Gianmarco Pozzecco ad Area 52: Emozioni azzurre, l’umiltà di Kyle ed Ettore bandiera virtussina che non va ammainata

0 0
Read Time:4 Minute, 54 Second

Gianmarco Pozzecco è stato ospite dell’ultima puntata stagionale di AREA 52 con un paio di sorprese che gli abbiamo riservato e che ci hanno regalato uno spettacolo notevole.

Metti una puntata di AREA 52, metti che sia l’ultima della stagione, metti che uno dei due ospiti sia Gianmarco Pozzecco e che, a sorpresa, arrivino il Menego e Sandrino De Pol…

Ecco il Poz, a tutto campo come in una delle sue migliori esibizioni sul campo.

Sul suo staff…

«E’ quasi più difficile scegliere lo staff che i giocatori. Ho un cast di primissimo ordine, però sono incontenibili, non mi sono fatto mancare niente e ci ho riflettuto molto. I giocatori sono più o meno quelli, avrò del tempo per selezionarli e vedere chi meriterà di più, ma volevo uno staff diverso da quelli del club. Hai molta scelta, diventa complicato scegliere. Volevo un ex giocatore ed ho individuato Peppe come il migliore sulla piazza, per me già pronto per allenare, persona intelligente ragazzo straordinario».

«Edoardo Casalone ha già lavorato con me, lo conosco bene e di lui mi fido ciecamente».

«Paolo Galbiati, quello che conoscevo meno, è con noi perchè volevo un allenatore giovane ed emergente che fosse già nel giro della nazionale».

«Riccardo Fois è la nostra anima americana e non mi stupisce che abbia voglia di fare gli allenamenti individuali e quelle cose che noi facciamo meno».

«E Charlie, una leggenda».

Sul mese di giugno e le emozioni provate tra il titolo con Milano e l’arrivo in azzurro…

«La prima riflessione che non posso non fare è che c’è molto da lavorare, ma non voglio che passi il messaggio del lavoro, deve essere un piacere».

«Un CT deve organizzare un sistema che funzioni in campo ma anche tante cose fuori che non avevo inizialmente considerato come la comunicazione, anche tra quei 30 giocatori tra i quali farai le tue scelte».

«Emotivamente mi è rimasto e mi rimarrà come ricordo l’accoglienza».

Su Kyle Hines

«Siamo stati dirimpettai ed ovviamente ci incontravamo spesso… Un giorno si apre l’ascensore e Kyle, vedendo mia moglie le chiede “How’re you doing?” che è espressione tipicamente americana. Mia moglie, che ha studiato inglese in Inghilterra, quindi un po’ diverso, non coglie al volo ed allora Kyle si abbassa e molto lentamente le dice “How are you?”… Ecco, lui è questo, un uomo di un’umiltà quotidiana che lo porta ad allenarsi quotidianamente come fosse l’ultimo degli esordienti, come fosse uno che non ha vinto nulla. Non avevo mai visto una cosa simile».

Su Ettore Messina

«Ho avuto un rapporto straordinario con lui. Domenica dovevo andare a Trieste e lui mi chiede di passare alla festa dello scudetto coi tifosi, cosa che avevo già deciso di fare. Ci abbracciamo e gli dico “Ci vediamo a Trieste”. Lui mi chiede chi gli ha detto che sarebbe venuto a Trieste e quando gli rispondo “Tuo figlio” lui commenta “Che str… doveva essere una sorpresa”».

«Lui ha la maniacalità dei grandissimi che vogliono vincere sempre, mi viene in mente come Danilovic tra chi ho conosciuto, poi penso ai Michael Jordan, ai Kobe Bryant, quelli che ti rompono le palle sempre perchè vogliono vincere. Ed i giocatori amano Ettore Messina perchè riconoscono che con lui si vince».

«Se ci pensate la maggior parte dei giocatori non vince niente o quasi... Dopo che abbiamo vinto la Coppa Italia mi ha chiesto quante ne avessi vinte ed io glissavo per non dire “Una”, lui mi guarda e mi dice “Io nove!”, cioè più di quante ne abbia vinte qualunque squadra».

Sulla finale…

«Noi avevamo uno staff molto preparato ed Ettore mi ha permesso di essere me stesso e di dare ciò che era nelle mie corde, mi ha lasciato la libertà di essere un po’ il fantasista, permettendomi di comportarmi come mi sono sempre comportato, con un certo di rapporto coi giocatori. La mezza punta che speri ti faccia la giocata…».

«Io non posso che complimentarmi con la Virtus. Lasciamo stare le dichiarazioni che hanno un peso relativo, la nostra cultura gli dà troppo peso. In America è bellissimo perchè tutti dicono veramente quello che pensano. Quindi grandi complimenti a Bologna per la splendida stagione messa in piedi da Sergio, dal Dottor Zanetti, da Baraldi, i giocatori come Teodosic, Marco e Hackett ma vorrei sottolineare un cosa più importante..»

«Ettore Messina è follemente innamorato della Virtus, come io sono follemente innamorato della Fortitudo. Infatti ci siamo presi in giro spesso, anche se ultimamente lui ha avuto più possibilità… Parlo più ai tifosi: Ettore è un pezzo della storia Virtus. Dovrebbe essere accolto con una “standing ovation” interminabile. Non penso che le mie parole cambieranno il futuro di Ettore e dei tifosi ma mi auguro che possano riflettere. Lui lavora a Milano, ama Milano ed è giusto che i tifosi biancorossi lo adorino, ma dobbiamo renderci conto che non esiste la monogamia nello sport. La Virtus ha una storia ed è giusto che questa storia venga ripresentata. Il presente virtussino è grandissimo ma si dovrebbe capire che quando il Coach entra in quel palazzo dovrebbe essere applaudito. E deve succedere anche quando Scariolo viene a Milano, non è solo un problema bolognese, è un errore commesso da tanti».

«Da allenatore della nazionale, “full time” e quindi super partes, dico che la storia va salvaguardata».

«Aggiungo che ci si lamenta sempre che non ci sono più le bandiere ed il tifoso fatica a fidelizzarsi, ma poi quando uno cambia maglia…».

A questo punto la “carrambata”!

Arriva Andrea Meneghin e col “Menego” è subito show. Il Poz cita Sandro De Pol ed ecco che si materializza anche lui ed allora non vi raccontiamo nulla, vi lasciamo alle immagini integrali , spettacolo puro che si può definire con una sola parola: passione.

PS Nella seconda parte della puntata è intervenuto Maurizio Gherardini, Direttore Generale del Fenerbahçe, che ci ha regalato altri straordinari contenuti che vi racconteremo separatamente.

About Post Author

alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%
Next Post

Olimpia Milano, Gigi Datome: Parlerò con Ettore delle condizioni per rimanere

Gigi Datome parla così in un’intervista a Massimo Pisa su Repubblica. Ecco un piccolo estratto delle parole del numero 70 biancorosso. Gigi Datome sul suo futuro «Ne stiamo già parlando. A Milano sono stato benissimo, è un posto bellissimo per fare pallacanestro, ne parleremo ancora con la società. Ho affetto […]
Eurolega | Eurodevotion

Iscriviti alla Newsletter di ED

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: