FENER-MACCABI: Calathes torna quello di una volta e il Fener domina

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Sfida estremamente affascinante quella andata in scena alla Ulker Hall di Istanbul, dove si affrontavano i padroni di casa del Fener e il Maccabi Tel-Aviv.

Gli uomini di Itoudis vincono nuovamente e, dopo aver schiacciato il Bayern la scorsa settimana, battono nettamente anche gli israeliani, acquisendo certezze importantissime per il prosieguo della stagione.

Il punteggio finale dice 86-71.

LA DIFESA DEL FENER

Nonostante gli 86 punti segnati, certamente non pochi (20 dalla lunetta), ciò che impressiona maggiormente di questo nuovo corso Fener targato Dimitris Itoudis è certamente la difesa.

Fisica, veloce, ben organizzata: così si può definire la fase difensiva dei turchi.

Il coach greco, conscio del fatto che il Maccabi è (e rimarrà) una squadra di alti e bassi, in quanto fondata sul talento dei singoli più che su un sistema di squadra, prepara un game plan assolutamente azzeccato, avente come obiettivo primario la chiusura dell’area all’atletismo israeliano.

Ecco, dunque, che Baldwin e Poythress vengono sfidati costantemente al tiro, con i difensori della guardia americana che passano non in quarta ma in ottava su ogni pick and roll, limitando al massimo le possibilità di penetrazione.

In aggiunta, vista la verticalità dei lunghi di Kattash, l’obiettivo è quello di andare a rimbalzo in 5 e smanacciare il pallone, se necessario, prima ancora di assumerne il controllo, onde evitare che Nebo e soci diventino un problema. In teoria, una scelta del genere ti dovrebbe togliere qualcosa a livello di transizione offensiva da rimbalzo catturato, ma il Maccabi è tutt’altro che solido ed ecco allora che vi sono spiragli anche per il genio e l’estro di Nick Calathes, apparentemente rinato dall’arrivo sul Bosforo.

LA CONFUSIONE DEL MACCABI

Fatti i meritati complimenti al Fener per la sua ottima difesa, non si può comunque non sottolineare la caoticità dell’attacco israeliano.

Nella seconda metà di partita, quando sale l’intensità, gli attacchi degli uomini di Kattash sono monotoni e deleterei, con una quantità assolutamente esagerata di pick and roll e forzature individuali che ti permettono di vincere contro lo Zalgiris, ma sicuro non contro il Fener.

Bisogna poi fare le giuste distinzioni perchè, per un Lorenzo Brown assolutamente affermatosi come uno tra i migliori esterni del continente, c’è un Wade Baldwin che, oggettivamente, quando non riesce a prevalere fisicamente, è più dannoso che altro.

Il tiro dalla distanza non funziona, le scorribande nemmeno, ed allora uno dei fisici più incredibili che il sottoscritto abbia mai visto per una guardia a queste latitudini, diventa innocuo di fronte alle sfide balistiche che gli vengono proposte un’azione sì e l’altra pure.

La situazione ricorda un po’ quella di un altro giocatore molto esuberante dall’altra parte dell’oceano, credo che indovinare non sia poi molto complesso…

Dire, quindi, che la fase offensiva del Maccabi contro il Fener, si può riassumere in pick and roll a go-go e forzature individuali è una visione riduttiva? Certamente sì, ma non si va troppo lontano dalla realtà.

IL NICK DI ATENE

Calathes c’è, Calathes è tornato.

Dopo un biennio mortificante per lui e per gli spettatori in quel di Barcellona, in queste prime due uscite stagionali stiamo tornando a vedere il vero Nick Calathes, quello che difende come pochi e che illumina il gioco come ancora meno.

Sono 13 punti, 9 rimbalzi e 9 assist questa sera, per una prova vecchio stampo che sa tanto di rinascita. Speriamo non sia solo un abbaglio.

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