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GRECIA-REPUBBLICA CECA: sofferenza ma vittoria per Itoudis e soci

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E’ la Grecia di Dimitris Itoudis e Giannis Antetokounmpo l’ultima qualificata ai quarti di finale, che prenderanno il via nella giornata di Martedì 13 Settembre con la sfida tra Spagna e Finlandia (mammia mia Lauri Markkanen…).

I greci soffrono per quasi 35 minuti, poi allungano e non si guardano più indietro fino alla sirena finale, portando a casa il risultato per 94-88 sulla Repubblica Ceca.

LA FLUIDITA’ OFFENSIVA

Partiamo dalle note negative della squadra greca, che vince ma non convince del tutto, se non altro per una mancanza di fluidità nel proprio gioco che appare abbastanza evidente.

Stante il fatto che, visti gli uomini a disposizione, anche la fase difensiva ha grandissimi margini di miglioramento, è chiaro come il problema della Grecia sia nella metà campo offensiva, specie a difesa schierata.

La Repubblica Ceca lo sa benissimo e prepara un game plan assolutamente azzeccato, volto a togliere la transizione anche a costo di non lottare a rimbalzo d’attacco ed occupare l’area il prima possibile per limitare il potenziale di Giannis e compagni.

Il problema della Grecia, risolto questa sera, ma che rischia di essere decisivo contro la Germania, è la staticità a difesa schierata, dove, in assenza di pericolosità dal perimetro (12/39 questa sera), mancano soluzioni che non siano dare la palla ad Antetokounmpo e sperare che, distratta dalla sua presenza, la difesa commetta un errore nelle rotazioni e conceda un tiro aperto, stasera spesso comunque sbagliato.

Satoransky e soci sono bravissimi ad individuare il giocatore della Grecia su cui rischiare azione dopo azione, ed è questa la chiave che consente loro di andare avanti all’intervallo 41-45 e rimanere punto a punto fino al 35′, salvo poi affrettare conclusioni in fase offensiva che non gli hanno consentito di proporre una difesa di solidità simile a quella dei primi 20′, concedendo molteplici ricezioni dinamiche a Giannis e subendone la forza straordinaria.

Detto ciò, c’è tanto da lavorare per Itoudis perchè, come detto, sfidare Voigtmann, Theis e compagnia, non è certo la stessa cosa, e momenti di siccità offensiva come quelli di stasera possono costare molto caro alla Grecia.

LA FORZA MENTALE E… GIANNIS!

E’ bene passare ora alle note positive, anzi positivissime, di questa serata per i greci, che hanno sì sofferto ma hanno saputo mantenere lucidità mentale e non si sono disuniti neanche quando, vedendo quanto successo alla Serbia, un -4 a inizio quarto quarto avrebbe potuto mettere dei tarli non indifferenti nella loro testa.

Sicuramente avere Dimitris Itouidis e non Pesic in panchina aiuta, come testimonia la capacità del CT della Grecia di saper modificare le proprie gerarchie anche in corso d’opera e di non dimenticarsi i giocatori in panchina durante il parziale avversario, ed ecco allora che il protagonista inaspettato è Larentzakis, il quale esce dalla panchina, difende, segna dalla distanza e svolta l’inerzia del match come nessun altro dei suoi compagni.

Poi c’è Giannis, ma questo ormai si sa, o forse no.

Partire con uno 0/6 da tre punti sfiducerebbe chiunque, soprattutto se non dotato di doti balistiche eccelse, come nel caso del greco di origini nigeriane, ma uscirne è da campioni, e farlo nel momento più importante è roba per pochi anche tra i campioni.

Ecco allora che il due volte MVP della NBA segna due triple consecutive che chiudono la partita, una di queste con grandissima fluidità dal palleggio, senza contare la schiacciata dopo una partenza devastante sulla riga di fondo e una presenza difensiva nei pressi del ferro che nessuno ha in questo europeo (forse Gobert ma non così dinamica).

Francamente ingiocabile se capace di punire anche dalla distanza, e questo concetto vale più che mai dopo una partita da 27 punti, 10 rimbalzi e 5 assist che, a parere di chi scrive, non entra certo tra le sue migliori prestazioni.

Ora sotto con la Germania, in una sfida che si preannuncia forse la più affascinante di queste quarti di finale. La Grecia c’è.

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