Real Madrid secondo pronostico nella prima semifinale di Supercopa. Il Betis ci prova, ma il roster madridista ha veramente tutto, troppo.
Real Madrid v Real Betis rispetta i pronostici. I “blancos” sono di un altro pianeta rispetto ai biancoverdi: finisce 100-69.
Il “San Pablo” regala subito due momenti assai speciali: doppia “standing ovation” per Rudy, uno degli eroi del quarto europeo della “seleccion” firmato Sergio Scariolo. La gente di basket iberica dimostra una volta di più competenza e riconoscenza, oltre ogni maglia.
Il trionfo della Spagna di Scariolo
Si passa al campo e non vedere Pablo Laso seduto sulla panchina dei “blancos” resta uno choc. Si può anche essere preparati, in fondo lo si sa da quasi tre mesi, ma il rapporto più solido della pallacanestro europea, quello che pareva indissolubile, oggi appartiene al passato. Il più vincente di tutti, ma passato.
Non bastasse tutto ciò, Chus Mateo offre subito la versione del suo Real, una sorta di continuità con tracce di rivoluzione. Tavares, arma impropria da “rollatore”, al quale l’unica critica che è stata spesso mossa riguardava il non essere determinante in post basso, parte subito proprio da lì e ci sono almeno una manciata di possessi nel primo quarto che vedono la “montagna più alta di Capoverde” in quella situazione.
A sorpresa c’è Hanga in quintetto e tutti si chiedono come possa essere: dopo 3’21” purtroppo l’ungherese è già seduto e la sua coscia viene trattata dallo staff madrileno. Il giocatore si era fermato ad Eurobasket, quando aveva fatto sapere che il problema risaliva a qualche giorno prima. Mistero.
Il Real vuole correre e cerca di farlo con tutte le configurazioni di quintetto possibile: soluzioni infinite per talento, atletismo e fisicità.
La prima fuga sul 23-16 sembra dare una scossa, ma il Betis non molla e quando gli uomini di Mateo si inceppano, rallentando la circolazione di palla ed il ritmo di entrata nei giochi, il vantaggio si riduce al +3 (28-25).
Altra fuga ed è +10 (40-30). Se entrasse soltanto qualcuna delle conclusioni apertissime dall’arco, staremmo già parlando di un margine molto ampio. Dopo 20′ è 42-35 Real ed il Betis prova a stare lì.
Il tiro da tre è proprio ciò che permette agli andalusi di rimanere in gara: 7/15 (3/4 Shannon Evans) contro il 2/12 madridista.
La resistenza sivigliana sembra non farcela più ad inizio ripresa ed arriva il massimo vantaggio sul 53-42 a 4’09” del terzo quarto. Ora quelle triple entrano e Madrid diventa ingiocabile.
C’è una differenza di fisicità spaventosa, basti pensare al quintetto delle “merengues” con Llull accompagnato da Musa, Deck, Yabusele e Tavares. Quello andaluso è eroismo puro.
Doppia “mandarina” di Sergi Llull e se non sono titoli di coda poco ci manca, sul 62-44. A 10′ dal termine è 68-48 con una differenza a rimbalzo che la dice lunga: 36-25. Che poi ci sembrerebbero 38, ma le statistiche non si discutono…
Quarto periodo di pura accademia: inutile citare tabellini ed altri numeri, quello che impressiona di questo Real è l’ampiezza di soluzioni e la capacità di giocare in qualunque modo. 9 giocatori oggi perfettamente coinvolti, ingiudicabile Hanga, rivedibili solo Cornelie e Hezonja. A proposito, fuori ci sarebbero Abalde, Alocen, Williams-Goss e Randolph…
Una sensazione chiara: se questi la mettono da tre con continuità sono un bel problema per qualunque avversario. Ovunque.
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