alla prima occasione vera in cui è stato possibile farlo. La crescita costante generale può garantire più tempo a Winston e Gillespie, due che sono più alle elementari piuttosto che all’università di Eurolega in questo momento.

Lucic resta la chiave, in un asse panchina-campo con Trinchieri che a livello di IQ ha pochissimi rivali.

E’ ovvio che 1/5 sia record che richiede un “parzialone” per rientrare, ma credere i bavaresi lontani dalla corsa Playoff oggi ci pare follia.

Va ricordato, in quel record attuale, che si è superato la squadra campione in carica, che solo uno sventurato 0/2 dalla lunetta non ha portato la W contro la corazzata Milano e che a Bologna si è tirato per i supplementari.

#12 – VIRTUS (9)2W 4L

Che Eurolega sta giocando sinora la Virtus? Nè bella né brutta, con tutti i dubbi che accompagnano un esordio nella competizione maggiore dopo tanti anni.

Ricordiamo, a tale proposito, che lo scorso anno Monaco, reduce dal successo in Eurocup, iniziò con un record di 5 vinte e 9 perse entro metà dicembre, quando arrivò poi la svolta che ne fa, da allora, la squadra con il miglior record di Eurolega negli ultimi 11 mesi.

Serve pazienza, serve capire cosa va e cosa non va senza però dimenticare che gare come quella di Kaunas e quella con l’Asvel in futuro andranno portate a casa poiché in un contesto equilibrato come quello di questo torneo potrebbero rivelarsi di grande importanza.

C’è una situazione di creazione vantaggi che oggi è limitata a Teodosic ed è un punto focale nell’attacco bolognese: l’organizzazione tecnica di Scariolo deve essere garanzia in questo senso.

Giocatori ancora acerbi tecnicamente a questo livello come Ojeleye, Cordinier e Bako sono fondamentali per la crescita di tutto il sistema e certamente col Coach bresciano sono nelle mani giuste.

La Virtus eccellente di Madrid e dei primi 17′ con l’Asvel dimostra che si può arrivare in alto, quella balbettante del secondo tempo con i francesi e del finale lituano segna i limiti ed i difetti su cui lavorare.

Senza dimenticare Shengelia. Tra i tanti big assenti, ovvero Mirotic, Shields, Bjelica e Larkin, ci deve essere anche il nome del georgiano, uno che questa competizione l’ha fatta sua per anni. Il suo ritorno è una delle certezze bianconere, non può essere altrimenti.

Lavori in corso quindi, ma focus anche sull’oggi perchè la maratona è lunghissima, ma ogni km può essere quello della fuga giusta come della crisi decisiva.

#11 – BASKONIA (13)4W 2L

Oltre ogni più rosea aspettativa perchè si vede già una struttura chiara ed un tipo di gioco che è nelle corde del coach e dei giocatori di cui dispone.

Markus Howard può fare a pezzi qualunque difesa, mentre il ritorno di Pierria Henry garantisce, nei giusti tempi che vanno concessi, quell’intensità che può aumentare il voltaggio dei ritmi.

Può vivere di solo tiro da tre? Nel gioco di oggi può succedere, fino ad un certo punto, ed allora i vari Kotsar e Costello possono trovare spazi e soluzioni che saranno figli di quanto le difese avversarie dovranno scegliere di fare sul perimetro. In attesa di Enoch.

Attenzione a Daulton Hommes.

Il Baskonia non sarà mai una squadra dell’anima difensiva, tuttavia se dovesse aggiungere una dimensione discreta anche da questo punto di vista ci ritroveremmo un gruppo in grado di far male a tanti.

#10 – MACCABI (10) 4W 2L

Partenza a razzo, ma quelle 4 gare casalinghe hanno forse fatto pensare troppo positivamente. Le due cadute tra Istanbul, sponda Fener, e Vitoria (fragorosa) ci dicono di una squadra che deve ancora stabilizzare gerarchie e struttura.

Lorenzo Brown gioca da MVP ma la chiave dovrà proprio venire dal coinvolgimento di tutti i compagni, indipendentemente dal numero di assist che per certi versi lascia il tempo che trova.

Rimane possibile candidata Playoff ma serve un periodo più lungo per comprendere le reali potenzialità.

Il test contro il Barcellona ci potrà dare qualche indicazione in più sulla categoria di appartenenza della squadra di Kattash.

#9 – PARTIZAN (11)3W 3L

L’avvio da incubo ha ricompreso un partita regalata al Baskonia ed una combattuta fino in fondo con Milano, che appartiene ad un’altra categoria. Lo 0/3 era quindi assolutamente poco veritiero.

Ha sistemato qualcosa, ma non tutto, in difesa, e resta dipendente al 100% da tre fattori: Punter come “scorer” irrinunciabile, Lessort come iniezione di energia ed atletismo fondamentale e l’efficacia dei tiratori.

Il playmaking lascia a desiderare, Exum va inserito e va capito dove e cosa possa fare, che è tanto, Papapetrou, quello vero, serve come il pane. Restiamo dell’idea che un inserimento proprio come PG prima o poi arriverà.

Urge ampliare le rotazioni e gestire i minutaggi dei “big” altrimenti il conto potrebbe arrivare salato più avanti.

#8 – VALENCIA (12)3W 3L

Guida il gruppo delle squadre in lotta per i Playoff perchè una serie esterna come quella prodotta dagli uomini di Mubrù non può passare inosservata. Vincere al Sinan Erdem ed al Pireo, lottando sino ai possessi finali alla Ulker Arena, non può essere faccenda da mettere da parte.

Certo, le cadute interne iniziali con Baskonia ed Asvel pesano, tuttavia ci pare si tratti di un percorso di crescita e di ricerca delle gerarchie, soprattutto nell’affollatissimo reparto guardie, che il Coach sta portando avanti con pazienza e grande lucidità. Proprio Mumbrù pare gestire ogni situazione con una calma che per i detrattori potrà anche essere segno un poco “soft” mentre in realtà dà una dimensione del valore dei principi e del fatto che ci si creda con pochi dubbi.

Chris Jones stabilizzato tra i migliori nel ruolo, mentre Capitan Dubi resta di fondamentale ed irrinunciabile importanza.

Valencia lotterà e porterà a casa scalpi importanti.

(3/5, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#7 – OLIMPIA (5) 3W 3L

I tanti cambiamenti giustificano la pazienza ma oggi non si può certo parlare di un buon avvio di stagione.

Lasciano parzialmente perplessi sia la qualità globale del gioco che le due gare con Barça e Real che hanno visto i milanesi andare sotto molto nettamente sul piano fisico.

L’attacco va a corrente alternata, mentre la difesa è ancora lontana dall’eccellenza che ne ha caratterizzato la qualità della scorsa stagione. Qui la ragione potrebbe essere dovuta alla mancanza di conoscenza reciproca che non permette ancora ai meccanismi di esser ben funzionanti.

L’auspicata dimensione interna, tanto ricercata con gli innesti di mercato, non si è mai vista e la dipendenza dall’arco è una situazione che va corretta al più presto in un torneo mai così equilibrato.

Alla fine, sino ad oggi, è questione di una qualità complessiva che è mancata anche nelle vittorie. Dalla prima gara con l’Asvel sino all’ultima col Real ciò che non si è visto è una crescita della pallacanestro prodotta.

Sicuramente aver Shields o non averlo fa parecchia differenza, essendo profilo unico per rendimento sui 28 metri, e questo non può non essere segnalato.

Da dove si riparte? Dalla panchina, da Ettore Messina. A costo di sembrare ripetitivi, se hai un allenatore di quel calibro le tue certezze devono partire proprio da lì.

#6 – FENERBAHCE (7)5W 1L

La squadra parsa più avanti di tutte tra le grandi o potenziali tali, al pari del Monaco.

Grandissimo lavoro di Itoudis e del suo staff, perchè non va dimenticato che il Coach greco non ha fatto la preparazione, come Scariolo a Bologna, a causa di Eurobasket.

Il Fener ha già una difesa solida ed un’organizzazione offensiva al ritmo di Calathes che ha sofferto solo la difesa del Barça e proprio in quell’occasione, seppur alla fine sconfitti, i gialloblu hanno trovato certezze nelle rotazioni allungate, con Hazer, Birsen e Mahmutoglu prontissimi.

Da lì si riparte e lo si fa con grande positività, addirittura superiore a quella derivante dalle vittorie precedenti.

Motley è super e si è adattato alla perfezione all’Eurolega continuando a fare, con le ovvie proporzioni, ciò che ci aveva mostrato in un’Eurocup stradominata.

Lo andiamo dicendo dall’inizio: se la palla arriva a Wilbekin e non parte da lui il Fener è una “contender”. Carsen Edwards, con le normali difficoltà di adattamento, può esplodere da un momento all’altro, mentre Bjelica è ancora da vedere e non è certamente poco.

(4/5, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#5 – OLYMPIACOS (6) – 4W 2L

Sembrava tutto inizialmente perfetto, poi sono arrivati due stop casalinghi abbastanza inattesi, certamente di più quello con Valencia.

Ma se proprio la caduta con Monaco poteva starci, in un duello comunque di alta classifica in cui il risultato è apertissimo, quella coi “taronja” ha aperto una piccola crepa nel rodatissimo sistema di Bartzokas e ci riferiamo al discorso difensivo.

Dopo Vitoria era stato Vezenkov, oggi MVP della lega, a lanciare una allarme un po’ sottovalutato: «Occhio che bisogna difendere meglio, perchè se l’attacco (sino ad allora 87,8 punti per gara) dovesse fermarsi un attimo, potremmo avere problemi».

Ecco che i 76 contro Monaco e gli 82 contro Valencia non sono bastati e sono arrivate due L.

Rimane una squadra di altissimo livello che può aspirare ai massimi traguardi per completezza di roster, per guida tecnica e soprattutto per l’esperienza già fatta lo scorso anno alle Final 4, dove proprio gli esordienti a quel livello furono una delle cause del mancato approdo in finale.

#4 – MONACO (4) – 5W 1L

Bene, molto bene.

Sistema rodato, innesti corretti, rotazioni già chiare per impiego e per assortimento, la squadra di Obradovic è oggi una delle realtà più solide ad alto livello di Eurolega, se non la più solida.

Se a Barcellona, come vedremo, c’è un nuovo Jasi, a Montecarlo c’è un Mike James che al momento pare in perfetto controllo, con una leadership tecnica ed emotiva importante in grado di riconoscere quando tocca agli altri grandi talenti di cui dispone la squadra.

Monaco sta difendendo e questa è una questione che potrebbe fare tutta la differenza del mondo.

Non va dimenticato che dall’approdo del Coach serbo lo scorso dicembre i monegaschi hanno il miglior record di Eurolega. Trovarli più sù nei prossimi mesi non sarebbe una grande sorpresa.

#3 – REAL MADRID (1)3W 3L

Tra alti e bassi, tra un attacco troppo basato sul talento ed una difesa che non può pensare che “tanto ci pensa Tavares là dietro”, rimane la squadra più completa di Eurolega, nonchè la nostra favorita.

Sinora si è visto un Real al 60%, non di più, ma gli sprazzi di alto livello hanno già dato la dimensione di quanto potremo vedere. Ma sia chiaro, la squadra sta rendendo poco e giocando male, anche quando vince come a Milano.

Musa semplicemente straordinario, incurante che sia Liga o Eurolega.

Dubbi? Il playmaking, soprattutto difensivo e nel modo di dar palla a Tavares, ma il rientro dei vari assenti, a partire da Hanga, potrebbe risolvere tante cose.

Ma… sì, c’è un ma ed è purtroppo molto grande: il miglior roster d’Europa è in grado di gestire l’allucinante pressione da cui è circondato e da quanto si legge quotidianamente sulla stampa, soprattutto quella della capitale iberica?

Si può pensare che in una stagione da 80-90 partite ad ogni momento negativo, ad ogni sconfitta, ad ogni prestazione poco convincente ci siano voci su un cambio di panchina dovuto all’inconsistenza del sistema ed alla scarsa applicazione dei giocatori?

E’ gestibile una sorta di conto alla rovescia costante su quanto durerà la gestione tecnica attuale?

Chus Mateo è l’uomo più invidiato e sotto i riflettori d’Europa. Serve parecchia personalità da parte sua e la collaborazione di tanti campioni che devono accettare di essere a volte “dimenticati” in un contesto di tale profondità. La leadership di Rudy, Chacho e Sergi è fondamentale in quest’ottica.

Se tutto ciò si tramuterà in realtà avremo un Real dominante, altrimenti la stagione potrebbe rivelarsi assai complicata da ogni punto di vista.

#2 – EFES (2)2W 4L

Limitarsi al ritornello sul fatto che gli uomini di Ataman stanno riproponendo il percorso delle ultime due stagioni vincenti pare un po’ limitativo.

L’assenza di Larkin è ovvio che pesi, tuttavia la qualità della pallacanestro offerta sino ad ora non rispecchia il valore di un roster che rimane assolutamente di primissimo piano. E che resta tra quelli favoritissimi.

Gli innesti di Polonara e Zizic sono al momento abbastanza lontani da quanto ci si attendesse, mentre il minutaggio di Clyburn potrebbe anche preoccupare, viste i problemi fisici del giocatore negli ultimi anni.

2/4 ed ora in serie Real Madrid, Barcellona, Olimpia, Virtus ed Olympiacos. Serve la massima attenzione perchè ad inizio dicembre ci si potrebbe ritrovare in una posizione più scomoda rispetto al passato, visti i valori della competizione attuale.

Poi ovviamente sarà quel genio di Ataman a stupirci, come sempre…

#1 – BARCELLONA (3)4W 2L

«Siamo la squadra col più ampio margine di miglioramento».

Le parole del “nuovo” Jasi sono la miglior immagine di questo Barça che, dalla Supercoppa di Siviglia e dall’esordio europeo casalingo con l’Olympiacos è cresciuto moltissimo e dà proprio l’idea di un cantiere in cui si lavora bene ed il cui prodotto finale potrà essere estremamente interessante.

Troppo spesso, nelle varie discussioni, si dimentica che i blaugrana sono senza Nikola Mirotic, un MVP pressochè perenne di questa competizione. Ed inoltre, altra dato importante, che sono 4/2 avendo già affrontato Olympiacos, Real, Milano Fenerbahçe: sebbene tutte gare tra le mura amiche, contro quelle rivali il record è 3/1.

E’ una squadra che sembra aver un’identità offensiva più spiccata rispetto al recente passato e che mantiene l’efficenza difensiva di sempre, sebbene su questo ci sia da lavorare ancora molto. Grande curiosità per la versione dell’ormai classica pressione a tutto campo di Jasi quando Satoransky raggiungerà la condizione ottimale, così come sta crescendo quella di Vesely.

Laprovittola oggi è di un pelo dietro al solo Vezenkov come MVP della competizione.

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