L’eredità di Eurobasket 2022: spettacolo, talento e tattica

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Eurobasket 2022 si è chiuso col meritatissimo successo spagnolo. La manifestazione continentale, dopo 17 giorni di sfide appassionanti, ci lascia moltissimo in termini di spettacolo, talento e tattica.

Sono stati 17 giorni veramente appassionanti, un vero e proprio spot per il gioco. Difficilmente, in passato, un torneo per squadre nazionali ha offerto così tanto da ogni punto di vista.

Il nostro breve viaggio dentro un’eredità che è importante e che ci introduce nel migliore dei modi alla nuova stagione a livello di club. Senza dimenticare un Mondiale 2023 che a questo punto è attesissimo.

  • Lassi Tuovi allenatore di notevole categoria. La perfetta sintesi di come un gap nei confronti delle squadre molto più attrezzate possa essere colmato col gioco, con le idee e con l’esecuzione.
  • Giannis, Jokic e “Luka Magic” sono stati prematuramente eliminati ma ci hanno regalato diverse prove di valore altissimo. Raramente abbiamo visto campioni NBA così sul pezzo. Non hanno vinto? E’ merito della crescita del basket europeo molto più che demerito loro.
Markkanen | Eurodevotion
  • All’elenco sopra manca Lauri Markkanen, forse semplicemente perchè è stato superiore a tutti e tre. Splendido, poesia cestistica, una fluidità che crea piacere in chi lo guarda.
  • Sergio Scariolo… Ormai mancano le parole per la grandezza di questo allenatore. I titoli sono innumerevoli e di peso specifico totale, la qualità della pallacanestro delle sue squadre è abbondantemente superiore.
  • La maggioranza delle gare a punteggio alto, ritmi elevati e pallacanestro che si fa amare. Si chiama pallacanestro, non “pallanonprenderle”. Giusto dirlo e la speranza è che tanti Coach di Eurolega ci abbiano ragionato sopra. I 55-50 della stagione scorsa hanno stufato parecchio ed attraggono ancor meno.
  • La difesa vince le partite mentre l’attacco vendi i biglietti? Ok, vero, ma sfido chiunque a dire che chi ha vinto non abbia difeso alla grande in due gare decisive in cui ha prevalso segnando 88 e 96 punti. Non sta scritto da nessuna parte che difendere bene voglia dire giocare a ritmi ed a numero di possessi minimi.
  • Lorenzo Brown, oltre ogni polemica. Se è questo, peraltro come quello visto all’Unics che stava facendo benissimo e che era nelle prime tre PG di Eurolega, attenzione al Maccabi, squadra che può tutto. Ma proprio tutto.
  • Azzurri da applaudire. Ovvio il rimpianto per la gara coi francesi, ma l’impressione che l’onda lunga di quanto costruito da Meo sia lì ed evidente c’è stata tutta. Ora serve proseguire nel crearsi occasioni ed allora quella medaglia arriverà. Ma sia chiaro, questa è la punta dell’iceberg. Il ghiaccio sottostante resta in fase di ormai consolidato scioglimento. Il movimento rimane in crisi profonda e la speranza è che l’uscita di scena dei vertici attuali porti a progetti reali e non solo a chiacchiere inutili ed incompetenti, regolarmente in modi e tempi sbagliati.
Italbasket | Eurodevotion
  • Il tiro da tre resta parte fondamentale del gioco ma non è stata l’unica soluzione per giocare bene e vincere. Scariolo è stato sintesi perfetta che va oltre le epoche e che abbraccia trent’anni di gioco. La pallacanestro cambia, ma i valori che la portano in alto sono trasversali. Lo stesso Don Sergio e Zeljko Obradovic sono i migliori interpreti da questo punto di vista.
  • Delusione Germania per la mancata finale. Il bronzo però è roba grossa e lo è ancor più pensando a tutto quanto costruito negli ultimi lustri. Il lavoro paga? Sì, se è serio.
GERMANIA
  • Ha vinto la più forte? No, ha vinto la squadra migliore, quella che ha giocato la pallacanestro tecnicamente e tatticamente più completa su entrambi i lati del campo. Quella che ha saputo andare oltre i propri limiti grazie a preparazione ed applicazione.
  • Qualità della vittoria? Pochi numeri bastano. 24 canestri assistiti su 30 in finale, 2,4 il rapporto assist/perse in tutta la competizione (solo l’Italia meglio a 2,5) ed anche, se non soprattutto, la capacità di tener botta a rimbalzo (35,9, decima) anche quando si è utilizzata la zona, solitamente portatrice di problemi in quella situazione tecnica (esempio il limitato 28-27 francese in finale o addirittura il 33/28 con cui si è superata la Germania).

(Photo: http://www.fiba.basketball )

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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