Olimpia assente al Palau, tutto troppo semplice per il Barça

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Olimpia inspiegabilmente senza alcun contenuto, che sia tecnico o fisico: un Barcellona normalissimo sbriga la pratica senza eccellere.

Barça-Olimpia è sfida dal sapore intenso e rivalità, anche tecnica, sviluppatasi fortemente da quando sulle rispettive panchine ci sono Sarunas Jasikevicius ed Ettore Messina.

Il Palau ospita filosofie diverse ma un obiettivo comune, perchè nessuna delle due contendenti nasconde che le Final 4 siano il traguardo stagionale più importante. Poi, una volta lì, si sa bene cosa si vorrà portare a casa…

Se le filosofie sono diverse il momento è per certi versi molto simile, con assenze da entrambe le parti e sistemi che oggi presentano ancora il cartello “lavori in corso” visti i tanti cambiamenti estivi. Il vero volto di queste squadre lo vedremo probabilmente da dicembre in poi, anche se i valori si capisce bene già da oggi come siano alti.

A pochi passi dall’entrata del monumentale Camp Nou, di questi tempi terreno di conquista di tante avversarie blaugrana, finisce 74-56 dopo una partita che non ricorderemo troppo a lungo per i suoi contenuti.

LA GARA

Buon inizio milanese, o meglio buon inizio di un Brandon Davies che ha intenzione di farsi rimpiangere dai suoi ex tifosi. Il centro è l’unica arma per Messina. Gioco lento e di conseguenza senza soluzioni che prima prova a reggere, poi finisce sotto di 14 punti a fine primo tempo.

Visto il divario di energia abissale poteva anche finire peggio per Milano. 22/8 il secondo quarto, Olimpia che sbaglia tutti i 9 tiri da due dei secondi 10 minuti. Si contano le ottime cose di Davies, una tripla di Baron che è regalo della difesa blaugrana ed un altro canestro da tre di Voigtmann ben costruito. Il resto è buio pesto.

Il Barça è normalissimo davanti e solido dietro. Contro questa Olimpia basta e avanza.

Il secondo tempo inizia in modalità museo degli orrori. 4 falli biancorossi in poco più di 3′, tutti di regolare ritardo. “Gol” di Hall dall’arco per un parziale di 3-3 in 4 minuti.

«Adesso la partita non è un granché» afferma il maestro Flavio Tranquillo in telecronaca. Ecco…

61-41 a fine terzo quarto è più di una sentenza. 78-32 la valutazione di squadra. Non ci sarà appello. Il Barça, per la cronaca, sta tirando 2/16 da tre. E domina.

Di lì in poi si attende solo la fine.

LE CHIAVI

21/14 i rimbalzi nel primo tempo. Alla fine il dato sarà 40/30. Una delle tante possibili letture della differenza.

Qualità difensiva del Barcellona buona, per il resto, in generale, abbiamo già detto: nulla di che. 13/11 la ratio assist/perse dei vincenti, 12/13 quella di chi porta a casa il referto giallo.

Oltre ogni numero o statistica che si possa analizzare è proprio l’energia che è parsa diametralmente opposta. Il tutto in una serata in cui la squadra che vince tira 3/21 da tre.

In sostanza serata negativa pressoché irripetibile per Milano, troppo brutta per essere vera. Tuttavia va detto che i problemi delle prime gare stagionali sono esplosi tutti in una volta e sono certamente tema di discussione nonché traccia di lavoro importantissima.

MVP

In assenza di due fenomeni come Nikola Mirotic e Shavon Shields, non è facile determinare chi abbia inciso maggiormente tra i protagonisti. Prestazione di squadra catalana con qualche elogio in più per un Satoransky che fa quello che vuole, quando vuole.

Non si può non sottolineare la prova di Brandon Davies, unico meneghino sceso realmente sul parquet del Palau: 18 e 6 rimbalzi cui aggiunge 6 falli subiti in 19’40”. Sognava un ritorno diverso.

COACH TO COACH

Così Saras, con pieno rispetto del rivale sconfitto come tutti i grandi uomini di sport: «Bene in difesa dopo un primo quarto così così. Tanti tiri ci sono usciti, come sono usciti a loro, sono cose che accadono, poteva venir fuori qualcosa di diverso. L’importante è fare un piccolo passo avanti ogni gara ed allora domenica dovremo dimostrare di saperlo fare».

Messina non ha dubbi: «Loro molto bene, noi siamo stati spazzati via da ogni punto di vista, sia tecnico che fisico. Così è impossibile vincere. Dopo un buon primo quarto non abbiamo più avuto pazienza».

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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