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Bellissima partita a chiudere il terzo turno di Euroleague, ovvero quella tra due pesi massimi della competizione come Real Madrid e Olympiacos, con i greci che sbancano il Wizink Center e si portano su un perfetto 3-0.
Ancora più notevole il fatto che l’Olympiacos abbia conquistato due di queste tre vittorie in trasferta e contro due contender come i blancos e il Barcellona, segno che gli uomini di Bartzokas ci sono e fanno sul serio.
Il punteggio finale dice 87-89 per i biancorossi, che ora voleranno a Vitoria per una sfida al vertice tra due squadre ancora imbattute. Per il Real, invece, una sfida assolutamente da vincere contro la Stella Rossa, ancora alla ricerca della prima vittoria stagionale.
OLYMPIACOS DA URLO
Altro giro, altra prestazione super di Sloukas e compagni, che dimostrano cosa voglia dire saper soffrire senza però mai uscire dalla partita. Il Real conduce infatti per più di metà gara, non riuscendo però a staccare definitivamente l’Olympiacos in maniera netta in nessuna occasione, e da lì inizia una partita nella partita fatta di sorpassi e controsorpassi che alla fine premiano proprio i greci.
Interessante notare come gli ospiti vincano il conteggio a rimbalzo per 88 a 83, da sempre una chiave contro i blancos, e tirino più volte dal campo, segno di una squadra che ha saputo commettere meno errori in fase di costruzione di gioco, come testimoniano anche le sole 9 palle perse in tutta la gara.
A questo proposito, non si può non celebrare la prestazione di un immortale Kostas Sloukas, capace di prendere in mano l’attacco dei suoi quando la palla pesava di più e di gestire in maniera impeccabile ogni possesso offensivo, culminando con il tiro della vittoria dopo aver fatto saltare Tavares a vuoto sulla finta di tiro in penetrazione.
Aggiungiamoci un Vezenkov in alcune occasioni pasticcione ma sempre più in formato MVP (23+12 anche questa sera) e un Larentzakis che ormai diventa inarrestabile negli ultimi cinque minuti di partita ed ecco che Olympiacos, ad oggi, vuol dire una cosa sola: solidità.
UN REAL ANCORA DA DEFINIRE
Posto che stiamo parlando della squadra con il roster più lungo e talentuoso della competizione a parere del sottoscritto, è doveroso fare un paio di considerazioni sullo stato dell’arte in casa madridista.
Prima cosa da notare è la grande disomogeneità nella capacità attuale di rendersi utili e produttivi per la squadra tra gli uomini di Chus Mateo. Questa sera sono infatti 5 i giocatori in doppia cifra (Tavares, Yabusele, Cornelie, Musa e Llull), di cui 3 appartengono al settore lunghi, mostrando chiaramente come vi siano gerarchie e rotazioni ancora tutte da definire nel reparto esterni, e questa situazione si nota anche proprio guardando il gioco del Real.
A tal proposito, soprattutto contro una difesa ben oliata ed organizzata come quella dell’Olympiacos, si è notata la mancanza di un playmaker con gambe fresche capace di dare ordine nei momenti decisivi e di far girare il pallone per far aumentare la resa di tutti gli altri quattro giocatori sul campo.
Llull, purtroppo, non è più quel tipo di giocatore ed è ormai più quel profilo che ti toglie le castagne dal fuoco a giochi rotti, e assomiglia molto di più ad una guardia scorer che ad un regista in questa fase della carriera. Anche questa sera, contro l’Olympiacos, sono notevoli le bombe da 9 metri allo scadere, mentre i pick and roll possono e devono aumentare di efficacia. Il Chacho appare invece in grande difficoltà fisicamente e gioca infatti solo 16 minuti, di cui la maggior parte nel primo tempo, per poi andare con quintetti differenti.
L’impressione è che il tanto discusso innesto in cabina di regia debba prima o poi essere fatto, ma è altrettanto chiaro che questo non risolverà la creazione di quelle gerarchie sopra citate: soltanto il lavoro in palestra lo farà, e i blancos ne hanno, ragionevolmente, tanto da fare.
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